I giorni successivi passarono in una monotonia straziante. Jake non mi parlò di quello che era successo qualche sera prima a casa Jonson e fece attenzione a non trovarsi mai da solo nella stessa stanza con me. Da una parte lo capivo, dall'altra la trovavo una reazione decisamente esagerata. Aveva semplicemente scoperto che l'avevo consolata, avrebbe preferito che la lasciassi avere un crollo psichico sul pavimento mentre io giocavo con Derek?
Anche Elizabeth si chiuse nel suo mondo in quei giorni. La incrociavo a casa, ci salutavamo e poi lei si chiudeva in camera a studiare. Si capiva che fosse di cattivo umore, gli unici momenti in cui la vedevo sorridere era quando nei corridoi la intravedevo con Jason.
A casa la situazione si era leggermente rappacificata. Nel fine settimana avevo acconsentito, sotto richiesta di mia madre, ad andare all'Highgate golf club con mio padre. Ci andava ogni settimana, si vedeva con alcuni amici e colleghi, parlavano di business e provavano a centrare la buca. Durante le ore passate in quel posto mi ero reso conto di due cose: 1. Il golf non era il mio sport, 2. La visione di ragazze poco più grandi di me che facevano gli occhi dolci a mio padre e ai suoi compagni era disturbante a un livello superiore.
Alla terza ora con la mazza in mano a girare per campi che a me sembravano tutti uguali, aveva iniziato a piovere e io mi ero convinto che la mia tortura fosse finita. Tuttavia Benjamin Anderson non si era lasciato abbattere dal mal tempo e ci aveva invitati tutti per un bagno nella piscina coperta a casa sua, dove mi ero ritrovato a dover fare conversazione con suo figlio Noah. Mio padre aveva colto l'occasione al volo e aveva iniziato a chiedergli cosa avesse in progetto per il futuro, per poi annuire soddisfatto della carriera da economista che il ragazzo aveva in programma. Fu quello il momento in cui il pomeriggio ebbe una svolta: il signor Anderson si sentì costretto a pormi la stessa domanda che mio padre aveva posto a suo figlio.
Non avevo esitato a rispondere, pronto a parlare di un argomento che finalmente catturasse anche il mio interesse, e tutti e tre i colleghi di mio padre si erano dichiarati entusiasti della mia scelta universitaria. Mio padre non se l'era sentita di controbattere più di tanto perciò, sulla strada di casa, mi aveva detto che avrebbe rispettato la mia decisione di andare ad Oxford a condizione che mi impegnassi nello studio.
Il mercoledì ero andato a pranzo fuori con Thomas dopo gli allenamenti e avevo avuto la conferma che fosse un tipo apposto. Il resto della settimana avevo approfittato di tutti quei momenti che altrimenti avrei passato a casa Lewis o a chiacchierare con Elizabeth per studiare. Con l'avvicinarsi della fine dell'anno scolastico e degli A-levels dovevo iniziare a mettermi sotto con lo studio, nonostante ritenessi di essere al passo con il programma. Il poter studiare quando Derek dormiva o faceva compiti per cui non aveva bisogno del mio aiuto mi permise di accorciare le ore di studio serali. Quel pomeriggio avrei iniziato a riguardarmi il programma di storia.
Una ragazza a piedi mi tagliò la strada, riportandomi con la mente nel presente, e dovetti inchiodare per non metterla sotto ma non sembrò accorgersene. Tirai un sospiro di sollievo e buttai la testa indietro, facendo un respiro profondo.
Quando le ripassai accanto riconobbi i lineamenti del profilo di Elizabeth e rallentai, abbassando il finestrino. Lei si accorse della mia presenza e riabbassò velocemente il viso, accelerando il passo.
<<Vuoi un passaggio, Lizzy?>> chiesi lanciando una veloce occhiata alla strada per essere sicuro che non ci fosse nessuno davanti a me.
Non rispose e continuò a camminare con le braccia incrociate al petto.
<<Lizzy?>> provai nuovamente. La vidi asciugarsi velocemente una guancia e mi corrucciai. <<Lizzy, stai bene?>>
Strinse tra le mani le cinghie dello zaino e iniziò a correre. Imprecai sottovoce e feci un segno di scuse al ragazzo in macchina dietro di me, che stava iniziando a lampeggiarmi con gli abbaglianti. Mi accostai leggermente, permettendogli di superarmi, e pochi secondi dopo stavo nuovamente alla stessa altezza di Elizabeth.
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Non mi aspettavo di trovare te
Teen Fiction"IL BABYSITTER DI MIO FRATELLO" (disponibile su Amazon) dal punto di vista di Ethan Matthews. Ethan Matthews, diciassette anni, non ha bisogno di un lavoro. La sua famiglia ha più soldi del necessario e farebbe di tutto per assicurargli la vita migl...