11. una distrazione; parte II

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"Tu vivi senza preoccupazioni. Come fai?"

"Parto subito con l'intenzione di non legarmi a qualcuno." Alzò le spalle. "No sentimenti, no preoccupazioni."

"Tu sei l'uomo di ghiaccio, non li provi mai dei sentimenti. È facile per te." Sbuffai.

Con la coda dell'occhio vidi che il suo sguardo tornò su di me. "Già." Sospirò, continuando ad esaminare il mio volto con quei suoi occhi azzurri. "Non so nemmeno cosa siano i sentimenti."

"Sei fortunato, credimi." Alzai gli occhi al cielo.

"Tu sai cosa sia l'amore?" Mi chiese, a quel punto.

"Pff. Certo che lo so." Feci il vago.

Ci fu un breve silenzio tra noi. Poi però: "Ti serve una distrazione, per non pensare costantemente a lui." Propose.

"Ho già l'università." Constatai. "Cos'altro mi serve?" E mi voltai finalmente verso di lui.

Peccato che ora i nostri volti erano talmente vicini, che sentivo il suo respiro sulle mie labbra. Il cuore mi batteva all'impazzata ed il respiro si era accelerato.

Deglutì, mentre guardava le mie labbra. "Non lo so, hai qualche idea?"

"N-no, non in questo momento."

"P-palestra?"

"Può andare bene." E mi scostai da lui, vedendolo in difficoltà. Trattenni una risata perché era troppo divertente e: "Tu mi accompagneresti?"

Ripresosi dal suo stato di confusione, distolse lo sguardo dal mio volto. "Certo, si si si, perché no." Si schiarì la voce. "Meglio
che vada ora, Gemma sta per incendiare la casa con la sua improvvisa passione per la cucina." E si alzò di scatto dal letto.

"Fermala, allora." Risi, guardandolo.

Lui accennò un sorriso. "Per qualsiasi cosa, ci sono okay?"

"Okay." Annuii. "Grazie Louis."

"Quando vuoi." Sorrise, andando via.

non mi innamoro maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora