6. festa; parte II

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"Sto andando bene fino ad ora?" Mi chiese, continuando a muoversi a ritmo di musica.

"Diciamo di si, ma la serata è appena cominciata." Le nostre mani intrecciate tra di loro mi davano ancora un senso di appartenenza.

"Dovrai fidarti di nuovo di me, prima o poi."

"Più poi che prima." Lo guardai male. "Non posso fidarmi più di te, non ci riesco al momento."

"Lo sai che non farei nulla per farti soffrire."

"Lo hai fatto però."

"Non lo rifarei mai allora."

"Ubriacati." Dissi, ignorando del tutto le sue parole.

"Che?"

"Ubriacati, bevi tanto. Vedi poi come mi tradisci di nuovo." Lo sfidai.

"Non lo farò." Disse, secco e deciso.

"Hai paura di ciò che potrai fare?"

"No, ma non voglio fare brutte figure con i tuoi amici." Alzò le spalle.

"Lo faccio anch'io allora. Così siamo entrambi a fare brutta figura e ti dimostrerò che io non potrei mai tradirti."

Lui sembrò pensarci un attimo. "Ci sto."
E sentendo la sua risposta, andai subito a prendere da bere per entrambi tornando con due drink.

"Alla salute." Brindai, prima di bere tutto il bicchiere in una volta.
Se fosse andato con qualcuno anche quella sera, lo avrei lasciato senza dubbio.
Fanculo il cuore ed i sentimenti che provavo per lui, io avevo bisogno di qualcuno di cui fidarmi ciecamente.

"Preparati a perdere." Lo sfidai.

"Parla per te." Rispose.

***

Non mi sarei mai aspettato che per farmi ubriacare ci sarebbe voluto così poco.

Ero uscito fuori in giardino per prendere una boccata d'aria ed avevo chiesto a Gemma di controllare che Josh non facesse nulla di stupido, in tal caso me lo avrebbe comunicato subito.

"Harryyyy." Esclamò qualcuno alle mie spalle.

Riconoscendo la voce, non mi spaventai e tantomeno mi voltai. "Che c'è?"

"Sono stato bravo ammettilo." Constatò, inciampando con le sue stesse parole.

"Si. Che vuoi, un premio?" Chiesi, retoricamente.

"Voglio te." E si avvicinò sempre di più a me. "Ora, in questo dannato istante."

"Smettila. S-sei ubriaco Josh.." Sussurrai, voltandomi e ritrovandomi così ad un passo dalle sue labbra.

"Anche tu. E non dirmi che non ti va perché te lo leggo negli occhi che mi vuoi pure tu."

Io lo guardai negli occhi come aveva detto e feci per voltarmi di nuovo ma lui si fiondò sulle mie labbra con decisione ed io, preso dal momento e forse anche per via del troppo alcol all'interno del mio corpo, ricambiai con non tanta voglia.
Non saprei dire il perché, ma mi ritrovai a provare piacere dopo non so quanto tempo ed a provocarmelo era proprio lui.

Erano mesi che non andavamo d'accordo, mesi che non facevamo altro che litigare ed urlarci addosso, mesi di continue incomprensioni.

Finalmente però, avevamo trovato un compromesso e, dietro alberi e cespugli, mi stava rendendo suo come solo un tempo faceva. Era sempre stato un tantino violento, però glielo permettevo perché così non poteva mai stancarsi di me, giusto?

Entrammo in casa una mezz'ora dopo. La sbornia era quasi passata, mi sentivo in colpa per aver fatto sesso con Joshua e non mi andava di dirlo a nessuno anche perché Gemma e Louis avrebbero sicuramente disapprovato e non mi andava di sentire le loro prediche a quell'ora di notte.
Ma cosa potevo farci io se ero innamorato?

Tu credi di essere innamorato, ma non lo sei.

Cosa ne potevo sapere io dell'amore a diciannove anni?

non mi innamoro maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora