OGGI
I primi anni non furono facili.
Con i nuovi arrivati Can e Sanem dovettero ricominciare daccapo insegnando loro ogni cosa: innanzitutto i loro nomi che erano Babu e Amina, poi a camminare, perché non erano abituati a portare le scarpe, a vestirsi perché molti indumenti non li conoscevano, a mangiare, usando le posate e senza ingozzarsi, perché nessuno avrebbe portato via loro il cibo, a parlare una nuova lingua. Moltissime volte furono presi dallo scoramento perché, per ogni passo fatto avanti, avevano l'impressione che ne facessero due indietro, ma, fortunatamente, c'erano la famiglia e gli amici a dare una mano e, soprattutto, c'era Efe, che per quei bambini rappresentava un punto di riferimento e infondeva loro sicurezza.
Prendendolo ad esempio e imitandolo, poco a poco, impararono a diventare autonomi nella cura di loro stessi e questo alleggerì molto il lavoro di Can e Sanem.
Rimaneva da sconfiggere la paura, quella che li faceva gridare e piangere di notte e che Can conosceva bene, perché l'aveva provata sulla propria pelle. Era la paura degli spari, dell'abbandono, delle botte ingiustificate. Una sensazione di pericolo costante, talmente densa che ti pareva quasi di poterla respirare, che ti entrava sotto pelle e non ti abbandonava mai.
Quando i bambini si svegliavano, all'improvviso, con il fiato corto e gli occhi sbarrati, Can si precipitava da loro e li abbracciava stretti, cullandoli dolcemente, sussurrando parole di conforto che ancora non capivano, ma bastava il suono caldo della sua voce per quietarli.
"Temevi di non provare nulla per loro, ma tu li ami profondamente e incondizionatamente", gli disse un giorno Sanem "perché se così non fosse, loro, non correrebbero a cercare le tue braccia. I bambini, con la loro purezza d'animo, capiscono molte più cose di quante pensiamo..."
Poi venne il momento di iniziare la scuola. Il primo ad andarci fu Efe, che si dimostrò subito uno scolaro modello: educato, attento, curioso. Quindi fu la volta di Babu, che, invece, fece più fatica ad adeguarsi alle regole. Per lui era una vera tortura rimanere seduto composto, al banco, mentre la maestra spiegava, ma con la sua simpatia e la sua mente brillante riusciva a farsi perdonare la maggior parte delle volte. Infine toccò ad Amina, che conquistò tutti per la sua dolcezza e sensibilità.
Nonostante fosse stata adottata quando era ancora molto piccola e non avesse ricordo della madre, fece più fatica del fratello ad inserirsi nella famiglia e ad affezionarsi a Can e Sanem.
A differenza di Babu, lei voleva sapere da dove veniva e perché si trovava lì e quando fu abbastanza grande da comprendere, Sanem le spiegò che era stata adottata.
La cosa non la sorprese, ma in lei, lentamente, si fece strada il desiderio di scoprire le proprie origini e di tornare, un giorno, nella terra natale che tutti dicevano essere il Congo.
Quando i bambini divennero ragazzini Sanem riprese anche a lavorare per Metin.
Dopo essersi occupato dell'adozione di Babu e Amina, aveva scoperto che quell'aspetto della legge gli piaceva e, soprattutto, lo gratificava molto e, così, aveva deciso di aprire uno studio che si occupasse di trovare una casa agli orfani, o una famiglia temporanea per chi aveva bisogno di un affido e chi meglio di Sanem poteva sovraintenderlo?
Can invece continuò a lavorare come fotografo nello studio che aveva aperto anni addietro, ma rifiutò ogni proposta di andare all'estero.
Il suo posto era lì a Istanbul, accanto a Sanem e ai loro tre splendidi figli!
Quando li guardava il suo cuore scoppiava d'amore e di gratitudine. La vita era stata generosa con lui, gli aveva dato la possibilità di ricominciare, di riscattarsi e, soprattutto, gli aveva donato Sanem con la quale aveva potuto fare tutto ciò.
Sanem era davvero un dono; in ogni situazione era l'ago della bilancia, non si lasciava mai scoraggiare, era forte, determinata, ma, allo stesso tempo, sapeva essere dolcissima e non aveva mai perso quel lato fanciullesco che lo aveva catturato al primo sguardo.
Lei era il suo tutto e così sarebbe sempre stato: Can e Sanem, Sanem e Can un binomio unico e indivisibile!
FINE
Anche questa storia, per il momento, è giunta al termine ma CI SARA' UN SEGUITO. Ho già pensato a come proseguirla. Ritroveremo Can e Sanem fra una quindicina d'anni con i figli cresciuti e nuove emozioni e problemi da affrontare, ma ora ho bisogno di "staccare" un po'.
Vi ringrazio tutte/i per la costanza con la quale mi avete seguito, commentato, supportato.
Per me questa di Wattpad è stata un'esperienza davvero gratificante che mi ha aiutato a scoprire un lato di me che non conoscevo: quello di riuscire ad emozionare!!!!
Grazie, grazie e arrivederci a SETTEMBRE!

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Ricominciare da Noi
DragosteLe parole possono ferire più di un coltello dalla lama affilata e i silenzi possono costruire muri difficili da abbattere. Amare, allora, diventa difficile. Un atto di coraggio indispensabile per ricominciare da dove Can e Sanem si sono lasciati.