OGGI
"Cosa vuol dire che Can è tornato? E che tu gli hai permesso di vedere Efe?"
La madre di Sanem era fuori di sé dalla rabbia e camminava avanti e indietro in soggiorno, agitando le mani nel vano tentativo di calmarsi.
"E scommetto che è bastato ti facesse due moine perché tu ci cascassi di nuovo, vero Sanem? Oppure ha promesso di sposarti?" aggiunse in tono provocatorio.
"No mamma, ma ha riconosciuto legalmente il bambino..."
"Sai che sforzo!"commentò sarcastica "Solo un cieco non si accorgerebbe che è figlio suo!"
"Mamma ti prego, non fare così, cerca di capire..."
"Capire cosa Sanem, cosa? Quell'uomo ti ha ripudiata, ti ha usata e poi gettata via come una vecchia scarpa. Non posso credere che tu lo giustifichi e che addirittura lo perdoni... Mi dispiace ma io non posso farlo, non dopo come ti ha trattato. E poi perché aspettare tre anni. Tre anni!"
"E' stato all'estero per lavoro, lo sai...e ha avuto dei problemi..."
"Dei problemi, dici? E tu, tu non hai forse avuto anche tu dei problemi? Hai rischiato di morire per suo figlio, o te lo sei già dimenticato?"
"Efe è anche mio figlio..."
"Ascolta Sanem, io non condivido questa relazione. Can non mi è mai piaciuto, non ne ho mai fatto mistero, e mi piace ancor meno oggi e sono certa che ti farà soffrire di nuovo, perché il lupo perde il pelo ma non il vizio, ma non posso impedirti di vederlo. Se però è la mia benedizione che cerchi, mi spiace ma non posso dartela."
Ciò detto uscì dalla stanza senza neppure salutare suo nipote, lasciando Sanem sull'orlo delle lacrime e suo marito attonito.
"Dalle tempo, figliola, lascia che si calmi e vedrai che poco a poco cambierà idea", affermò convinto il sig. Aydin. "Ora torna a casa, prima che il piccolo si spaventi sentendo tutte queste urla e lascia che sia io a cercar di far ragionare tua madre."
"Va bene, papà, ti ringrazio tanto... Ci sentiamo presto", disse Sanem abbracciandolo.
Lungo il tragitto Sanem non poté fare a meno di ripensare alle parole di sua madre: che avesse ceduto troppo presto con Can? In fondo lui non le aveva promesso nulla, nulla di concreto neppure questa volta, né una convivenza, né tanto meno il matrimonio. E se avesse voluto continuare così, lei avrebbe accettato? Avrebbe rinunciato al sogno di creare una famiglia, pur di non perderlo? Ma poi, quale famiglia avrebbe potuto regalargli dal momento che altre gravidanze le erano state caldamente sconsigliate? No, sarebbe stata egoista lei a negargli la possibilità di diventare ancora padre!
Che confusione! Doveva stare tranquilla e smetterla di essere pessimista: Can l'amava e lei amava lui. Insieme avrebbero superato ogni cosa, ma questo significava che lui doveva sapere...e lei era pronta a dirgli la verità?
Quando, finalmente, giunse a casa lo trovò lì che la stava aspettando. Le andò incontro sorridendo e spalancando le braccia e lei non si fece pregare: ci si rifugiò, grata, insieme a Efe.
"Com'è andata?"le chiese.
"Mmm, con mio padre direi bene, ma con mia madre un assoluto disastro. Non vuol sentire ragioni. Tu, per lei, sei l'uomo sbagliato, non mi ha lasciato neppure spiegare, semplicemente se n'è andata."
"Beh, se ci pensi non ha tutti i torti. Sei la sua unica figlia e io non mi sono comportato da gentiluomo con te, devi ammetterlo..."
"Sì va bene, ma avevi le tue ragioni..."
"No, Sanem, non le avevo! Lo so io, lo sai tu e lo sa anche tua madre. Non cercare spiegazioni in un comportamento codardo solo per proteggermi. Non è giusto! E soprattutto non servirebbe a niente. Credo, invece, che sia meglio dimostrare con i fatti che questa volta faccio sul serio..."
Sanem lo guardò incuriosita: "Cos'hai in mente?"
"Prima di tutto penso che dovremmo vivere insieme. Mia madre mi ha richiamato poco fa annunciandomi che la prossima settimana verrà qui per un paio di giorni e io pensavo che poi tu potresti trasferirti da me. Che ne dici? Sono stanco di dover attraversare tutta la città ogni volta che voglio vedervi e credo sia giusto anche per Efe avere sempre il suo papà accanto... Certo se tu te la senti. Non vorrei mai importi qualcosa che non desideri..."
Mille volte avrebbe voluto sentire quella proposta e adesso che gliela aveva fatta non sapeva cosa rispondere. Non poteva ingannarlo, prima doveva dirgli tutta la verità, ma quello che le uscì dalla bocca fu solo una flebile scusa per guadagnare tempo: " Aspettiamo di vedere come vanno le cose con tua madre...in fondo io e lei ci conosciamo appena e poi ne riparliamo..."
Can ci rimase male, ma cercò di non darlo a vedere, limitandosi a rispondere: "D'accordo come vuoi tu, anche se non capisco cosa c'entri mia madre in tutto questo..."
"Vi siete appena ritrovati e se io non le piacessi non vorrei essere la causa di eventuali dissapori tra voi..." cercò di giustificarsi Sanem
"Impossibile che tu non le piaccia, l'hai già conquistata, ma va bene, non voglio discutere con te. Ho altri progetti per la serata..." disse facendole l'occhiolino.
"Can Divit!"lo riprese lei in tono scherzoso "C'è un bambino presente!"
Lui, allora, la guardò indignato e replicò: "Che vai a pensare? Io mi riferivo a una pizza e a un film tutti insieme"
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Ricominciare da Noi
RomantiekLe parole possono ferire più di un coltello dalla lama affilata e i silenzi possono costruire muri difficili da abbattere. Amare, allora, diventa difficile. Un atto di coraggio indispensabile per ricominciare da dove Can e Sanem si sono lasciati.