25. al sicuro

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"Non lo so." Sospirai. "Ma ha detto che vuole parlarmi."

"Non avrà scoperto.." Indicò entrambi. "Questo?"

"Non credo." Tirai su col naso. "Era abbastanza tranquillo quando me l'ha comunicato."

"Mh." Si distese interamente sul letto, guardando il soffitto con occhi cui non riuscii a percepire alcun tipo di emozione. "Spero che non sia nulla di importante."

"Non sarà nulla, ne sono certo." Dissi, per poi poggiare delicatamente la testa sul suo petto.

Dopo svariati minuti di silenzio, la curiosità in me prese il sopravvento così decisi di togliermi ogni tipo di dubbio. "Cos'è successo alla festa?"

Pensavo che si fosse addormentato, perché non mi rispose subito. "Che vuoi dire?"

Il suo petto vibrò sotto il mio capo, con l'orecchio riuscivo a sentire i battiti del suo cuore regolarizzarsi. "Nulla. Solo che dopo un po' non ti ho visto più."

"Ah." Fece un respiro profondo. "Ero andato al bagno, credo."

"Oh già si, scusami probabilmente non dovevo neanche chiedertelo.." Mi alzai imbarazzato dal suo corpo e feci per scivolare via dal letto e rivestirmi ma mi bloccò un braccio.

"Certo che dovevi, siamo amici no? Puoi chiedermi tutto ciò che vuoi." Allacciò un braccio attorno alla mia vita, gesto che mi fece rabbrividire, e mi fece riappoggiare a lui.

Chiusi gli occhi a quell'affermazione. Come potevamo essere semplici amici dopo tutto ciò che avevamo condiviso? "Già, sicuro."

Insomma, all'inizio per me era stato naturale e impulsivo andare con lui; probabilmente perché lo conoscevo già da qualche settimana e già mi fidavo ciecamente di lui.

Ma di certo non mi offrivo così a chiunque.
Con lui, avevo sintonia, mi faceva sentire al sicuro. Perché non riusciva ad arrivarci?

Perché è l'uomo di ghiaccio, mi risposi da solo.
Non provava sentimenti, che mi aspettavo?
Di certo, non sarei stato un eccezione, tra i suoi amanti. Probabilmente non contavo nemmeno così tanto per lui.

"Aspetta." Mi scossi dai miei stessi pensieri. "Hai detto che posso chiederti qualunque cosa?"

"Mh, si." Alzò le spalle, anche se era allungato.

"Quindi potrei anche chiederti di farmi fare a me per una volta..." Chiesi, titubante di sentire la risposta. Speravo avesse capito ciò che intendevo, perché non sarei riuscito a dirlo apertamente.

Dal basso, vidi però il suo volto farsi sempre più pallido.
"Che c'è? Guarda che puoi anche dire di n-"

"Va bene." Mi bloccò.

"Va bene?" Alzai il tono di voce, confuso.

Si voltò verso di me. "Si, va bene."

Alzai le sopracciglia. "Ceh, per te va bene fare il passivo?" Mi spiegai il più possibile.

"Si." Annuì, come se fosse la cosa più semplice del mondo, poi rise guardando la mia espressione sul viso. "Perché sembri sorpreso?"

"Beh, perché lo sono." Dissi. "Pensavo ci volesse un po' di più a convincerti visto che tutte le volte che lo facciamo sono sempre io a fare il passivo qui." Gli diedi una gomitata.

"Lo so." Rise, sfottendomi. "Ma non mi cambia molto quindi perché no." Alzò le spalle.

"Sicuro?" Alzai un sopracciglio.

"Sicuro." Annuì.
Mi morsi il labbro.
Poteva significare qualcosa oppure me lo stavo immaginando io?

non mi innamoro maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora