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I NOAH'S POV  I

Era andata in discoteca con Eva ed Alayna.

Mentre io ero seduto nel comodo divano in casa Smith a guardare film e ogni sorta di partita possibile per far compagnia al mio migliore amico, che affermava di non capire un cazzo con le donne.

«Stai davvero chiedendo a me un consiglio?» lui annuì, sicuro di ciò che stava pensando. «Tralasciando il fatto che stiamo parlando di mia cugina, e ancora faccio fatica a sopportare questa cosa, penso che se a te piaccia non devi far altro che dirglielo.»

«Andiamo Noah, passerò per uno sfigato.» alzai gli occhi al cielo. «Si è lasciata da qualche settimana, pensi che mi darà subito un'opportunità?»

«No, sicuramente no. Ma se tu le dici cosa senti, lei potrebbe sempre tenerlo in considerazione e magari pensare tra un po' di tempo di approfittarne.» mi portai alla bocca la lattina di Redbull. «Perché per quanto mi dia fastidio, ho sempre saputo che ad Alay piacevi anche tu.»

«Mah, io non sono così sicuro.» scrollai le spalle.

«Fai come ti pare allora.» rimanemmo in silenzio per qualche secondo, poi lui si voltò verso di me e ghignò divertito.

«E così Allyson e Logan sono diventati migliori amici?» sbuffai, leccandomi le labbra e ignorando lo sguardo insistente di Wil. «E come l'hai presa?» corrugai la fronte.

«La vita è la sua, se vuole essere amica sua io non sono nessuno per impedirglielo.» mangiai una manciata di popcorn, aspettando la seguente domanda. Perché ero sicura che Wil avesse molte altre domanda da farmi in merito all'argomento.

«E se, per puro caso eh, vi fidanzaste? Cosa faresti?» che senso aveva pormi quella domanda? Non potevo di certo impedire alla mia ragazza di essere amica di una persona che mi stava altamente sulle palle, ma pensavo fosse una cosa normale.

«Non farò proprio nulla.» ammisi. «Se vorrà essere sua amica è una scelta sua e ho tutto il dovere di rispettarla, ovviamente è una cosa che non mi farà piacere ma che ci dovrei fare? Obbligarla e segregarla per far sì che non lo incontri quando io non ci sono?» Wil scoppiò a ridere a causa del mio tono ironico finale.

«Sei cambiato davvero dai tempi del liceo.» scrollai le spalle. «L'Italia potrebbe averti fatto bene in fin dei conti.»

«Dovevo solo prendermi del tempo, distaccarmi da qualcosa che mi faceva male e riprendere in mano il controllo della mia vita.» mi stesi per afferrare il telecomando sul tavolino. «Ora possiamo dire che sono una persona un po' più matura e con un po' di sale in zucca.»

«Come va?» mi voltai per guardarlo mentre facevo zapping alla televisione. «Con quella storia.» precisò.

«Mi ha chiamato l'avvocato l'altro giorno per informarmi della situazione.» se ci pensavo era ancora dura immaginare le conseguenze, dove sarei finito e a causa di chi. «È stabile, non hanno ancora nulla.» Wil sorrise e si allungò per accerchiarmi le spalle.

Poi mi tirò a sé e mi scompigliò i capelli, di conseguenza mi allontanai rifilandogli un'occhiataccia. «Non so come possa migliorare, credo sia tutto un grandissimo casino.»

«Avevi solo quattordici anni, non puoi rimproverarti qualcosa.» deglutii.

«Avevo comunque un cervello per pensare e avrei dovuto immaginare che tutto quello non mi avrebbe portato a nulla di positivo.» la tensione era alta attorno a noi, ma venne spezzata dal rumore della porta che si richiuse subito dopo.

«Ho un problema.» davanti ai miei occhi avevo la figura di Jane. Non riuscii a trattenere una risata.

La chioma fluente che aveva sempre avuto da quando l'avevo incontrata in quella strada italiana, in quel momento era un completo disastro: a sinistra le ciocche le sfioravano addirittura i fianchi, ma a destra la situazione non era messa proprio bene.

Per Sempre TuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora