Mi pulii le mani su uno strofinaccio con una smorfia di disgusto quando per sbaglio infilai il pollice nella ciotola. <<Che schifo>>
<<Smettila di lagnarti e sbatti quelle uova!>> esclamò Elizabeth alle mie spalle. Non pensavo avrebbe tenuto fede alla sua promessa di insegnarmi a cucinare, ma quando a metà pomeriggio era passata Katy a prendere Derek per fargli fare un vaccino ero stato portato di peso davanti ai fornelli.
<<Sissignora>> la schernii facendo il saluto militare. Tornai a girare quella pappetta gialla davanti a me, allontanando però la ciotola dai miei vestiti puliti. Mi ero rifiutato di indossare il grembiule sbiadito delle Winx di quando Elizabeth era piccola.
<<Se vuoi imparare a cucinare allora dovrai pure sporcarti>>.
<<In realtà io non ho mai chiesto di imparare a cucinare>> le feci notare, voltandomi a guardarla. Lo sguardo che mi rivolse mi fece sorridere e tornai al mio lavoro. Guai a contraddirla.
<<Mi rifiuto di avere un ragazzo che non sa cucinare>> continuò muovendosi da qualche parte alle mie spalle.
Sentii un flusso di serotonina nel mio corpo al sentirla chiamarmi il suo ragazzo. Incrociai le braccia al petto, fingendomi autoritario. <<Ah, è così?>>
<<Sì>> rispose giocando al mio stesso gioco e alzando il mento. <<E' così. E ora sbatti quelle fottute uova!>>
Divertito, feci come mi era stato ordinato. La pappetta gialla divenne presto più uniforme e, quando ormai mi stava iniziando a venire un crampo al polso, mi decisi soddisfatto. Poggiai il piatto fondo e mossi l'avambraccio per sciogliere i muscoli.
<<Ho fini...>> dissi girandomi. Non appena poggiai lo sguardo su Elizabeth, la vidi armeggiare con un coltello che avrebbe quasi potuto definirsi spada e mi dimenticai per un secondo di respirare. <<Sta attenta con quel coso!>>
Mi osservò allegra da sopra la spalla e nella mia mente si stampò l'immagine di tutto il sangue che sarebbe uscito se si fosse tagliata un dito. <<Guarda quello che tagli se usi quel coltello! Non guardare me!>>
Le sue spalle furono scosse da una risata, ma mi accontentò. Tenendomi alla larga dal potenziale raggio d'azione di quell'arma, mi andai a sedere sullo sgabello davanti al suo, dall'altra parte del bancone in marmo bianco. Lei, rilassata, tagliuzzava fettine di bacon.
<<Non potevamo comprare quello confezionato e pre-tagliato?>>
<<Non avrebbe avuto lo stesso sapore>> ribatté scuotendo la testa. <<Se vuoi cucinare qualcosa che non sappia di plastica, allora lo devi cucinare bene>>
Una parte di me non riusciva a distogliere lo sguardo dalla lama, l'altra era pronta a chiudere gli occhi in caso di accidentale amputazione. <<E avrebbe un sapore diverso se non usassi un coltello lungo il doppio del mio avambraccio?>>
Elizabeth roteò gli occhi e mi ignorò.
<<Posso farlo io almeno?>> domandai, notando che lei non sembrava star ponendo troppe attenzioni in ciò che stava facendo.
Si fermò e mi guardò alzando le sopracciglia, con un sorrisino. <<Ethan. L'ho già fatto un'infinità di volte. Non ti preoccupare, se mi taglierò una mano saprò cosa fare>>
La guardai male, facendola ridere. <<Non è divertente!>>
Non si lasciò impressionare e tornò ad essere il generale autoritario della cucina. <<Tu intanto gira il pesce e cucina quelle benedette uova strapazzate. E quando aggiungi il formaggio controlla di non aver lasciato grumi.>>
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Non mi aspettavo di trovare te
Ficção Adolescente"IL BABYSITTER DI MIO FRATELLO" (disponibile su Amazon) dal punto di vista di Ethan Matthews. Ethan Matthews, diciassette anni, non ha bisogno di un lavoro. La sua famiglia ha più soldi del necessario e farebbe di tutto per assicurargli la vita migl...