"Non ho mai detto che siamo fidanzati"

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Kiet camminava avanti e indietro freneticamente nell'atrio della facoltà di ingegneria da più di dieci minuti. Le mani dietro la schiena e l'agitazione che ad ogni passo aumentava. Dopo aver parlato con quel cretino di Mike che, a distanza di anni non riusciva ancora a capire la gravità delle gesta di Book o meglio, per tutto quel tempo aveva preferito nascondersi dietro alla classica lavata di mani, il ragazzo si era infine deciso a chiedere un confronto al suo Nong sull'accaduto.

Avrebbe voluto andare da quel bastardo di Book, dargli una bella lezione, benché non si reputasse una persona violenta, ed infine, denunciarlo per tutte le angherie attuate. Quegli atti di violenza nei confronti di Sunan non potevano restare impuniti ancora una volta. Però, un pensiero lo frenava dall'agire.

Dopotutto, seppur con lo scopo di fare del bene, il P' si era intromesso nella vita del Nong senza chiedergli il permesso, scavando nel suo passato senza preoccuparsi se quelle sue azioni avrebbero potuto turbare ulteriormente il più piccolo.

Sunan avrebbe potuto arrabbiarsi per quell'intrusione forzata e, ne avrebbe certo avuto tutto il diritto, ecco perché il giovane era lì, in attesa che la prima lezione dal rientro in università terminasse, ad aspettare il giovane. Voleva aiutare il suo Nong ma, non voleva rischiare di minare il loro rapporto confessandogli quell'intromissione forzata che, avrebbe anche potuto portare ad una sfiducia nei suoi confronti.

Il suo obbiettivo primario era fare in modo che Sunan si sentisse al sicuro, protetto e che capisse che poteva fidarsi cecamente di lui. Era importante per Kiet far capire al Nong che, da quel momento in poi, nessuno gli avrebbe più fatto del male né a lui né ai suo affetti più cari.

Il ragazzo comprendeva bene le ragioni che avevano spinto il più piccolo a mentire. Oltre alla paura vi era stato sicuramente il desiderio di proteggere Non, Chad e lui stesso dalle possibili ripercussioni di Book.

Mentre era in attesa che il più piccolo uscisse dall'aula di fronte all'ingresso, stava pensando a come riuscire a parlare con Chad prima del prossimo incontro del club.

Le lezioni erano rincominciate quel giorno e, dato che l'amico si era volutamente isolato dal mondo durante le vacanze, i due non si erano sentiti. Chad raramente tornava a casa e, quando lo faceva, era come se staccasse la spina, se volesse recuperare qualcosa di perduto. Kiet sapeva che il rapporto con la sua famiglia non era semplice, l'amico era sempre stato vago su quell'aspetto della sua vita ma, dalle poche informazioni raccolte, il ragazzo, si era fatto una sua idea personale a riguardo, sicuro che fosse molto vicina alla realtà dei fatti.

Desiderava comunicare al più presto le informazioni di cui era venuto a conoscenza all'amico, prima avrebbe parlato con Nong Sunan e subito dopo, con Chad.

Chad aveva il diritto di sapere chi fosse davvero Book e cosa fosse capace di fare se contrariato, soprattutto visto il carattere per nulla remissivo e dedito alla sottomissione del violinista. La decisione o meno di continuare lo stesso quella frequentazione sarebbe comunque spettata solo a lui, l'importate per Kiet era far si che quel bastardo non si avvicinasse mai più a Sunan, al loro club e a Non.

Non era un altro enigma da risolvere. Kiet continuava a pensare al quel ragazzino e allo strano atteggiamento adottato con Chang'E, più passava il tempo, più era sicuro che, dietro alle azioni del Nong, vi fosse qualcun altro volto ad indirizzarlo e manipolarlo.

La lezione volse finalmente al termine ed un schiera di studenti del primo anno iniziò ad uscire dall'aula. Kiet osservò con attenzione tutte le porte d'uscita e, quando finalmente scorse fra la massa di studenti, il ragazzo che gli interessava si avviò verso di lui.

"P'...P Kiet. C...cosa ci fai qui?" domandò Sunan piuttosto sorpreso da quella apparizione. Dopo la loro ultima interazione non si era certo aspettato che il ragazzo più grande fosse desideroso di perdere ancora del tempo con lui, durante quelle vacanze, il piccolo si era infine rassegnato alla sua nuova condizione convinto di aver perso per sempre l'affetto del P'.

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