"Colpire dove fa più male"

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Book era seduto alla scrivania davanti al computer, freneticamente, con rabbia, cliccava il tasto del mouse alla ricerca di quelle sole immagini che gli restavano per potersi calmare.

Tutto attorno a lui era un vero disastro.

Pezzi di vetro sparsi qua e là sul pavimento, resti un paio di bicchieri distrutti sotto la sua collera inarrestabile, le sedie rovesciate a terra, i quadri strappati dalla parete.

La telefonata appena conclusasi con suo padre era stata il motore scatenante di quella furia cieca.

Il genitore lo aveva chiamato per informarlo dei ripensamenti e delle perplessità avanzate dal rettore della sua facoltà in merito alla sospensione di quel suo compagno di corso. Quel Chad di cui Book gli aveva parlato spesso descrivendolo come se fosse stato il demonio in terra. Quello che il figlio aveva volutamente omesso al genitore, considerandolo un dettaglio privo di importanza, era stata la provenienza familiare del giovane in questione.

Il padre di Book non aveva minimamente idea di chi fosse Chad, e, prima di venire a conoscenza del suo cognome, nemmeno gli sarebbe mai importato di saperlo.

Per lui, ogni essere umano che, avesse avuto il potere di intralciare la vita del figlio, era degno di essere schiacciato come il più miserevole degli insetti.

Quando il suo secondo genito lo aveva contattato riferendogli delle terribili angherie subite nella sua nuova sede universitaria da quel bullo che si divertiva a molestarlo e, in più occasioni, l'aveva anche spinto ad atti poco consoni ad un ragazzo della sua estrazione sociale, l'uomo non ci aveva pensato due volte ad intervenire di persona.

Book era sempre stato un ragazzo rispettoso, educato e, soprattutto una gran manipolatore.

Negli anni si era costruito una vistosa e rispettabile maschera da bravo ragazzo che, in qualsiasi occasione, l'aveva aiutato a cavarsela. Era sempre stato in grado di celare la sua cattiveria e la sua rabbia agli occhi dei familiari che, un po' per disinteresse ed un po' perché essi stessi le avevano alimentate negli anni, si erano convinti di avere per erede un ragazzo d'oro, un figlio invidiabile che avrebbe fatto grandi cose nella vita lasciando il segno del suo passaggio sul pianeta. Con gli anni, suo padre, si era tuttavia accorto che, spesso, Book tendeva ad eccedere nella rabbia e, soprattutto, nel rancore. Bastava davvero un piccolo torto subito per spingere il giovane alla più risentita vendetta e, fino ad ora, a farne le conseguenze erano sempre state quelle povere vittime ignare che, inconsciamente, gli si erano messe contro. Tutti esseri inferiori, come spesso sottolineava il figlio, alimentato dai pensieri della casta sociale che il genitore gli aveva inculcato sin da bambino, persone inutili che non meritavano di vivere una vita serena dopo l'affronto attuato. Come quel maledetto ragazzino delle scuole superiori che, per poco, non aveva rovinato la vita del violinista accusandolo ingiustamente di averlo quasi spinto giù da quel tetto; per fortuna, l'uomo era riuscito ad insabbiare l'accaduto, certo, il suo amato genito aveva dovuto cambiare scuola ma, in quell'occasione era stato necessario, forse più delle altre volte.

Esatto, perché per il ragazzo, i trasferimenti da un istituto all'altro non erano così estranei, alcuni causati dal peregrinare lavorativo di suo padre e, altri, necessari, a causa di quelle mancanze di rispetto con le quali, il mondo, aveva il coraggio di provocarlo.

L'uomo, dopo essere venuto a conoscenza dell'ennesimo affronto, non ci aveva messo neanche un secondo a contattare il rettore della facoltà di musica intimandolo di procedere con una punizione esemplare e duratura.

"Colpire dove fa più male" era sempre stato il suo motto.

Nel rettore aveva trovato un po' di reticenza all'inizio, l'uomo si era rifiutato giustificandosi dietro al pensiero che, mai prima d'allora, la condotta degli studenti aveva intralciato le attività extra scolastiche ma, il padre di Book, infine, era riuscito a far crollare il suo muro di dubbi, grazie alla promessa di un'ingente donazione sia per la facoltà che per il suo personale aiuto.

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