Sentivo la voce del coach come un qualcosa di lontano, sullo sfondo dei miei pensieri. Elizabeth era seduta sugli spalti con Avril e Nicole, le sue due amiche. Nella mia testa continuavano ad alternarsi diverse scene della serata precedente e ogni volta che mi veniva il dubbio di aver immaginato tutto mi voltavo verso le panche, dove due occhi familiari mi guardavano allegri.
Era tutta la mattinata che evitavo il più possibile Jake. Dovevo trovare un modo di dirgli ciò che era successo senza che mi odiasse. Per tutto quel tempo ero stato io a spingerlo verso Elizabeth e a condannare Jason per essersi fatto avanti con lei. Quando Lewis si era ingelosito di me, gli avevo fatto credere che tra me e la ragazza che amava non ci fosse niente. Glielo avevo assicurato e ora mi ritrovavo a dover ammettere di aver mentito.
Se fossi potuto tornare indietro nel tempo mi sarei dato una sberla: se non avessi fatto così tanti sforzi per eliminare i sospetti di Jake, probabilmente in quel momento sarebbe stato più facile dirgli la verità.
<<Cazzo>> bofonchiò Tod al mio fianco mentre riprendevamo fiato dopo la fine dei passaggi.
Con la coda dell'occhio lo vidi superarmi velocemente e quando mi resi conto che non era l'unico ad essersi affrettato verso il bordo del campo, mi accorsi di ciò che stava succedendo: Jason aveva appena mollato un pugno a Jake.
Gli altri ragazzi provarono immediatamente a separarli, ma non riuscirono a fermare la gomitata di Jake in tempo. Vidi un movimento sugli spalti, ma non mi soffermai a guardare ciò che le ragazze stavano facendo.
<<Jake smettila>> gli sussurrai raggiungendolo e aiutando Thomas a tenerlo fermo. <<Passi dalla parte del torto>>
<<Non me ne fotte un cazzo!>> sbraitò liberandosi dalla nostra presa. Non lo avevo mai visto con tanta rabbia quanto in quel momento. Guardava il suo ex migliore amico con una luce negli occhi. Wilson, dal canto suo, lo provocava con un sorriso sghembo mentre si puliva con nonchalance il labbro.
<<Non fare il coglione>> sentii Bryan rimproverare Jason, allontanandolo dal campo.
<<E tu fatti i cazzi tuoi>> ribetté lui, spintonandolo. Bryan non fu felice della reazione ottenuta e lo spinse a sua volta.
Il fischietto del coach si unì alle voci sovrapposte dei ragazzi. Per un motivo o per l'altro, la discussione si ampliò tra i miei compagni di squadra e io non sapevo dove mettere mano.
<<Stanne fuori almeno te>> bofonchiai afferrando Ed per la maglietta mentre si avvicinava minacciosamente a Luke Reaston, che aveva fatto un commento sussurrato su Jake.
C'era un lato negativo nel passare una grande quantità di tempo con sempre le stesse persone: era quasi inevitabile la competizione e il risentimento. Nonostante fossimo tutti amici, ognuno di noi aveva delle tensioni irrisolte con qualcun altro e in quel momento stavano salendo tutte a galla.
<<Smettetela deficienti che non siete altro!>> sbraitò l'allenatore allontanando Bryan da Jason con un braccio e Tod da Luke con l'altro.
Vidi Thomas affrettarsi ad aiutarlo e feci altrettanto, tenendo da parte Bryan. Il coach bofonchiò qualcosa e afferrò per la maglia Jason a Jake, che quando incrociò il mio sguardo scosse la testa rassegnato. I tre entrarono all'interno dello spogliatoio e nel campo vennero rilasciati i respiri trattenuti di alcuni dei miei compagni. Allentai la mia presa sul giocatore numero due e mi allontanai di qualche passo.
<<Secondo te passerà i guai?>> mi chiese Elizabeth preoccupata, raggiungendomi senza staccare lo sguardo dalla vetrata trasparente dietro alla quale si vedevano i ragazzi.
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Non mi aspettavo di trovare te
Teen Fiction"IL BABYSITTER DI MIO FRATELLO" (disponibile su Amazon) dal punto di vista di Ethan Matthews. Ethan Matthews, diciassette anni, non ha bisogno di un lavoro. La sua famiglia ha più soldi del necessario e farebbe di tutto per assicurargli la vita migl...