36. ci sei solo tu per me, okay?

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Due giorni erano passati da quando avevo trovato quella ragazza a casa sua, lui non si era fatto sentire e pensavo che quel giorno sarei rimasto a deprimermi ancora di più nel letto (tanto l'avevo già fatto i giorni precedenti) fino a quando Louis aveva fatto irruzione nella mia camera senza bussare o chiedermi il permesso.
D'altronde, da quando ci eravamo conosciuti, passava molto tempo con me e Gemma in casa, quindi non mi stupii più di tanto a vederlo entrare in camera mia all'improvviso.

Semplicemente, si era chiuso la porta alle spalle e si era avvicinato accanto a me posizionandosi in piedi davanti al letto.

Chiaramente, dovette farmi domande. "Ma che hai, si può sapere?" Fu la prima, vedendo il mio comportamento alquanto strano visto che non l'avevo nemmeno salutato.

"Nulla." Sospirai, non volendo affatto iniziare quella conversazione. Non così, in quelle circostanze. "Perché sei venuto qui?" Chiesi.

"Deve esserci per forza un motivo?" Si accigliò. "Volevo vederti. Tutto qui."

"Non ti credo." Alzai le spalle.

"Okay." Sbuffò. "So sei arrabbiato con me." Gesticolò e si sedette al bordo del mio letto accanto a me, senza però avvicinarsi parecchio.
"Se magari mi dicessi cosa ho fatto, potremmo chiarire almeno." Sussurrò.

Si, sapevo che mia sorella c'entrava con la sua comparsa improvvisa, ma decisi di non chiedere una conferma.
Certo, avrei voluto che venisse lui di sua spontanea volontà a risolvere la situazione, ma non si poteva avere tutto dalla vita, no?

"Non c'è niente da chiarire qui." E mi voltai per fronteggiarlo una volta per tutte e guardarlo per la prima volta da quando era entrato. "Sei tu che fai sempre lo stronzo!"

Corrucciò le sopracciglia confuso più che mai. "Lo stronzo? Sai quanto è stato difficile in questi due giorni starti lontano per darti un po' di spazio per chiarirti meglio le idee?"

"Pff." Sbuffai, non credendo minimamente alle sue parole. "Questo è quello che mi vuoi far credere."

"Non è quello che ti voglio far credere." Alzò le spalle. "È semplicemente la verità."

"Ho lasciato Josh per te! Che altre idee devo schiarirmi?" Sbottai, con tutta la naturalezza del mondo.

"Davvero?" Era più stupito che confuso.

"Seriamente non lo sai? Gemma non te l'ha detto quando ti ha chiesto di venire qui?" Insinuai.

Alzò gli occhi al cielo. "Okay, mi ha chiamato lei, lo ammetto. Ma non sapevo che vi foste lasciati tu e Josh.."

"È così." Annuii prontamente. "Altrimenti a quest'ora sarei già sposato, non trovi?" Gli feci notare.

"Beh, comunque non sarei venuto al matrimonio quindi non l'avrei mai saputo.." Disse, più a se stesso che a me. "Ma pensavo che avessi detto che fosse troppo tardi per noi.."

"Lo è." Risposi. Poi alzai di più lo sguardo ed incastrai i miei occhi nei suoi. "Ma io devo seguire il mio cuore, e lui non fa altro che ripetere il tuo nome, Lou."

Mi guardò, cercando di capire meglio le mie intenzioni ed elaborando ciò che gli avevo appena comunicato. "E allora cosa stiamo facendo ancora qui a perdere tempo?" Esclamò indicando se stesso e poi me, e sembrava più un'affermazione che una domanda.

"Smettila di mentirmi e fare finta di nulla, Louis." Alzai le spalle. "Non cambierai mai."

"Non capisco a cosa ti riferisci!" Sbraitò. "Certo che sei strano eh!"

"Tu ti porti ancora le ragazze a casa dopo che mi hai detto chiaramente di amarmi ed io sarei quello strano?!" Sbottai.

"Che?" Esclamò sorpreso. "Ragazze? Ma stai scherzando?"

"Ecco che ci risiamo.." Alzai gli occhi al cielo mentre mi sdraiavo di nuovo sul mio letto sfatto che in quel momento sembrava ancora più comodo. Chissà come mai.

"Davvero non capisco di che parli." Si avvicinò a me cercando più informazioni possibili.

"Era chiaramente la voce di una ragazza quella che avevi in casa, quindi non mentirmi ancora perché è palese."

"Allora eri tu." Esclamò all'improvviso, probabilmente capendo il tutto.

Mi alzai poggiandomi di peso con i gomiti. "Ah quindi te l'ha detto pure.."

"Certo che me l'ha detto. Anzi, in realtà aveva detto che mi aveva cercato un mio amico quindi pensavo fosse Zayn oppure boh.." Alzò le spalle. "Niall."

"Beh ero io, e da quando l'ho scoperto sto mettendo in dubbio tutto ciò che mi hai detto." Dissi, il mio tono di voce sempre più spezzato. "Hai detto di amarmi! Come puoi essere così falso?"

Scoppiò a ridere ed io lo guardai confuso.
"Che c'è di divertente?" Chiesi, allora.

Si ricompose immediatamente quando vide la mia faccia ancora più furiosa di quanto lo era prima. "Harry, era mia sorella Lottie quella."

Spalancai gli occhi. "No.."

"Già." Sorrise, avvicinandosi sempre di più a me. "Sei geloso di mia sorella, per caso?" Chiese, con un sorriso divertito sul volto.

Immaginavo si stesse divertendo parecchio a vedermi in quella circostanza.
Sbuffai, mettendomi le mani sul viso e nascondendo il mio totale imbarazzo e le mie guance che stavano andando a fuoco per l'imbarazzo.

"Haz.." Delicatamente sussurrò il mio nome, togliendomi le mani dal volto. "Ci sei solo tu per me, okay?"

Mi guardava con quei suoi occhi azzurri come il mare ed ogni volta ci nuotavo dentro.

"Vuoi dirmi che dopo di me non sei andato a letto con nessuno? Proprio nessuno?"

"Esattamente." Affermò fiero di se stesso. "Al contrario di te però."

"Ah ah!" Gli puntai il dito contro. "Non rigirare la frittata!" Assottigliai gli occhi guardandolo male. "E comunque non ti credo."

"Dovresti fidarti di più di me." Mi prese entrambe le mani incastrandole con le sue. Amavo quando lo faceva, all'improvviso. "Haz io sto bene solo ed esclusivamente con te, nessuno mi fa provare quello che mi fai sentire tu. Quindi, che senso avrebbe andare con altre persone?"

Le sue parole sembravano più che sincere.
Così annuii, convinto, senza dire altro, le parole non sarebbero bastate a spiegare come mi sentivo lì con lui, in quel momento.

Poi, semplicemente, mi sorrise. E non era uno di quelli che si accennano per cortesia, ma era un vero e proprio incanto.
Ed io avrei voluto che mi regalasse sorrisi così per tutta la vita. Si, perché i suoi sorrisi erano un vero e proprio regalo per me.

Non c'era cosa più bella che vederlo sorridere perché ogni volta che lo faceva mi illuminavo un po' anche io.

"Lou?"

"Si?"

"Obbligo o verità?" Chiesi, accennando un mezzo sorriso.

"Obbligo."

E, senza pensarci due volte, dissi: "Baciami" ad un soffio dalle sue labbra "in questo dannato istante."

E neanche lui dovette pensarci perché, appena finii di dire quelle parole, era già sulle mie labbra e le farfalle già a vorticare nel mio stomaco.

non mi innamoro maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora