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Sentii le urla di Miguel che ordinavano di non entrare nel mio ufficio, ma la porta si aprì poco dopo e non ne rimasi sorpresa.

«Buongiorno bella bionda.» alzai lo sguardo su Theo, ma lo riabbassai sui miei documenti e sul progetto che stavo programmando sullo schermo del computer. «Ignorami pure quanto ti pare, ti devo parlare di nuove modifiche per la vacanza.»

Scossi la testa, ma non risposi. «Io e Alayna abbiamo deciso che...» lo guardai il tempo che prendesse il telefono e aprisse probabilmente il messaggio che si erano inviati. «Chi non ha soldi, chi è fidanzato e chi non vuole andare a ballare non viene se fa le storie.» scrollai le spalle.

«Non rientro in queste categorie dato che i soldi li guadagno, non sono fidanzata e non ho intenzione di andare a dormire alle nove.» Theo sorrise.

«Fai iniziare la pausa pranzo, dobbiamo cercare un hotel o qualsiasi posto dove dormire.» corrugai la fronte, guardandolo camminare fino alla mia scrivania per mettersi seduto su di essa e girare il computer verso di lui.

Smanettò un po', cambiò diversi siti ma poi prese il telefono e fece una sola chiamata.

«Eva chiama Logan e Wil e digli di venire a casa di Allyson.» gli arraffai il bordo della maglietta, facendogli perdere l'equilibrio.

«Non si farà a casa mia.» ringhiai a qualche centimetro dalla sua faccia.

«Theo... Quindi? Dove e a che ora dobbiamo incontrarci?» il biondino tornò seduto, si sistemò la maglietta guardandomi male e poi riprese a rispondere alla telefonata.

«Il più in fretta possibile.» si alzò, allontanandosi. «A casa di Allyson e Noah.» presi un respiro profondo per non fare danni, poi salvai il progetto e chiusi il computer per uscire dall'ufficio.

Tornai a casa mia con la compagnia di Theo dopo dieci minuti e trovai già tutti in veranda ad aspettarmi. Sì, perché Noah non si sapeva dove fosse finito da due giorni ed ero preoccupata certo, ma dovevo lasciargli il tempo che meritava. Aveva ragione Wil, sarebbe tornato lui.

Spalancai la porta di casa, salutai giustamente Bounty e poi aprii un paio di birre per offrirle ai miei amici. Theo iniziò a guardare qualche sito di prenotazione, mentre noi altri cercavamo voli e mete sul telefono.

«Allora... Qui mi dà la Polinesia a trentamila dollari alla settimana.» Wil, seduto sul divano, gli tirò un cuscino direttamente in faccia mentre tutti aspettavamo ancora Alayna entrare dalla portone d'ingresso.

«Ti sembriamo persone che possono spendere trentamila dollari?» chiese Logan, ingurgitando birra come se non ci fosse un domani.

«Vedi che non capisci Anderson. Trentamila dollari da dividere per sette persone.» Eva fece un rapido conto a mente, ma si ricordò di essere sempre stata una frana in matematica quindi fece il calcolo con la calcolatrice e poi tirò un urlo di shock.

Tutti ci chiudemmo le orecchie, consapevoli degli ultrasuoni che poteva emettere la nostra amica, poi scossi la testa mentre Wil la guardava male.

«Nemmeno a farlo con la calcolatrice. Pensavi venisse duecento dollari a testa?» la prese in giro quest'ultimo, sorridendo quando Logan scoppiò a ridere.

«Tu dovresti difendermi.» l'indice di Eva era puntato contro il petto del suo ragazzo e non ci pensava proprio ad abbassarlo.

«Amore... sono il tuo ragazzo, non l'avvocato delle cause perse.» e pure lui nel giro di qualche secondo riuscì ad avere una cuscinata in faccia e mi chiesi dove Eva avesse preso tutta quella mira.

Non l'aveva mai avuta da quando ne avevo memoria.

«Aspettate, aspettate, fermi tutti.» Theo persino si alzò dalla sedia con il computer in mano e un sorriso smagliante in volto. «Tre camere con vista giardino, qui mi dice che vengono dieci dollari a notte.» corrugai la fronte e mi sporsi per osservarlo.

Per Sempre TuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora