"Mi ha fatto un favore"

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Chang'E era seduta ad uno dei tavoli posti fuori dalla biblioteca dell'università. Si guardava attorno piuttosto agitata in attesa che P' Kiet la raggiungesse.

Le lezioni erano rincominciate quella mattine e, la maggior parte degli studenti non aveva ancora ripreso a pieno il ritmo della vita universitaria.

Meno di un'ora prima lei e Nong Non si erano incontrati per stendere il programma di studi per il semestre. Il ragazzo sembrava aver accantonato l'idea di sospendere le lezioni con la giovane per trovarsi un altro tutor contattandola, lui stesso, qualche giorno prima del rientro per fissare quell'incontro.

Chang'E aveva accettato senza ritornare sull'argomento.

La lezione si era svolta come sempre in modo piacevole e stimolante per entrambi, quello stacco dall'ambiente scolastico sembrava aver giovato davvero al più piccolo che, era apparso rilassato e volenteroso di mantenere alto il suo interesse per i nuovi argomenti che s'apprestava ad imparare.

Poi, tutto quell'equilibrio e quella quiete erano scemate in un secondo lasciando che la calma apparente di Non sparisse in un lampo sostituita da una rabbia incontenibile.

Tutto era successo per caso.

Durante una delle brevi pause stabilite Non, si era gentilmente offerto di andare a prendere una bibita rinfrescante visto il caldo torrido di quel particolare periodo dell'anno, alla caffetteria della sede. La tutor aveva accettato con piacere quella tenera attenzione approfittando dell'allontanamento del ragazzo per analizzare meglio il programma di studi di quest'ultimo.

Non era andato via da poco più di qualche minuto quando il suo telefono, abbandonato con noncuranza sul tavolo, aveva iniziato a squillare senza sosta.

Chang'E, imbarazzata per gli sguardi di protesta rivoltigli dai pochi ma attenti studenti presenti nella biblioteca, aveva cercato di rendere l'apparecchio silenzioso senza successo.

Dopo aver rimandato un paio di volte l'interlocutore dall'altra parte dell'apparecchio alla segreteria telefonica, quest'ultimo, aveva iniziato a tempestare di messaggi line la chat del telefono. Fortunatamente Non non aveva impostato alcun codice o altro meccanismo di sicurezza per impedire l'accesso da parte di terzi, alla ragazza era bastato giusto prendere in mano il telefono e cercare nelle impostazioni l'opzione per inserire la modalità silenziosa.

Sarebbe finito tutto lì senza alcuna ripercussione se, l'insistenza del mittente attraverso quei messaggi spediti ininterrottamente l'uno dopo l'altro non avesse bloccato la ragazza nell'impresa.

Piuttosto scocciata da un tale accanimento si era decisa ed entrare nella chat per zittire l'interlocutore con la visualizzazione dei messaggi. Non era certo sua intenzione leggerli ma, in quel momento, presa un po' alla sprovvista, quella le era sembrata la soluzione migliore per evitare di essere cacciata fuori dalla biblioteca a causa del disturbo arrecato.

Non appena ebbe effettuato l'accesso alla chat, una volta visualizzata la sua presenza dal mittente, la comunicazione venne sospesa in attesa di una risposta. La ragazza per caso fece cadere gli occhi su alcune frasi che, con il loro contenuto, ebbero il potere di turbarla.

Richieste insistenti e messaggi alquanto disturbanti, la spinsero a scorrere la schermata per leggere quelli più vecchi.

Più scorreva quello scambio alquanto inquietante di battute fra il suo Nong e l'altra persona, più sentiva uno certo disagio crescere in lei.

Incuriosita all'idea di dare un volto a quella persona così disturbante cliccò sulla foto dell'immagine di profilo osservandone il volto.

"Cosa stai facendo?" Chang'E' non ebbe il tempo di pensare il telefono le venne strappato con rabbia dalle mani di Non.

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