Capitolo 33

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Come faceva a essere bella anche così?

Elizabeth buttò giù la testa, lasciandosi cadere tutti i capelli davanti al viso prima di iniziare a raggrupparli tra le mani. Si raddrizzò, finendo di avvolgere l'elastico nero attorno alla massa castana. Si sfilò qualche ciuffo dalla coda alta e fece una smorfia guardandosi allo specchio.

<<Forse ho esagerato un po'>> commentò stirandosi con le mani la maglietta slargata e macchiata dei Rolling Stones che aveva trovato accartocciata infondo all'armadio.

<<E' proprio il risultato che volevamo ottenere>> ribattei dandole una pacca sulla schiena e afferrando la sua borsa da terra, dove avevamo infilato i nostri cambi di vestiti per la festa di Jake a cui saremmo andati più avanti nella serata.

Con un gemito di lamentela mi seguì fino alla porta di casa.

<<Mmm>> disse Derek guardandoci e inclinando la testa di lato. <<Okay>>

<<Divertitevi>> mormorò invece Katy, forzando un sorrisino e trovando difficoltà a non abbassare lo sguardo sui nostri vestiti. <<Fate gli auguri a Jake da parte mia>>

In macchina Liz continuava ad abbassare lo specchietto e sistemarsi i capelli con le mani. Si muoveva irrequieta sul sedile e alternava risatine a sospiri.

<<Lo sai che stavo scherzando, vero, quando ti ho proposto di andare in tuta?>> chiese a un certo punto. <<Era solo perché tu mi avevi assicurato che avrei potuto. Però era una battuta>>.

Una risata mi uscì dalle labbra. <<Una bellissima battuta che è diventata realtà>>.

Quando l'avevo invitata alla festa organizzata dai miei genitori, avevo capito subito che avrebbe preferito fare altro. Con una smorfia in viso mi aveva chiesto se avesse dovuto rimettersi i tacchi, come alla cena in cui aveva conosciuto i miei e all'aperitivo successivo. Scherzando, le avevo detto che fosse stato per me sarebbe potuta venire anche in tuta da ginnastica. Ero rimasto sorpreso quando mi aveva chiesto di farlo per davvero, e da quel momento non avevo potuto smettere di pensare alla faccia che avrebbero fatto gli invitati a vederci arrivare conciati in quel modo. Lo stavo per scoprire e non avevo intenzione di fare retro-front.

<<Ho cambiato idea>> tentò di nuovo una volta che fummo scesi dalla macchina, tirandomi il braccio. <<Torniamo indietro>>

Stavo straordinariamente comodo in quei pantaloni, per nulla al mondo mi sarei ficcato in un completo prima dello stretto necessario. Per quella serata avevo dovuto frugare nei vecchi borsoni di calcio fino a quando non avevo trovato una semplice maglietta bianca dalla stoffa ormai rovinata e i pantaloni sportivi di cotone che per anni avevo usato come pigiama.

<<Ormai è troppo tardi>> ribattei divertito. Iniziai a trascinarla con me.

<<Non è vero>> rispose. <<Abbiamo il cambio in macchina.>>

Lei mi si mise davanti e mi poggiò una mano sul petto nel tentativo di farmi fermare. Scossi la testa. <<Ma quello è per dopo>>.

<<Lo possiamo usare anche ora>> continuò.

Lei era disperata, ma non si rendeva conto di quanto non facesse alcun effetto su di lei il pantalone slargato o il non essersi truccata.

Le bloccai i polsi con un sorriso e la guardai. <<Sta tranquilla, sarà divertente>>.

Incurvò le spalle con uno sbuffo e tornò controvoglia a camminare.

<<Sì>> bofonchiò. <<Divertente quanto sbattere il mignolo sullo spigolo della porta.>>

Non mi aspettavo di trovare teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora