OGGI
"Buongiorno Deren! Per cortesia cancella tutti i miei appuntamento della mattina. Ho avuto un imprevisto e devo uscire", annunciò Can appena arrivò allo studio fotografico.
"D'accordo Can, ma c'è una persona che ti sta aspettando nel tuo ufficio...si tratta di Sanem."
Can, sentendo quel nome, si bloccò all'istante e guardando interrogativo Deren ripeté: "Sanem?!"
"Sì, ho pensato fosse meglio farla accomodare, piuttosto che farla aspettare qui... Spero di non aver fatto male!"
"No, no, hai fatto benissimo", si affrettò a tranquillizzarla Can "grazie! Fa in modo che nessuno ci disturbi", aggiunse avviandosi, col cuore in tumulto, verso il suo ufficio.
Aprì piano la porta, cercando di non far rumore e rimase, un attimo, sulla soglia a guardare in silenzio quella donna che ormai occupava costantemente i suoi pensieri.
Era seduta di spalle su una poltroncina davanti alla scrivania, assorta a guardare un punto lontano, imprecisato, oltre la grande finestra di fronte a lei.
Aveva legato i capelli in un'alta coda e Can ricordò come d'estate li portasse spesso raccolti, per via del caldo e quanto a lui piacesse baciarle il collo e aspirarne il profumo, provocandole brividi in tutto il corpo.
Chiuse gli occhi, sforzandosi di tornare al presente e si schiarì la voce per annunciare la sua presenza: "Ciao Sanem...che ci fai qui?"
Lei ebbe un sussulto, si alzò e si girò verso di lui. "Ciao", rispose "ho bisogno di parlarti..."
"Ti ascolto", disse Can dirigendosi all'altro lato della scrivania dove prese posto, invitandola a fare altrettanto."Ecco, dopo che te ne sei andato, ieri, ho riflettuto molto. Non posso impedirti di vedere Efe, non sarebbe giusto, soprattutto per lui, sei suo padre dopotutto, per cui se davvero vuoi far parte della sua vita, io non mi opporrò... Però ci sono delle condizioni..."
"Quali?"chiese interessato Can.
"Prima di tutto mi devi avvertire ogni volta che lo vuoi vedere. Non puoi piombare a casa mia senza dirmi nulla, come hai fatti ieri, e lo potrai vedere solo in mia presenza...o di Ayan. Inoltre dovrai essere solo. Non voglio che altre presenze femminili lo possano confondere..."
"D'accordo, ma questa regola vale anche per te?"volle sapere Can.
"Non credo che la mia posizione sia paragonabile alla tua. Io non l'ho abbandonato. Ha conosciuto la mia voce prima ancora di nascere e il mio viso è stato il primo che ha visto quando è venuto al mondo... Lui sa bene chi sono!" Nel pronunciare quelle parole, Sanem era leggermente arrossita, segno che si stava arrabbiando e Can preferì fare un passo indietro.
"Hai ragione, scusami...va bene. Non ho obiezioni da fare", disse alzando le mani in segno di resa.
"Però, se vuoi che ti avverta, ho bisogno del tuo nuovo numero..."
Ci fu un attimo di silenzio. Sanem era molto combattuta, ma doveva riconoscere che lui aveva ragione, così, alla fine, glielo scrisse su un pezzo di carta e glielo diede.
"Grazie!"disse Can per poi aggiungere: "So che hai chiamato Metin, ieri sera... Non devi temere nulla da me Sanem, dovresti saperlo!"
Lei, allora, alzando leggermente il mento in segno di sfida, rispose, guardandolo dritto negli occhi: "Io non so niente... Pensavo di conoscerti, ma mi sbagliavo. Il Can che credevo tu fossi non avrebbe mai dubitato del mio amore per lui e non mi avrebbe mai lasciata...invece..."
Can incassò il colpo senza replicare. Cosa avrebbe potuto dirle? Nulla perché aveva ragione.
Invece chiese: "Quando posso rivedere Efe?"
Sanem sospirò: "Questa sera, prima di cena, pensavo di portarlo al parco, quello vicino a casa. Se vuoi, possiamo incontrarci là."
"D'accordo, ci sarò... Grazie!"le disse mentre lei si avviava alla porta.
Can trascorse l'intera giornata aspettando con trepidazione che arrivasse il momento di andare da lei e da Efe.
Le condizioni che gli aveva posto non lo infastidivano, anzi, le trovava legittime e, inoltre, gli avrebbero dato la possibilità di trascorrere anche più tempo con lei. Era stato inopportuno chiederle se ci fosse qualcuno nella sua vita, se ne rendeva conto, ma era stato più forte di lui. Voleva, doveva sapere se frequentasse un altro uomo. Non ci sarebbe stato nulla di male, anzi! Ma se così fosse stato, lui cosa avrebbe fatto? Sarebbe stato in grado di accettarlo? Si sarebbe davvero arreso all'idea di averla persa per sempre?

STAI LEGGENDO
Ricominciare da Noi
RomanceLe parole possono ferire più di un coltello dalla lama affilata e i silenzi possono costruire muri difficili da abbattere. Amare, allora, diventa difficile. Un atto di coraggio indispensabile per ricominciare da dove Can e Sanem si sono lasciati.