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ATTENZIONE: QUESTO E TUTTI GLI ALTRI CAPITOLI CONTENENTI FLASHBACK SARANNO NARRATI IN TERZA PERSONA!

Erano entrambi così diversi, ma allo stesso tempo troppo simili. E nemmeno lo sapevano.

Noah Mancini, terribilmente misterioso e dai sorrisi nascosti, era appoggiato vicino alla macchinetta della sala relax mentre i suoi amici – quelli che lo avrebbero sempre seguito in ogni dove – stavano scherzando tra di loro, lanciandosi merendine.

«Tanto non la prende.» sbeffeggiò Theo Carlisle come se lo conoscesse da una vita.

Eppure lo aveva conosciuto al primo allenamento della stagione. Il coach lo aveva ritenuto un ottimo giocatore, quello di cui fidarsi nei momenti in cui la tensione nel campo cresce e il gioco di squadra inizia a fare acqua. E Noah si era chiesto più volte come un semplice primino potesse ricevere complimenti tanto onorevoli da parte del coach.

Era stato Theo a parlargli per la prima volta, chiedendogli come fosse giocare come tight end, e Noah lo aveva semplicemente guardato dall'alto al basso con curiosità.

Mai un nuovo arrivato in squadra si era rivolto il primo giorno di allenamento a quelli più grandi, non era mia successo finché lui ne aveva memoria.

E poi, non si sa come né il perché, la loro amicizia era stata semplicemente una scalata verso l'alto.

Entrambi sentivano di poter essere sé stessi, di poter scherzare e parlare seriamente in tutta la tranquillità del mondo al fianco dell'altro. E la cosa era andata bene a tutti.

«Fai silenzio tu.» lo riprese il biondino, fulminandolo dal mezzo della stanza mentre si gettava a peso morto contro Brad Parker.

William Smith scoppiò in una risata fragorosa, tenendosi la pancia mentre affondava maggiormente contro lo schienale dei divanetti – occupati interamente dalla squadra di football.

Theo e Brad persero l'equilibrio, ma evitarono una pessima caduta aggrappandosi al corpo muscoloso di Mason Mitchell in coda per prendersi la barretta energizzante che adorava.

«Cristo, state attenti.» a quel punto pure Bryan Scoot scoppiò a ridere, coinvolgendo tutti tranne Noah che puntò il suo sguardo sulla ragazza dai capelli mori che sfilava con le cuffie nelle orecchie dall'altra parte della vetrata della sala relax.

Alayna Parker era davvero una delle primine più belle. Era un dato di fatto. 

E la cosa a suo cugino e a suo fratello non stava per nulla bene.

«Amico...» borbottò Budley Cooper, uno dei giocatori seduto accanto a William, colpendo con una gomitata il fianco di un suo amico mentre le posava gli occhi addosso con bramosia. «Dio se me la farei.» Noah indirizzò lo sguardo su di loro, improvvisamente agitato.

«Chiudi la bocca Cooper.» e come facesse sempre a sentire anche il minimo spostamento d'aria era un dubbio che avevano tutti.

Alayna Parker, con le cuffiette nelle orecchie e la matita che fermava quei capelli scuri, camminava sicura tra i corridoi di scuola ignorando i compagni che le puntavano lo sguardo addosso. Indossava una gonna di jeans che le fasciava perfettamente le gambe e una maglietta nera aderente che le metteva in risalto il seno prosperoso.

Nessuno poteva dire che fosse brutta.

«Smettila di fare la sentinella.» lo richiamò fastidiosamente il suo migliore amico, lanciandogli una pallottola di carta per destarlo dalla figura di sua cugina. «Tua cugina è una bomba sexy e non puoi evitare che i maschi non facciano commenti.»

«Sì che posso, è comunque mia cugina ed ha ancora quindici anni.» William scosse la testa, portandosi la matita alle labbra e incrociando i piedi sopra il tavolino davanti al divanetto su cui era seduto.

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