Hermione

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Credevo che quest'anno sarebbe stato migliore; speravo che avremmo potuto avere una tregua.
Che sciocchezza

Tra me e Cedric era scattata la scintilla la prima volta che ci siamo incontrati.
Ricordo ancora la sua proposta l'ultimo giorno di scuola.

Tutto era perfetto, io e lui eravamo felici più che mai.
Sembrava una favola, quelle che si trovano nei libri per babbani, ognuna con il lieto fine.
Che io non ho avuto.

Le nostre mani non potranno intrecciarsi mai più.
Per colpa di quell'anello dannato non potrò più averlo qui, accanto a me, pronto a dispensare i suoi sorrisi.

Tutto causato da quel piccolo oggetto.

Non so cosa mi stia accadendo:
sono giorni che svengo, perdo il controllo degli arti e un dolore lacerante tortura la mia mente.

Ho cercato ovunque, addirittura nella sezione proibita; niente di niente.

Con grande forza di volontà forse riuscirò ad arginarla per qualche tempo, ma non in eterno.

Harry?
No, non posso continuare a mentire a me stessa e a giocare con i suoi sentimenti.

Credo di provare qualcosa per lui, qualcosa di diverso dall'amicizia.
Qualcosa di incontrollabile.
Me ne sono resa conto quel giorno alla stamberga strillante: nulla sarà più come prima.

E per quanto io cerchi di negarlo il pensiero di lui affiora ogni giorno.
Non posso fare questo a Cedric.
Devo evitarlo.
Devo.

Ogni volta che lo guardo da allora provo qualcosa di estrano al mio corpo, come se qualcuno mi versasse un secchio di acqua bollente addosso.
Mi ustiono, ma sopporto. Non a lungo.

Ogni notte faccio lo stesso incubo:
lui disteso sulle mie gambe, privato della vita, con occhi lattiginosi e assenti, io inizio a gridare fino a graffiarmi la gola e poi appare il Signore Oscuro , sorride e sghignazza; io inizio ad inseguirlo, urlando contro di lui, arrivo davanti l'aula di Difesa contro le Arti Oscure e cado in un vortice buio.

Sento solo la sua voce viscida che mi dice:
-Buona morte.-

Questa frase mi tormenta ad ogni risveglio, durante le lezioni, le pause, mentre studio.

È un messaggio.
Un presagio.

E se il mio malessere fosse collegato a tutto ciò?
E se stessi....lasciando questo mondo?

Voglio venirne a capo da sola.
Silente ha già troppi grattacapi e...
non ho intenzione di parlare con Harry,
per nessuna ragione.

Se lo dicessi a Ronald e Ginny ne parlerebbero immediatamente con Harry , per poi dirlo a Silente.

L'unica persona a cui posso dirlo è Kaytlyn.

Non mi sono comportata bene, anzi non ci siamo comportati bene con lei.
Credevo che non scriverle per lasciarla in pace sarebbe stata la scelta giusta , invece l'abbiamo lasciata sola, affannata da mille problemi

Lei invece non ha esitato a scrivermi e a consolarmi immediatamente.

Le troppe preoccupazioni mi stanno annebbiando la mente.
Ho costantemente paura, per me e per gli altri .

So solo che quel bastardo la pagherà per tutto quello che ha fatto; ha ucciso centinaia e centinaia di maghi a sangue freddo, distrutto la vita di Harry.

Non può affrontare tutto ciò: è solo un ragazzo di 15 anni , dannazione.

Adesso la situazione è troppo complessa: non sappiamo cosa fare, chi cercare, come rallentare la sua ascesa.

Persino Silente, non mi sembra più stabile,
sembra anche lui vagabondare nel buio.
Non c'è un piano.

Potrebbe attaccarci in qualsiasi momento e non possiamo far nulla per impedirlo.

Iniziò veramente a temere il futuro.
se solo si potesse cambiare ciò che è avvenuto...

———————————————————————-

Hermione seguì pedissequamente le lezioni, senza mai lasciarsi distrarre, o quasi.

Rimase incollata a Ginny. Per tutto il giorno.

Si sentiva come se la stesse usando, ma era l'unica persona che in quel momento non le smuoveva disagio o preoccupazioni, anzi; era sempre così gioviale e franca con lei.

Di tanto in tanto si girava a guardare Harry, che per tutta risposta la osservava, perso e mesto.

Immediatamente si rigirava verso la cattedra, con il cuore che palpitava, sregolato.

"Basta"

- Ehi, non vieni a pranzo?-
- Ehm scusa Gin, non mi sento molto bene, torno nella mia stanza-

La ragazza annuí e la salutò velocemente.

I suoi passi veloci echeggiavano ovattati fra le scale.

Socchiuse con cura la porta, accompagnandola lentamente.

Si accomodò sulla sua poltrona di velluto dinanzi allo scrittoio.

Fece un respiro profondo, con le mani fra i capelli.

Affondò la penna nell'inchiostro blu che aveva comprato ad Hogsmead per le grandi occasioni e la fece scorrere sulla ruvida pergamena:

Cara Kaytlyn ,
mi dispiace.
Credevo che scrivendoti avrei soltanto peggiorato le cose.
Ma c'è veramente qualcosa peggio di ciò che sta accadendo?
Ti prego di scusarmi, anzi, scusarci.
Devi promettermi che ciò che sto per dirti rimarrà fra noi; comincio ad essere preoccupata perché non ho risposte.
Credo di essere malata: qualche giorno fa sono svenuta, mi sembrava che il mondo vorticasse attorno a me e mi fa male costantemente la testa, come se qualcuno o qualcosa la stesse colpendo ripetutamente.
Perdo il controllo di me stessa, il mio umore muta di continuo e non capisco cosa possa essere.
Ho persino sbirciato nella sezione proibita: non ho trovato nulla, e questo non fa altro che aumentare la mia ansia.
So che non dovrei lamentarmi, so solo che stai vivendo un inferno; spero che quando tornerai avrai il coraggio necessario per raccontarmi cosa è successo.
Anche se siamo lontane chilometri e chilometri io sono sempre con te, che tu lo desideri o meno ;)
Spero tu sappia quanto tu e la tua aura siate indispensabili per me.
Ultima cosa, forse la più importante: ho preso parte ad un colloquio privato con Harry e Silente; avevi ragione.
É venuto qui. Per il mio anello.
Cedric me lo aveva regalato per il nostro fidanzamento, lo avevamo acquistato ad Hogsmead.
Non so come sia possibile ma quel coso è di sua proprietà.
Ho veramente la necessità di vederti, ti prego torna presto.
Ah, c'è un'altra cosa: credo, credo di provare qualcosa per, per qualcuno che conosci molto bene. È tutto così strano e confuso, non ho risposte, per nulla.
Ti prego, cerca di stare lontano dai guai.

La tua migliore amica , Hermione

Fece appena in tempo a sigillare la lettera per poi accorgersi che non era sola: Harry era sull'uscio, che la osservava in silenzio.

Più tentava di evitarlo, di resistergli e più lui inconsciamente la opprimeva.

-Possiamo parlare?-

-No. Scusami, ho da fare-

Per una frazione di secondo i loro sguardi collisero; lei immediatamente abbasso il capo, e con un paio di falcate uscì dalla stanza , dandogli una spallata.

"Ahi" pensó Harry

Cominciava a non sostenere più questa situazione.
Doveva parlarle, a tutti i costi.

Tu ed Io? Impossibile Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora