Attraversai il corridoio sentendo il cuore in gola e le mani sudate.
<<Non mi guardare così>> sentii Jason sbiascicare dall'altra parte della chiamata. <<Non sono mica pericoloso>>
Strinsi i denti e affrettai il passo. Quando passai vicino a un gruppetto dei ragazzi della squadra, qualcuno mi afferrò per il braccio ma io mi divincolai con forza senza neanche voltarmi.
<<Sei ubriaco e stai dicendo cavolate>> disse Elizabeth al telefono. La sua voce non aveva la stessa tonalità di sempre. <<Vattene>>
Corsi fuori dalla casa e mi tastai le tasche dei pantaloni in cerca delle chiavi della macchina. Imprecai contro ai secondi persi mentre sentivo Jason gridare nel mio orecchio.
<<Sto arrivando>> annunciai provando a mantenere la voce ferma mentre aprivo la portiera. Misi la chiamata in vivavoce e buttai il telefono sul sedile del passeggero. <<Sto salendo ora in macchina, tu stagli lontana>>
Un colpo secco attraversò la cornetta del telefono e dovetti conficcare le unghie nella pelle del volante per non perdere completamente la lucidità. Avevo visto Jason ubriaco varie volte e quasi in tutte era diventato violento e scorbutico. Il dubbio che mi assaliva era se si sarebbe trattenuto o se avrebbe riservato a Elizabeth lo stesso trattamento che gli avevo visto usare contro altri ragazzi con cui aveva discusso.
<<E ora sembro un coglione per colpa tua>> lo sentii dire. La sua voce sembrava più lontana di prima e ciò mi rassicurò un po'. <<E Jake è felice>>
Mi corrucciai, lanciando una veloce occhiata al telefono. Di che stava parlando?
<<Non so di cosa stai parlando>> ribattè Elizabeth, come a leggermi nel pensiero. Anche la sua voce mi sembrò più distante e capii che aveva poggiato il cellulare da qualche parte.
Sentii un secondo rumore secco e accelerai, ignorando il semaforo giallo e pregando che non avrei fatto un incidente.
<<Tu dovevi essere la mia vittoria!>> gridò Jason. Terzo colpo. Stava decisamente dando un pugno al muro o a un mobile, non avevo altre spiegazioni. <<Una cazzo di vittoria! Non potevi farmi questo favore e basta?>>
Frenai bruscamente quando vidi una ragazza attraversare la strada insieme al cane e mi trattenni dal suonare il clacson.
<<Sei tu che hai baciato un'altra>> sentii Elizabeth ribattere. Il tremito nella sua voce era svanito e ora al suo posto c'era la determinazione. Non seppi se esserne felice o preoccupato. <<Se davvero ci tenevi a me non lo avresti fatto>>
Scossi la testa e ripremetti il piede sull'acceleratore. Era stata troppo innocua e aveva creduto alle sue presunte buone intenzioni, alle quali io non avevo dato peso neanche per un istante.
<<E chi ti ha detto che ci tenessi?>> chiese Jason. <<Tu mi servivi>>
Ci fu qualche secondo di silenzio.
<<Come scusa?>>
<<Vedi Elizabeth, Jake non fa altro che parlare di te. E' insopportabile>> spiegò il mio compagno di squadra. Aggrottai la fronte e strinsi le mani sul volante. Stavo per ricevere una risposta al dubbio che mi aveva invaso per le precedenti settimane e avevo la sensazione che non mi sarebbe piaciuta. <<Ottiene sempre ciò che vuole: è ricco, affascinante agli occhi delle ragazze, il miglior giocatore di calcio della squadra>>
Lanciai un'occhiata al telefono. Sullo schermo c'era scritto che la chiamata era iniziata nove minuti prima.
<<Ha ottenuto così tante cose al posto mio che... Per una volta ho pensato di poterlo battere in qualcosa. E quel qualcosa sei tu. Ai tuoi occhi è solo un amico e questo mi mette in vantaggio>> continuò. <<Stava andando tutto alla perfezione, se solo tu te ne fossi stata per i fatti tuoi!>>
STAI LEGGENDO
Non mi aspettavo di trovare te
Novela Juvenil"IL BABYSITTER DI MIO FRATELLO" (disponibile su Amazon) dal punto di vista di Ethan Matthews. Ethan Matthews, diciassette anni, non ha bisogno di un lavoro. La sua famiglia ha più soldi del necessario e farebbe di tutto per assicurargli la vita migl...