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" Ognuno è artefice del proprio destino"

Sallustio

Le cinque. Hermione sbloccò la porta, permettendo alla sua professoressa di Trasfigurazione di entrare di soppiatto.

Era allo sbando, trasandata: in circostanze differenti non si sarebbe mai mostrata così al cospetto di un professore, tanto meno dalla sua insegnante prediletta.

-Buon pomeriggio signorina Granger, ecco a lei il programma settimanale, nella speranza che possa riprendersi al più presto-

Ceduta la pergamena alla giovane grifondoro la scrutò, valutando se raccontarle dell'accaduto o meno.

A malincuore tenne la bocca chiusa.

- Buona giornata- concluse austeramente.

Clack.

Rilesse il programma diverse volte, poi si mise con calma dinanzi alla sua piccola libreria per scegliere i volumi adatti.

Afferrò il tomo di Incantesimi e lo ripose sullo scrittoio.
Fece per prendere un'altro libro: avvertí qualcosa tremare.
Mise a fuoco l'immagine.
Erano le sue mani.
Iniziò a singultire , atterrita dallo sgomento.

Cadde in deliquio.

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-Respira!?-
- Sí signor Weasley, plachi la sua ansia-
rispose tranquillamente Silente.
- È rinvenuto almeno una volta? Ha farfugliato qualcosa?-
- No, almeno non in nostra presenza-
- Bene, applicate lui un unguento ricostituente; Minerva, trova Severus.                                      Non c'è tempo da perdere.

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Scaraventava libri sul tavolo di legno brunito qua e là, quasi affetta da schizofrenia.

Scivolava da un lato all'altro alla velocità della luce.

Controllando che nessuno la stesse osservando, si accovacciò sul pavimento a scacchiera, per poi spostare con non poca fatica una mattonella.

Diede un'altra occhiata alla porta.                Nessun movimento.
Non indugiò oltre.

Si lanciò nella botola.
Chiuse gli occhi, concentrandosi solo sull'attrito del suo vestiario con la pietra fredda.

Non appena giunse alla fine del tunnel balzò su delle assi di legno.

Sospirò.

Non appena si ricompose si affrettò a prendere tutte le boccette delle pozioni da lei preparate di nascosto lì.

Vacillando raccolse gran parte delle fiale: non poteva portare tutto con sè, non poteva lasciar che loro portassero alla luce le abilità che aveva acquisito in quel periodo, quei preparati ne erano la prova lampante.

Non indugiò oltre: si allontanò di qualche metro, per giungere alle scalette da lei costruite per riportarla in superficie, con un leggero movimento a spirale con la sua bacchetta sussurrò: - Bombarda -

Il rifugio iniziò a collassare su di esso: aveva calcolato tutto.

Uscita con fatica dalla botola si assicurò di sigillarla a dovere.

Passi.
Passi che si avvicinavano a lei inesorabilmente.

Con uno scatto fulmineo scrutò la porta, afferrò degli abiti puliti e lì infilò di fretta e furia.

Si precipitò a sedersi sulla poltrona, assumendo aria impassibile, con la falsa intenzione di terminare una ricerca.

- Che cosa succede qui?-
- Nulla di particolare, sto studiando, come sempre.-
- Sudicia mocciosa , che diamine hai sul viso ?!-

Tu ed Io? Impossibile Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora