«Mi stai dicendo che hai mandato fuori casa Noah?» annuii, appoggiando sul tavolo una ciotola delle patatine preferite di Alay.
«Ci stai dicendo... Ci sono anche io Parker.» sghignazzai, poi mi sedetti con le gambe accavallate attorno al tavolo del salotto e scossi la testa.
«In realtà non l'ho mandato via, se n'è andato da solo quando ha capito che sareste venute qui per preparavi per la festa di stasera.» affondai la mano tra le patatine al pomodoro e ne portai una manciata alla bocca.
«Come se potesse succedere il finimondo.» aggrottai la fronte con un sorrisetto sul viso ed Eva scoppiò a ridere.
«Sì Alay, potrebbe succedere veramente il finimondo quando voi due siete nella stessa casa.» la mora davanti a me, che mangiava rumorosamente le patatine, alzò le spalle e poi scoppiò a ridere.
«Che avete portato?» domandai quando il mio sguardo venne catturato da una gruccia appesa all'appendiabiti coperta da un sacco in tessuto dal colore nero che copriva i vestiti.
«Un paio di vestiti perché voi due dovrete aiutarmi a scegliergli, Logan non è così affidabile.» mi alzai per andare a sbirciare e quando aprii la cerniera del sacco i miei occhi si illuminarono dal vestito coperto di strass oro davanti ai miei occhi.
«Invece io ho bisogno di un tuo vestito.» mi voltai verso Alay con le sopracciglia inarcate.
I miei vestiti, quei pochi che mi rimanevano, erano tutti succinti e esageratamente attillati. Per questo non li avevo mai messi, li tenevo dentro l'armadio per ricordare i tempi in cui mi piaceva metterli. Quando ero giovane, per intenderci.
E da qualche anno a quella parte gli unici vestiti che indossavo erano quelli per andare a lavoro e il fatto che Alay ne volesse uno era piuttosto strano dal motivo che la lunghezza arrivava pressoché all'altezza del ginocchio.
«Stai scherzando, vero?» lei scosse la testa, continuando a mangiare patatine. «Gli unici vestiti utilizzabili sono quelli del lavoro e sai che non vado al lavoro con vestitini corti o scollati, mi dispiace... dovrai elemosinare vestiti a qualcun altro.» e feci un occhiolino in direzione di Eva.
La riccia sorrise, passando lo sguardo tra me e Alayna.
«Ma infatti io non parlavo dei tuoi vestiti da lavoro. Sembri una vecchia con quelli addosso.» la ignorai, passando il mio sguardo e le mie dita sopra le varie scelte di Eva. «Ma quei vestitini che non metti da anni.» inclinai la testa con uno sguardo annoiato.
«Chi è che vuoi far ingelosire?» Eva mi tolse le parole di bocca.
«Un certo uomo, rimasto con il cervellino alle scuole superiori.» alzai gli occhi al cielo e tornai seduta al mio posto quando l'esame ai vestitini di Eva terminò con l'ultimo: un bellissimo abito lungo rosa antico dai ricami oro.
«William non si ingelosirà con un semplice abitino succinto.» dichiarai, afferrando altre patatine.
«E dai Allyson. Ho bisogno che lui rosichi dal primo momento in cui mi vede arrivare.» sbuffai, ma non dissi nulla. Le scelte erano sue, le conseguenze pure. «Tu non capisci cosa voglia dire andare dietro ad uno che sbava appena una bella ragazza gli passa davanti.» alzai le spalle. «È frustrante.»
«Possiamo condannarla se quel giocatore da quattro soldi è un coglione?» si rivolse a me Eva, con le mani che le sorreggevano il capo e il labbro inferiore piegato all'infuori nel tentativo di abbindolarmi.
«Sono in camera mia, infondo all'armadio. Non puoi sbagliare.» Alay saltò dalla sedia e corse verso la mia stanza per poi sbucarne fuori con cinque vestitini appoggiati sul braccio.
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Per Sempre Tuo
ChickLitIN FASE DI SCRITTURA Diventare un automa non era mai stato il suo sogno, ma a volte non sempre le cose vanno come ce le aspettiamo e questo Noah Mancini lo sapeva bene. Lasciandola, si era perso. Era caduto di nuovo nella trappola del lupo e si era...