Capitolo 21

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OGGI

"Davvero tu e Can Divit avete dormito insieme per due notti senza che accadesse nulla?"chiese incredula Ayan dopo che Sanem finì di raccontarle come erano andate quelle giornate.

"Già proprio così", confermò divertita Sanem. "Te l'avevo detto che era cambiato..."

"Accidenti, altroché se lo è! Il Can Divit di tre anni fa ti avrebbe sedotta appena arrivati là!"

"E dai Ayan, non dire così!"la rimproverò Sanem.

"Vorresti forse negare che il rapporto con Can non era, come dire, molto fisico e che lui non era molto passionale?"la provocò l'amica.

"Non nego nulla, ma non c'era solo quello tra noi..." Nel pronunciare quelle parole Sanem tornò col pensiero a quando lei e Can si erano conosciuti e avevano iniziato a frequentarsi e si rese conto che, in fondo, Ayan aveva ragione.

Molto probabilmente avevano parlato più in quegli ultimi due giorni di quanto non lo avessero fatto durante la loro relazione, perché l'attrazione che avevano provato fin dal primo istante non aveva lasciato spazio ad altro. Il loro comunicare era stato vuoto e prova ne era, ad esempio, che lei non aveva mai saputo nulla della madre di Can o del suo passato e, invece, entrambe le cose l'avrebbero aiutata a capire. Ma a quel tempo era stata travolta dalle sensazioni e dall'emozioni che provava nell'essere amata da lui e non ci aveva fatto caso, non aveva dato nessuna importanza al fatto che lui non si confidasse con lei e viceversa.

Adesso però era diverso, loro erano diversi. C'era un'urgenza nuova che li spingeva l'uno verso l'altra: quella di scavare nelle rispettive anime. Certo si piacevano ancora e molto, questo era innegabile, ma la loro priorità era cambiata: avevano bisogno di fare l'amore con la mente e con la parte più recondita di loro stessi, prima che con il loro corpo.

Quella mattina quando si erano svegliati vicini, ad esempio, fronte contro fronte, si erano guardati a lungo, negli occhi, poi avevano accarezzato l'uno il volto dell'altro, lentamente, soffermandosi su ogni particolare e, infine, si erano dati il buongiorno chiedendosi reciprocamente: "Come stai?" E la risposta non era stata un semplice e banale "Bene!", ma lei aveva confessato: "Sono felice di averti accanto ma ho paura che tu scompaia di nuovo". Lui, allora, l'aveva rassicurata dicendole: "Io non me ne andrò più, se non sarai tu a volerlo, perché ritrovando te, ho finalmente ritrovato me stesso, Sanem!"

"Saneeem, ehi ci sei?" Era Ayan che la chiamava sventolando una mano davanti ai suoi occhi.

"Oh, sì, scusa...mi ero distratta un attimo."

"Me ne sono accorta. Però adesso credo che tu debba smettere di sognare e pensare invece a chiarire le cose con Engin... E poi credo che tu debba dire tutta la verità a Can, prima che la scopra da solo. Da quanto mi hai raccontato sembra che questa volta siate partiti con il piede giusto. Lui si è aperto con te, fallo anche tu!"

"Hai ragione! Parlerò sicuramente con Engin... Quanto a Can, non lo so, voglio aspettare ancora un po', forse non sarà neppure necessario..."

"Sanem, non essere stupida! E poi ci sono anche i tuoi genitori che non hanno mai visto Can di buon occhio!"

"Ti prego Ayan, adesso basta! In meno di due minuti hai polverizzato il mio buonumore."

"Lo so e mi dispiace, ma devi guardare in faccia la realtà,  Sanem, e prima l'affronti meglio è. Io comunque ci sarò sempre, lo sai vero?"

"Lo so e, per questo e per tutto quello che hai fatto per me, non finirò mai di ringraziarti!"le disse Sanem abbracciandola. In quel momento suonò il cellulare. Era Can.

"Ciao", le disse "non voglio sembrare invadente, ma volevo sentire la tua voce...già mi manchi e mi manca Efe..."

"Ciao", rispose Sanem facendo cenno ad Ayan di stare zitta "Efe sta dormendo in questo momento. Le giornate al lago lo hanno stancato molto. Quanto a me sono con Ayan. Stiamo chiacchierando un po'..."

"Ho capito, allora ti lascio alle vostre confidenze..."

" No aspetta! Sei arrabbiato?" gli chiese interrompendolo Sanem.

"Arrabbiato?! E perché mai? No assolutamente! So bene quanto vi volete bene, continuate pure. Tra l'altro anch'io devo chiamare mia madre. Mi ha lasciato un sacco di messaggi e vorrei anche dirle di Efe...se per te va bene, ovviamente."

"Certo, anche se non so come potrà reagire... Mi è parso di capire che non sapesse molto neppure di noi..."

"E' vero! Io e mia madre non ci siamo sentiti per diverso tempo, ma quello che è successo in Congo ci ha riavvicinati, in un certo modo, e sono sicuro che sarà felicissima di sapere che quella splendida donna che ha conosciuto alla mostra, è la MIA donna. Forse la notizia di essere anche nonna potrà scioccarla, ma lo supererà, stai tranquilla!"

"D'accordo, mi fido di te!" disse Sanem

Dall'altra parte seguì un attimo di silenzio.

"Can?!"

"Sono qui, scusa, ma è la prima volto che lo dici..."

"Che dico cosa?"

"Che ti fidi di me..."

Sanem ci pensò su: aveva ragione e anche se lo aveva detto così, di getto, senza riflettere, si rese conto che era la verità, si fidava di lui.

"Ti amo Can e mi fido di te!"ripetè.

"Ti amo Sanem con tutto me stesso e più di me stesso... Ci vediamo questa sera!"

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