34. scelta giusta

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Presi quel poco che avevo di mio a casa sua, giusto il necessario visto che non mi ero trasferito ancora da lui, e dopo una mezz'ora scarsa lo salutai con la promessa che saremmo rimasti in contatto.

Non gli avrei più scritto, ovviamente.
Ma lo lasciai nella sua convinzione.

D'altronde, avevo già fatto parecchi danni per ferirlo e non volevo mettere ancora legna sul fuoco. Non era mai stata mia intenzione, ma non potevo comandare il mio cuore e decidere chi avrei dovuto amare.

"Allora, come ti senti? Pensi di aver fatto la scelta giusta?" Mi sorrise mia sorella, quando mi vide rientrare a casa sua con delle borse in mano. Non c'era bisogno che le spiegassi tutto, era evidente, infatti aveva in un attimo capito tutto, come al solito. Era meglio così, a volte risparmiavo del tempo non spiegandole tutto visto che lo capiva da sola.

Mi morsi il labbro. "Ho seguito il mio cuore. Giusta o sbagliata che sia, per ora sono semplicemente contento."

"E se lo sei tu, sono contenta anche io." E mi baciò una guancia, andando poi verso il salotto.

"Preparo i pop corn! Ci vediamo un film!" Gridò, cercando di farsi sentire dall'altra parte della casa.

Io mi girai verso la direzione in cui proveniva la voce, corrugai d'istinto le sopracciglia anche se non poteva vedermi. "Un film a quest'ora?" Guardai lo schermo del cellulare vedendo realmente l'ora, sapevo che fosse tardi ormai ma non pensavo così tanto. "Alle due e mezza del mattino?"

"Sii!" Urlò lei in risposta. "Maratona di Harry Potter!"

Scossi la testa, sapendo di non riuscire a rifiutare. "Poso questi in camera e arrivo!" Urlai anch'io in risposta, sperando che mi avesse sentito. E, visto che non aveva risposto, pensai che avesse capito così mi incamminai a passo svelto verso la mia adorata camera e poggiai le borse in un angolo remoto della stanza.

Sospirai rumorosamente, facendomi cadere di peso sul letto provocando un brusco rumore e sobbalzando al contatto. Chiusi per un attimo gli occhi e quando li riaprii fissai attentamente il soffitto bianco sopra di me.

Mi ritrovai a pensare come fosse possibile che mi fossi innamorato così in fretta di Louis.
Probabilmente lo ero sempre stato, sin dalla prima volta che lo avevo visto al pub, ma il sentimento si era intensificato sempre di più quando eravamo stati più intimi.

Mia madre mi diceva sempre che l'amore non è parlare la stessa lingua, anzi. È tipo, capirsi però parlando due lingue differenti.
Prima non capivo cosa volesse dire, poi ho conosciuto Louis.

E non è come conoscere qualcuno simile o addirittura uguale a te. È qualcuno che ti fa scoprire e considerare cose di te che tu neanche lontanamente sapevi.

È guardarsi, sempre, anche quando non ci si sta guardando direttamente. Anche quando uno dei due è un codardo che si nasconde dietro una corazza di ferro e l'altro è l'essere più confuso del pianeta.

È esserci, anche quando non si ha tempo e si hanno degli impegni importanti.

È mostrarsi affetto, e non soltanto facendo l'amore. Anche solo una chiamata improvvisa, un "mandami un messaggio quando torni a casa", un regalo romantico fatto non per l'anniversario né per il compleanno ma solamente perché si ha voglia di fare felice l'altra persona con un piccolo gesto, strappare un sorriso quando l'altro è triste.

E non è che senza non potresti vivere; ma è proprio che, senza, sarebbe un po' come sopravvivere e non riuscire a vivere bene per davvero.

Magari non avrei avuto un amore così sincero e puro come avevo sempre immaginato di meritare oppure come avevo sempre visto dai miei nonni, dai miei genitori, dai film in TV. Magari, nessuno l'avrebbe mai avuto nel secolo in cui viviamo e sono solo dei stupidi film mentali che la società ci ha impresso nelle nostre menti e che nella vita vera non accadranno mai.

Ma questo, per il momento, non mi importava.
Non mi interessava del mondo in sé, in realtà.
Io avevo Louis.

"Allora, vieni o no?" Mi distolse dai miei pensieri, mia sorella, chiamandomi dal divano e sgranocchiando qualcosa.

"Si, arrivo!" Risposi alzando il tono di voce per farmi sentire meglio, per poi alzarmi dal letto e andare in salotto per farle compagnia durante il film.

non mi innamoro maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora