12. smettila di pensarci

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Ero riuscito a passare una settimana intera senza vedere Joshua. Un record.
Insieme a Louis, mi ero iscritto in palestra ed il tempo che passavo a pensare a lui e a ciò che aveva fatto era diminuito. Ma comunque c'era.

Mi aveva scritto, anche chiamato. Ma avevo sempre fatto il vago dicendo di essere impegnato o con lo studio o con delle commissioni.
Lui mi aveva lasciato spazio e tempo, ed era ciò che avevo bisogno per chiarire le idee e per capire meglio ciò che mi stava capitando.

Louis era stato fondamentale: mi era sempre stato accanto, insieme a Niall. Gemma, invece, mi parlava a stento; era dell'idea che avrei dovuto lasciarlo e chiudere per sempre i rapporti con lui ma non capiva che ci tenevo troppo per farlo.

"Smettila." Mi rivolse un'occhiataccia Louis, uscendo dalla doccia.

Ero rimasto tutto il tempo sulla panchina degli spogliatoi a riprendere fiato. Ero stanchissimo.
Pensavo di essermi ripreso, ma poi lo vidi uscire dalla doccia, con solo un asciugamano legato alla vita e il respiro mi si bloccò in gola.

"Mh?" Riuscii solo a dire, ammagliato da ciò che avevo davanti. Seguivo le gocce d'acqua che ricadevano e facevano a gara sul suo corpo.

"Smettila di pensarci. Non se lo merita." Alzò le spalle, incamminandosi verso il suo borsone accanto al mio.
Inutile dire che lo guardai fino a quando non si sedette.

"Lo so." Distolsi lo sguardo. "Oggi non ci riesco però." Abbozzai un sorriso.

"So cosa ti ci serve." Si infilò la maglietta. "Stasera usciamo."

"E dove andiamo?" Gli rivolsi tutta la mia attenzione, a quel punto.

"Pub, discoteca. Dove vuoi. Basta che ti distrai un po'."

"Posso inv-"

"No!" Mi bloccò. "Non puoi invitare Joshua."

Io lo guardai male. "Non volevo dire questo." Sospirai. "Volevo chiamare Niall, mio cugino, in realtà."

"Okay, allora si. Io chiederò a Zayn."

Io annuii in risposta.
"Hai intenzione di rimorchiare qualcuno?" Chiesi poi, titubante.

"Non so, vedremo come andrà la serata." E mi sorrise.

"E di solito dove porti le tue conquiste?"

Lui si accigliò a quella domanda. "Probabilmente a casa mia."

"Mh." Mugugnai.

"Come mai queste domande?"

"Voglio solo conoscerti meglio, Louis."

"Oh andiamo." Scosse la testa, ridendo. "Sai già molte cose su di me."

"Mh. So che hai tante sorelle, hai ventitré anni, non ti sei mai legato a nessuno," sottolineai soprattutto questa caratteristica ed infatti lui alzò gli occhi al cielo, "poi hai un bellissimo rapporto con tua madre e so che tra te e Gemma non so chi sia più scarso a cucinare."

"Wow." Alzò le sopracciglia. "Quindi mi stalkeri."

"No, è solo che Gemma parla molto di te." Gli sorrisi. "Sei sicuro che tra te e lei non c'è niente?" Ammiccai.

"Sicurissimo." Annuì. "Te l'ho già detto. E poi a lei piace un'altra persona."

"Liam." Feci si con la testa. "Ma penso che sia gay." Alzai le spalle.

A lui scoppiò una risata che non riuscì a trattenere. "Come lo fai a sapere?"

"Gay radar." Urlai, andando a farmi la doccia anch'io.

Speravo solo che per una serata mi sarei divertito senza pensare a tutti i casini della mia vita. Potevo pur concedermelo, no?

non mi innamoro maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora