Futuro

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"Io conosco la gente, cambia in un giorno. Elargisce con la stessa generosità il suo odio e il suo amore."

Voltaire.

Mattino della vigilia di Natale.

La sala grande lentamente iniziava a svuotarsi;
colma di visi felici e sorridenti, impazienti di ritornare a casa.

E si aggiravano per il castello due anime , che una casa non ce l'avevano più.

Sempre lì, sempre lì sola.
Appollaiata sulla torre di Astronomia, per tutto il giorno, senza alcuna intenzione di uscire da lì.

Aveva letto tutto il libro, come ordinato da Silente.
Non faceva altro che sfogliare e rileggere quella dannata pagina.
La Camera dei Segreti.

Ripose il libro sul tavolino, avvicinandosi alla ringhiera, lasciando che il suo sguardo si perdesse fra le nubi...

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Dopo la sua dose di sangue argenteo mattutina si alzò dal letto molto tardi, verso le 10.

- Giorno - disse mentre si strofinava gli occhi, assonnata.

Ron ed Harry erano seduti comodamente nella sala comune, oramai deserta, a leggere la Gazzetta del Profeta.

- Ron, credevo tornassi a casa con i tuoi fratelli-
- Scherzi? Con tutto quello che sta succedendo?-

Tentava di non pensarci, per quanto potesse.

Harry le sorrise debolmente, avvicinandosi a lei dandole un bacio.

- Dov'è?-
- Sulla torre di astronomia, l'ho vista quando sono andata a salutare Ginny- rispose Ron.

- Sentite, dobbiamo risolvere - disse Hermione prendendo in mano il discorso
- Non credo sia il caso, se vuole stare sola dobbiamo rispettare la sua scelta- rispose Harry
- Io sono d'accordo, ma , ho paura della sua reazione, è allo sbando-

- Ha ucciso una persona! Come pensi che possa stare? È colpa mia-
- No Hermione, è una colpa di tutti noi-
- Soprattutto la mia - rispose Harry lanciando il giornale sul tavolino.

Decise di assecondarli .

-Vado a parlarle-

Silenzio.

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Un solo movimento.

-So che sei lì - disse con tono smorto

Rimase in silenzio, avvicinandosi a lei.
Un silenzio che valeva più di mille parole.

Si appoggiò anche lui alla ringhiera.

- Avvolte mi chiedo che cos'altro dovremo affrontare, come se ciò non fosse bastato- disse lei avvilita.

- L'importante è che la prossima volta non sarai sola-

Si guardarono negli occhi.

Kaytlyn distolse lo sguardo, scuotendo la testa.

- Metterci una pietra sopra non risolverà le cose-

Le prese la mano.

- Andrà meglio -

Cedette allo sconforto, corrucciando il viso, abbracciandolo.

Si rivolse al suo orecchio, sussurrando poche ma esaustive parole:
- Non posso perdonare, non
più-

Si liberò dalla debole presa di Harry.

Tu ed Io? Impossibile Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora