"Se vuoi farlo... facciamolo" Avvertenze

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Kiet e Chad si incontrarono al chiosco di Kaprao Moo Grob*.

"Ehi amico!" lo salutò Kiet sorridendogli calorosamente "Allora? Cosa stavate combinando tu e il ragazzino?" ammiccò in direzione di Chad schiacciandogli l'occhiolino.

Il musicista, leggermente imbarazzato, ma deciso a mascherare ogni minimo indizio che potesse far arrivare l'amico, con la sua perspicacia, alla verità dei fatti si limitò a dire "Ma che vai a pensare! Stavamo solo pitturando le maschere, ero così assorto da non accorgermi che mi stavi chiamando. Lo sai che quando mi concentro su una cosa mi estraneo e taglio fuori tutti il resto."

Chad era ancora particolarmente scosso per gli avvenimenti accaduti meno di mezz'ora prima.

Quel contatto con il Nong, la sua fame, l'audacia con cui si era fatto avanti abbandonando per qualche istante la timidezza, mantenendo viva, però, quella tenera inesperienza in grado di spingere il più grande ad un moto di dolcezza incontrollabile, lo avevano sconvolto profondamente.

Il musicista poteva sentire ancora il sapore di Non sulle sue labbra, un calore tutto nuovo sulle zone del volto e del collo, dove con irriverenza, i baci del più piccolo si erano posati. Non riusciva a scacciare dalla mente l'immagine del ragazzino ad occhi socchiusi, mentre, solo con il tacito rumore del suo respiro affannato e lo schiocco delle labbra sulla pelle, gli chiedeva di più, di osare sempre di più.

Al ragazzo risultò difficile celare tutte quelle emozioni agli occhi curiosi ed indagatori dell'amico che, lo conosceva fin troppo bene per credere a quella bugia appena raccontata.

L'angoscia che, quei sentimenti spaventosi e sconosciuti, potessero divenire infine reali, concretizzandosi in un sentimento che portava con sé tutta quella paura dalla quale Chad, cercava di sfuggire da tutta la vita, spinsero il ragazzo a quella menzogna, più rivolta a sé stesso che al giovane che gli si trovava accanto.

"Ah!" rispose Kiet sospettoso, consapevole che nulla di ciò che era uscito dalla bocca del suo amico corrispondesse anche solo vagamente ad un briciolo di verità.

"Comunque, come mai Non non è venuto a mangiare? Non è che lo stai schiavizzando vero?" continuò sorridendo il ragazzo dopo aver compilato il foglietto della prenotazione ed averlo consegnato al proprietario del chiosco.

"Schiavizzarlo? Io? Certo che no, non credere che non gli abbia proposto di venire, ha preferito restare e finire, così, per le prove del prossimo incontro, i ragazzi potranno iniziare a prendere dimestichezza con le maschere" concluse Chad facendosi improvvisamente serio.

Quello era il suo secondo anno nel club ed il primo come presidente e, sarebbe stato l'unico responsabile nella lunga tradizione del corso a non presenziare alle prove generali del primo spettacolo organizzato. Chad si sentiva particolarmente frustrato per quella situazione, il non poter assistere, nemmeno come spettatore, era una delle situazioni più dolorose vissute nell'ultimo periodo.

"Senti..." esclamò Kiet catturando la sua attenzione "Come ben sai questa mattina sono andato a parlare con il rettore della tua facoltà, inutile dirti che, nemmeno davanti alla petizione firmata da mezza università, si è dimostrato disposto ad ascoltarmi" continuò lo studente di psicologia prima di prendere un'abbondante porzione della sua Som Tam**.

"Io credo..." continuò Kiet "Cha dietro a tutto questo astio nei tuoi confronti ci sia quello stronzo di Book. Il rettore ha menzionato certi avvenimenti dei quali solo tu e quel disgraziato, in quanto protagonisti diretti, dovreste esserne a conoscenza. È indispettito per certi "atti" di dubbio gusto che, secondo lui, tu avresti commesso nei pressi dell'università" concluse il ragazzo.

Chad rimase piuttosto sgomento da quell'affermazione.

Certo, dopo essere venuto a conoscenza del passato di Book e di quello di cui il ragazzo fosse capace, le congetture di Kiet potevano essere veritiere.

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