Nella morsa del ragno

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La verità si rafforza con la luce e con il tempo, la menzogna invece con la fretta e l'incerto.

Tacito.

Voci sfocate e decentrate.
Potevano udire solo il crepitare delle loro dita sulle uniformi.

Lei, presa da una schizofrenia celata,
incredula che lui fosse corporeo, non come nelle sue visioni.

Lui, ancorato con un abbraccio a lei, stringendola sempre più, punendosi del dolore che le avrebbe causato di lí a poco.

Disuniti dallo stupore Ron ed Hermione erano rimasti calcificati da quella scena; dopo qualche istante si sbloccarono.

Harry lasciò loro spazio;
Hermione la prese per il viso, ricalcando la lunga cicatrice che le solcava la guancia.

Brividi al ricordo; la maledizione Cruciatos, le corde, la daga nel ventre.

- Che cosa ti hanno fatto - mormorò Hermione cupa.

Silenzio, solo un silenzio opprimente.

- Posso salutarla anche io?- chiese scherzando Ron.

Si avvicinò a lei:

- Bentornata a casa -

Le labbra della ragazza si arricciarono impercettibilmente.

Il rosso ruppe il ghiaccio abbracciandola, rendendosi conto di quanto fosse glaciale.

- Ti accompagniamo al dormitorio , io ed Hermione abbiamo una stanza privata. Devi assolutamente vederla!-

- Va bene- rispose, pronunciando le prime parole dal suo arrivo.

Fece per prendere la sua bisaccia da terra.
La sua mano sfiorò quella di Harry: guardandosi ancora negli occhi il ragazzo tentò di comprendere cosa avesse indurito il suo sguardo, invano.

- La porto io- le disse.
- Grazie-

- Ci guidi tu Ron?- chiese Hermione con tono allegro.
- Sarò il tuo Cicerone Kay.-
- Ah perché lo hai anche studiato ? Fiera di te- rispose la riccia, nel tentativo di scatenare una risata sul viso dell'amica.

In fila indiana: Ron avanti, le due subito dietro di lui ed Harry per ultimo, assorto nei suoi pensieri.

Hermione agguantò la mano della ragazza:
- Tutto bene?-
- Non parliamo di me, tu come stai?-

Non aveva alcuna intenzione ad accennare qualcosa della sua visione, anche perché non sapevano neppure che era in grado di poterle percepire.

Nemmeno lei stessa sapeva che avesse il dono della preveggenza.

- Sto bene. Non ho avuto tempo di dirtelo ma Silente mi fa assumere il sangue di unicorno, come hai proprio detto tu nella lettera di qualche giorno fa-

- Sono contenta che stia funzionando-

- Non sembri molto entusiasta...-

- Sono semplicemente esausta-

La squadrò da capo a piedi; era vero, sembrava un cencio esausto, eppure quello squarcio sul viso le sembrava dire qualcosa in più.

- Eccoci qua, Hermione- fece cenno lei di aprire la porta.
- Benvenuta nella mia umile dimora- disse la riccia sorridendo

- Vedo che hai fatto un bel salto di qualità - disse Kaytlyn guardando in giro per la stanza.

Un secondo letto.
Un paio di scarpe vecchie di Harry sopra di esso.
La sua mente inizió a perdere stabilità.

Tu ed Io? Impossibile Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora