Dubbi e incertezze

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" Trovare la speranza richiede un lungo cammino, ma meno arduo se si intreccia la mano della persona giusta"

La mente di Ron vagabondava qua e là:
pensava che magari stando vicino alla sua amica ella si sarebbe avvicinata di più a lui.
Era ancora innamorato di lei, e ora che sapeva che anche Harry lo era tutto ciò lo rendeva ancora più nervoso e insicuro.
Tentò di scacciare quei pensieri, invano.

Ora di cena. I due grifondoro stavano rientrando al castello:
- Grazie, mi sento un po' meglio, mi sono divertita- disse la riccia accennando un lieve sorriso.
Harry fece spallucce, sfoderando un sorriso sghembo: per un attimo Hermione sembrò dimenticare i suoi pensieri nel cassetto più remoto della sua mente, fissando solamente i suoi occhi.

Rimasero lì, a guardarsi e a chiacchierare, saltando così il pasto.

- Signor Weasley, ho bisogno della signorina Granger e Harry. Urgentemente. -
Ron così abbandonò il suo adorato pollo per andare a cercare i suoi amici, l'ultima cosa che voleva fare: temeva di trovarli avvinghiati l'uno all'altra, Harry intento a consolarla... e lui?
Sempre lì, a ingurgitare il boccone amaro.

Trovò i due seduti nel cortile a parlottare amabilmente.
- Uhm ragazzi , vi cerca Silente: pare sia urgente-
I due si guardarono inquieti. Ron cercava scioccamente di capire se fosse successo qualcosa fra loro.

- Vorrà sicuramente parlare dell'accaduto- espose Hermione con occhi assenti.
Ron le mise la mano sulla spalla:
- Andate, vi aspetto in Sala Comune-
- Ci vediamo lì, non addormentarti, dobbiamo ripetere pozioni- rammentò lui Harry

Si fecero un saluto bonario e così i due, nonostante l'ora tarda si incamminarono nell'ufficio del preside.

- Sorbetto al limone-

Era seduto sulla sua magnificente sedia a leggere un tomo.
- Oh Harry, signorina Granger- esclamò invitandoli ad accomodarsi.
- Probabilmente vi sarete già immaginati il motivo di questa convocazione-
-Sí-
- Signorina Granger, le chiedo di fare un grande sforzo, ho bisogno che sia lucida-
Lei annuí con gravità.
- Ho ripensato e ripensato all'attacco di Voldemort e ogni volta che mi avvicino alla soluzione quella mi sfugge.
Quella sera egli cercava qualcuno, o meglio dire, qualcosa.
I suoi seguaci si sono avventati specificamente su Cedric Diggory: ovviamente non era il ragazzo l'obiettivo, ma lei...-
Harry provò a ragionare.
- Il punto è: perché?- concluse Silente
- Riesce a ricordare che cosa indossava?-
Lei con grande titubanza rispose:
- Avevo un vestito verde e porpora, oserei dire che fosse incantato e-
- Qualcosa di più piccolo signorina Granger- incalzò il rettore.
- Un parure di orecchini e una collana e poi l'anello di... fidanzamento-
- Potrebbe mostrarmeli?-
- L'anello è qui con me-
Lo estrasse dalla tasca e con devozione lo appoggiò sul tavolo.
Silente , sbigottito, indietreggiò.
- Il signor Diggory come ne è entrato in possesso?- chiese quasi balbettando
- Lo abbiamo comprato assieme , in una bottega ad Hogsmead-
- A che epoca risale?- domandò, oramai sempre più convinto e sicuro di sapere con ciò avevano a che fare.
- Anni..quaranta...- Hermione iniziò a collegare i pezzi.
-  È chiaro come il sole: questo oggetto è di sua proprietà-
Si alzò dal tavolo, iniziando a camminare avanti e indietro, sapendo che quella piccola pietra nera non era altro che uno dei doni della morte.
- Dovresti essere morta-
- Che cosa? Cosa intende professore?- domandò Harry con fervore
- Non è un anello comune : non posso dirvi di più miei cari, ma, signorina Granger , ho un'altra domanda-
- Indossava dei guanti di pelle di nero delle ebridi alla festa?-
- Ehm sí, sono estremamente rari e volevo indossarli per l'occasione-
Arcano risolto. Il potere dell'anello era nullo a contatto con la pelle di questo drago millenario.
- Hanno fatto da scudo... proprio come pensavo- rimuginò a bassa voce
- Devo chiederle di lasciarlo a me-
disse con tono che non accettava repliche.
La ragazza abbassò la testa e si congedò.
- Professore, quindi Voldemort sta cercando quell'anello?-
- Sí Harry, ne sono certo. È di vitale importanza per lui, altrimenti non avrebbe mai attaccato l'intera scuola. Ho provveduto assieme al Ministro ad aumentare le difese del castello. Ora sono quasi impenetrabili.-
- Arriverà il momento in cui ti racconterò tutto mio caro ragazzo, ora devi stare vicino alla signorina Granger, devi riferirmi se ricorda qualcosa. Devi tenerti stretto gli amici.
Cose oscure vegliano su di noi;
ora va-
- Buonanotte professore-

Clack.

Rincorse Hermione: si era appartata all'inizio del corridoio, accasciata a terra.
- Ti prego, lasciami sola-

Harry non replicò e malincuore acconsentí alla richiesta della sua amica.
Temeva ancora che potesse farsi del male inconsciamente.

Tornò in sala comune, Ron era appisolato sul divanetto ; decise di lasciarlo lì tranquillo.

S'insinuò cautamente nel dormitorio maschile e s'infiló velocemente sotto le lenzuola.
Era stanco. Distrutto.
Se non fosse stato per il povero defunto Hermione sarebbe morta; il solo pensiero lo fece rabbrividire.
Chiuse gli occhi.

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Qual è il modo migliore per iniziare un nuovo dí? Ma ovviamente con una bella strigliata da parte del professor Piton.

I due ragazzi non avevano ripetuto la lezione del giorno, facendo perdere così 10 punti a Grifondoro.
Hermione seguiva tutte le lezioni, taciturna, rispondendo solamente se interpellata.

Sarebbe mai tornata la giovane so tutto io che noi conosciamo?

Dopo spossanti e tediose ore di Divinazione e Artimanzia la ragazza rientrò nella Sala Comune per dedicare del tempo ad un libro preso nella biblioteca riguardo le antiche rune, sua materia prediletta.

Nel medesimo istante i gemelli Weasley e Ronald varcarono il quadro della Signora Grassa.

I  due, intenti a punzecchiarlo e strattonarlo lo spinsero verso la ragazza:
- Ciao Hermione, mi chiedevo se ti andasse di venire all'allenamento di oggi, ehm di Quidditch-

La riccia era sorda alle sue parole: sembrava che ogni cosa che le ricordava Cedric cercasse di soffocarla.

Sopraggiunse anche Harry che fu spettatore di quella proposta:
- Sù vieni, potrai prendere appunti riguardo la disciplina- disse Harry scherzando

La sua risata la ridestò.

- E va bene, ma solo per mezz'ora.-

Ron fece tesoro di quel 'sí' da parte di Hermione; voleva mostrarle quanto era bravo a destreggiarsi sulla scopa, non pensando minimamente al dolore che la ragazza provava ancora.

Ron ed Harry entrarono nel dormitorio maschile per prepararsi.
L'equilibrio della loro amicizia era appeso ad un filo molto precario.
- Come ti sembra Hermione?- attaccó il rosso
- Mi sembra si stia riprendendo poco a poco, dopotutto è passata solo una settimana-
Ron continuava a fremere. Non sapeva come dirglielo.

- Harry, io ..... io non voglio entrare in competizione con te per lei-
Si voltò a guardarlo, quasi disgustato.
- Ma come puoi pensare solamente a questo?!Lo vedi in che stato è ridotta? Una cosa deve essere chiara ad entrambi: lei lo ama ancora.
In ogni caso, le sto vicino per alleviare il suo dolore come amico e dovresti farlo anche tu, visto che è quello che siamo per lei e soprattutto ciò di cui lei ha bisogno. Amici.-

- Scusa. È solo che ho paura, io la...-
- Ne sono consapevole. Anche io. Ma non le farei mai e poi mai pressione, soprattutto in questo momento.-

Se solo Ron fosse a conoscenza di quella notte in cui avevano dormito l'uno accanto all'altra.
Non osò immaginare.

Alla fine si prepararono di tutto punto per quell'allenamento cruciale. Presero le scope ed uscirono dal castello.

"Almeno mi distraggo un po'" pensò Hermione riempiendo la sua bisaccia.
Riordinò velocemente i suoi effetti personali e li ripose nella cassettiera, si pettinò sbadatamente i capelli e richiuse lo specchietto.

Con un semi sorriso uscì dalla sua stanza e si diresse nella sala comune.

I suoi occhi rotearono verso l'alto, incontrollati.
I suoi arti superiori e inferiori cedettero.
Bava bianca uscì dalla sua bocca.
Cadde a terra, priva di sensi.

La maledizione era iniziata.

Tu ed Io? Impossibile Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora