Se qualcuno avesse potuto fotografare la mia espressione in quel momento avrebbe come minimo pensato che fossi sotto effetto di qualche sostanza stupefacente.
Guardavo Elizabeth, davanti a me, e mille pensieri diversi mi affollavano la mente. 1. Il livido sul suo zigomo era passato dall'essere bordeaux a una tonalità di viola. 2. Jake mi aveva raccontato di averla baciata e di essersene andato prima che lei potesse reagire, se fosse rimasto lei gli avrebbe detto di provare i suoi stessi sentimenti? 3. A pranzo Jason si era comportato come se fosse tutto normale, come se sul suo viso non ci fosse il segno del pugno che gli avevo sferrato, come se non odiasse Jake. L'alcool gli aveva fatto dimenticare l'accaduto o ci stava prendendo tutti in giro? Ero più propenso a credere alla seconda opzione. E infine, 4. Perché diamine Elizabeth mi stava chiedendo come stesse il padre?
<<In che senso?>> chiesi, provando a focalizzarmi su un pensiero alla volta.
<<Nell'unico senso possibile>> rispose. <<Come sta? Ieri ha fatto a botte con Jason. Sarà ferito. Dov'è andato? Lo hai visto? Sanguinava? Stava bene?>>
Un sorrisino si fece spazio sul mio viso. <<Calmati Lizzy. Una domanda alla volta>>
Lei non aggiunse altro, ma non distolse il suo sguardo intenso dal mio. Mi appoggiai alla scrivania. <<Jason gli ha spaccato il labbro, ma sta benone>>
<<E dov'è? Perché non c'era quando mi sono svegliata? A proposito, bella la storia delle scale. Così mi hai fatta sembrare un'imbranata! E poi mi vuoi spiegare cos'era la scenata di oggi in mensa? Sei impazzito? Jake non deve sapere niente!>>
Non avevo mai visto nessuno dire così tante parole consecutivamente senza prendere un respiro.
<<Ti hanno mai detto che parli a vanvera?>> domandai provando ad alleggerire l'atmosfera. Lei non sembrò gradire la mia osservazione.
<<Dov'è mio padre?>>
Perché le importava? Sapevo che non voleva vederlo. Se c'era una cosa di quell'intera situazione che ero sicuro di aver gestito in modo corretto era stato il padre. <<L'ho mandato via appena la situazione si è placata. Voleva rimanere fino a che ti saresti svegliata ma non l'ho lasciato restare>>
La sua voce salì di qualche ottava quando chiese: <<Non lo hai nemmeno aiutato a disinfettare le ferite?>>
<<Lizzy, è un uomo adulto. Sono sicuro che sia riuscito a curarsi da solo. Inoltre avevo cose più importanti a cui pensare>>
<<Era ferito!>>
Aggrottai le sopracciglia e scossi la testa, non capendo perché mi stesse gridando contro per aver fatto esattamente quello che lei aveva fatto solo pochi giorni prima. <<Come mai ora sei così preoccupata per lui?>>
<<E' mio padre!>>
Stava parlando dello stesso uomo per cui l'avevo vista piangere disperata innumerevoli volte?
<<Esatto, è tuo padre>> enfatizzai. <<Lo stesso padre che ti ha abbandonata>>
Vidi una scintilla nei suoi occhi. <<Non ti permettere Ethan! Non sai niente di lui!>>
La guardai incredula. Non capivo tante cose nel mondo, ma Elizabeth Jonson era decisamente in cima alla lista. <<Ma ti senti?>>
Lei incrociò le braccia al petto e abbassò lo sguardo. Sapevo che si rendeva conto di essere incoerente.
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Non mi aspettavo di trovare te
Teen Fiction"IL BABYSITTER DI MIO FRATELLO" (disponibile su Amazon) dal punto di vista di Ethan Matthews. Ethan Matthews, diciassette anni, non ha bisogno di un lavoro. La sua famiglia ha più soldi del necessario e farebbe di tutto per assicurargli la vita migl...