Quella mattina mi ero svegliato con un nodo allo stomaco, perciò non era stato difficile aspettare di arrivare al bar per fare colazione.
Arrivai qualche minuto dopo di Jake, che trovai seduto al tavolino. Non appena mi vide, mi fece un cenno con il capo e un mezzo sorriso che mi fece sentire peggio di quanto già non stessi.
<<'Giorno>> salutai sedendomi davanti a lui e iniziando a far rimbalzare involontariamente la gamba, provando a scaricare un po' di tensione dal mio corpo.
L'ultima volta che avevamo parlato era una settimana prima, quando si era arrabbiato con Elizabeth per essersi confidata con me e non con lui. Da allora, io ed Elizabeth ci eravamo baciati.
Sul momento non mi ero sentito in colpa per ciò che avevo fatto: lui già pensava che ci fosse qualcosa tra noi, perciò tanto valeva che fosse vero. Non mi aspettavo che mi avrebbe invitato a fare colazione insieme il giorno seguente.
<<Come va?>> mi chiese mentre l'imbarazzo tra noi aumentava.
Annuii e provai a sembrare sciolto. <<Bene bene. Te?>>
<<Pure>> rispose prima che tornasse a calare il silenzio. In quel momento arrivò il cameriere a chiederci cosa poteva portarci e ne fummo entrambi sollevati.
Per i successivi minuti ci aggrappammo a qualsiasi argomento ci venisse in mente. Solo dopo aver dato qualche morso ai cornetti, Jake sospirò, si sgrullò lo zucchero dalle mani, si pulì la bocca e parlò. <<Sono stato un coglione, scusa>>
Mi morsi la lingua e lui prese il mio silenzio come un incitamento a continuare.
<<Sono stato completamente irrazionale, solo che ero andati lì con l'intenzione di dirle tutto e invece ho scoperto che potrebbe star tornando nel periodo più traumatico della sua vita.>> disse. <<E penso che quando ha detto che tu l'hai consolata mi sono un po' ingelosito. Lo so, non ha senso. Tu lavori lì ed è totalmente normale che stiate diventando amici, questo non vuol dire che il vostro rapporto vada oltre>>
Non potevo dirglielo. Mi rifiutavo di essere come Jason.
<<Nessun problema>> risposi evitando il suo sguardo. <<Tutto okay>>
Jake non sembrò convinto e mi osservò provando a capire se fossi offeso con lui o meno.
<<Davvero>> insistei. <<Non lasciamo che una ragazza si metta in mezzo a un'amicizia>>
Annuì e sorrise ma io sapevo che, se avesse saputo la verità, non sarebbe stato molto d'accordo con la mia affermazione.
<<Hai parlato con Elizabeth?>> indagai quindi. Diedi un altro morso al mio cornetto, provando a far sembrare la mia domanda totalmente innocente.
Jake scosse la testa. <<Non ci riesco. So che non dovrei, ma sono incazzato con lei>>
Mi corrucciai, confuso.
<<So che non lo fa apposta, ma non penso di riuscire a tollerare un'altra giornata in cui è tutta affettuosa con me stando però con Jason>> continuò.
Storsi le labbra, indeciso su se informarlo sulla loro rottura. Tuttavia, mi ero ripromesso di non intromettermi più nella loro amicizia, perciò rimasi in silenzio.
Il senso di colpa mi mangiò per tutta la mattinata. Jake era tornato ad essere il solito, scherzoso e amichevole. Avevamo incrociato Elizabeth in corridoio, ma non mi aveva visto. Aveva alzato timidamente la mano per salutare Lewis con un sorrisino, ma lui l'aveva ignorata. La speranza sul suo viso era stata subito sostituita dalla delusione.
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Non mi aspettavo di trovare te
Teen Fiction"IL BABYSITTER DI MIO FRATELLO" (disponibile su Amazon) dal punto di vista di Ethan Matthews. Ethan Matthews, diciassette anni, non ha bisogno di un lavoro. La sua famiglia ha più soldi del necessario e farebbe di tutto per assicurargli la vita migl...