I WILLIAM'S POV I
Uscii da quella stanza con un magone all'altezza della gola, ma un sorriso in volto per aver ottenuto finalmente un incontro con lui.
Allyson mi corse incontro emozionata, puntando subito i suoi occhi chiari sui miei. Capivo sinceramente come Noah fosse ai suoi piedi completamente: quella ragazza era un angelo e nessuno al mondo se la sarebbe fatta scappare.
«Come sta?» a quella domanda abbozzai un sorriso di circostanza. Evitai di raccontargli dei vari lividi con cui lo avevo visto e del modo in cui tutto di lui si era spento. «Ha detto qualcosa?»
«Si è tagliato i capelli. Completamente.» a quella mia dichiarazione, l'espressione di Allyson mutuò improvvisamente. «Sta bene, almeno così sembra.» inarcò un sopracciglio, chiaramente poco fiduciosa delle mie parole.
Non potevo mentirle così spudoratamente, conosceva quel ragazzo tanto quanto me.
«È un po' spento.» abbozzò un sorriso per celare la tristezza, così le lasciai un bacio sulla fronte e la accompagnai verso l'uscita.
«Ti ha detto qualcosa su di me?»
«Non vuole vederti, ancora.» sembrava ormai affranta per ciò che doveva sentire. «Non vuole farti entrare in questo posto, in nessun modo.» si leccò le labbra, continuando a camminare al mio fianco con la testa china. «Preferirebbe che tu ne restassi fuori, soprattutto nelle tue condizioni.»
Lanciai uno sguardo a quel piccolo pancino che stava crescendo, quel giorno coperto da uno strato pesante di una delle felpe di Noah.
«Lo immaginavo.» alzò lo sguardo su di me e sorrise, finalmente per davvero.
«Non ce l'hai con lui?» mi ritrovai a chiedere, confuso per la sua reazione.
«Comprendo quello che vuole e capisco il suo desiderio, per questo non faccio niente per contraddirlo. Sarà lui a dover cambiare idea.» ero sempre più stupito del suo modo di ragionare e di quanto lei fosse forte e matura per la sua età. Io, al suo posto, avrei dato da matto. «Non nego però che sarebbe bello vederlo.»
«Ha detto che è contento di diventare padre.» sorrise ampiamente, mordendosi il labbro inferiore. «Vorrebbe essere al tuo fianco, sostenerti in questo momento.» la sua aura di emozione mi contagiò notevolmente. «Non puoi capire quanto stia male per questo.»
Eppure, prima che lei potesse rispondermi, qualcuno mi appoggiò una mano sulla spalla in segno di saluto.
Quando mi voltai e riconobbi quei lineamenti, feci un passo verso Allyson per sottrarmi da quella presa fastidiosa. «Leonardo, che piacere!» borbottai, chiaramente sarcastico.
«Wil.» mi richiamò Ally, prendendo un respiro profondo e abbozzando un sorrisetto.
Quanto cuore avesse lei per continuare ad essere gentile con quell'uomo non era nemmeno descrivibile. Pensare a quanto lei fosse capace di ignorare la rabbia e la delusione, mettendo al primo posto il benessere di Drew, confermava ogni mio pensiero.
Il mondo non era abituato ad avere creature del genere, per questo le faceva soffrire. Le distruggeva, pesantemente.
«Buona sera.» Leonardo squadrò con lentezza la biondina al mio fianco, arricciando il naso. «Siete stati da mio figlio?» nel sentire quel nomignolo rabbrividii di rabbia.
Per quale motivo lo definiva ancora suo figlio?
«Sì.» lo fulminai con uno sguardo quando riportò i suoi occhi sulla figura di Allyson, soffermandosi sul suo ventre pronunciato.
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Per Sempre Tuo
ChickLitIN FASE DI SCRITTURA Diventare un automa non era mai stato il suo sogno, ma a volte non sempre le cose vanno come ce le aspettiamo e questo Noah Mancini lo sapeva bene. Lasciandola, si era perso. Era caduto di nuovo nella trappola del lupo e si era...