Comportarmi all'altezza di quegli eventi mi fu più difficile del solito con Elizabeth al fianco che studiava ogni mio movimento. Mi seguì per tutto il piano terra mentre passavo a salutare gli invitati e parlò solo quando la costrinsi a intervenire, presentandola. Notai le occhiate che ricevette da alcuni degli ospiti e fui certo che anche a lei non fossero passate inosservate. Seppure in alcuni momenti percepissi il suo disagio, non mi chiese mai di andarsene.
Mentre mia madre e una sua collega discutevano sul nuovo articolo di Vogue, vidi Elizabeth provare a nascondere uno sbadiglio e le sussurrai all'orecchio che l'avrei raggiunta al banchetto. Inizialmente esitò, ma poi si voltò e si fece strada tra la folla.
Come promesso, la raggiunsi al banchetto ma solo per dirle di aspettarmi altri cinque minuti perché avrei dovuto ancora salutare il signor Walker e la moglie. Durante quella che fu una delle conversazioni più noiose e ripetitive della serata, gli invitati iniziarono a spostarsi verso la sala del pianoforte e persi di vista Elizabeth, che seguì confusa la massa.
Come al solito, erano tutti rumorosi al punto giusto. Nella casa echeggiavano risate forzate e domande di cortesia, ma nessuno stava vivendo la serata più bella della propria vita. Tranne Camille, che saltellava da un invitato all'altro roteando nel suo vestitino vivace e sentendosi la principessa del castello. Varie persone si voltarono curiose quando la sentirono lagnarsi perché costretta da mia madre ad andare a letto. Solitamente avrei venduto un rene per poter essere al posto suo, ma quella sera c'era un'ospite speciale che avrei dovuto intrattenere.
Mi scusai con i Walker per aver interrotto la conversazione di punto in bianco ed entrai nella sala del pianoforte, cercando una testa castana tra la folla. La trovai vicino a mio padre e affrettai il passo, raggiungendoli prima che dicesse qualcosa per rovinare la serata.
<<Non ne ho molta voglia a dire la verità>> la sentii commentare.
<<Di fare cosa?>> intervenni.
Si voltarono entrambi verso di me e non mi sfuggì il lampo di gioia negli occhi di Elizabeth.
<<Elizabeth si vergogna a fare una dimostrazione del suo talento al pianoforte>> spiegò mio padre. Inclinai la testa, stupito. Stava davvero sostenendo una conversazione normale con lei. Ripercorsi le sue parole e spostai lo sguardo su Lizzy, mentre un'altra ondata di sorpresa mi invadeva.
<<Suoni il pianoforte?>> chiesi.
<<Suonavo>> specificò. Il suo sguardo era una supplica silenziosa di salvarla da quella situazione, ma la curiosità di sentirla suonare sopraffece la tenerezza che mi causò.
<<Dai>> la incitai. <<Suona qualcosa>>
Scosse freneticamente la testa. <<No, davvero. Non lo suono da un po'>>
Si strinse nella giacca di pelle e si guardò attorno. Era a disagio tra tutte quelle persone che non conosceva e che la stavano giudicando. Le porsi la mano. <<Andiamo insieme allora>>
Il suo sguardo smise di vagare per la sala e si puntò nel mio. <<Insieme?>>
<<Sì>> confermai. <<Insieme>>
Elizabeth non accettò, ma non disse neanche di no. Mi guardava in silenzio.
<<Non penso sia il caso, Ethan>> intervenne mio padre. <<Queste sono cose che si fanno per divertimento, se si è seri si suona da soli>>
Lo guardai e il calore che mi aveva trasmesso Elizabeth scomparve. Non gli avrei risposto male. <<Il pianoforte va suonato per divertimento. Se non ti diverti allora è inutile che lo suoni, deve essere una passione>>
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Non mi aspettavo di trovare te
Teen Fiction"IL BABYSITTER DI MIO FRATELLO" (disponibile su Amazon) dal punto di vista di Ethan Matthews. Ethan Matthews, diciassette anni, non ha bisogno di un lavoro. La sua famiglia ha più soldi del necessario e farebbe di tutto per assicurargli la vita migl...