Capitolo 25

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Mi pulii le mani su uno strofinaccio con una smorfia di disgusto quando per sbaglio infilai il pollice nella ciotola. <<Che schifo>>

<<Smettila di lagnarti e sbatti quelle uova!>> esclamò Elizabeth alle mie spalle. Non pensavo avrebbe tenuto fede alla sua promessa di insegnarmi a cucinare, ma quando a metà pomeriggio era passata Katy a prendere Derek per fargli fare un vaccino ero stato portato di peso davanti ai fornelli.

<<Sissignora>> la schernii facendo il saluto militare. Tornai a girare quella pappetta gialla davanti a me, allontanando però la ciotola dai miei vestiti puliti. Mi ero rifiutato di indossare il grembiule sbiadito delle Winx di quando Elizabeth era piccola.

<<Se vuoi imparare a cucinare allora dovrai pure sporcarti>>.

<<In realtà io non ho mai chiesto di imparare a cucinare>> le feci notare, voltandomi a guardarla. Lo sguardo che mi rivolse mi fece sorridere e tornai al mio lavoro. Guai a contraddirla.

<<Mi rifiuto di avere un ragazzo che non sa cucinare>> continuò muovendosi da qualche parte alle mie spalle.

Sentii un flusso di serotonina nel mio corpo al sentirla chiamarmi il suo ragazzo. Incrociai le braccia al petto, fingendomi autoritario. <<Ah, è così?>>

<<Sì>> rispose giocando al mio stesso gioco e alzando il mento. <<E' così. E ora sbatti quelle fottute uova!>>

Divertito, feci come mi era stato ordinato. La pappetta gialla divenne presto più uniforme e, quando ormai mi stava iniziando a venire un crampo al polso, mi decisi soddisfatto. Poggiai il piatto fondo e mossi l'avambraccio per sciogliere i muscoli.

<<Ho fini...>> dissi girandomi. Non appena poggiai lo sguardo su Elizabeth, la vidi armeggiare con un coltello che avrebbe quasi potuto definirsi spada e mi dimenticai per un secondo di respirare. <<Sta attenta con quel coso!>>

Mi osservò allegra da sopra la spalla e nella mia mente si stampò l'immagine di tutto il sangue che sarebbe uscito se si fosse tagliata un dito. <<Guarda quello che tagli se usi quel coltello! Non guardare me!>>

Le sue spalle furono scosse da una risata, ma mi accontentò. Tenendomi alla larga dal potenziale raggio d'azione di quell'arma, mi andai a sedere sullo sgabello davanti al suo, dall'altra parte del bancone in marmo bianco. Lei, rilassata, tagliuzzava fettine di bacon. 

<<Non potevamo comprare quello confezionato e pre-tagliato?>>

<<Non avrebbe avuto lo stesso sapore>> ribatté scuotendo la testa. <<Se vuoi cucinare qualcosa che non sappia di plastica, allora lo devi cucinare bene>>

Una parte di me non riusciva a distogliere lo sguardo dalla lama, l'altra era pronta a chiudere gli occhi in caso di accidentale amputazione. <<E avrebbe un sapore diverso se non usassi un coltello lungo il doppio del mio avambraccio?>>

Elizabeth roteò gli occhi e mi ignorò.

<<Posso farlo io almeno?>> domandai, notando che lei non sembrava star ponendo troppe attenzioni in ciò che stava facendo.

Si fermò e mi guardò alzando le sopracciglia, con un sorrisino. <<Ethan. L'ho già fatto un'infinità di volte. Non ti preoccupare, se mi taglierò una mano saprò cosa fare>>

La guardai male, facendola ridere. <<Non è divertente!>>

Non si lasciò impressionare e tornò ad essere il generale autoritario della cucina. <<Tu intanto gira il pesce e cucina quelle benedette uova strapazzate. E quando aggiungi il formaggio controlla di non aver lasciato grumi.>>

Non mi aspettavo di trovare teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora