capitolo trentatré

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«Armin» la voce di Connie era calma, ma celava una nota di profondo timore «Adesso sei tu al comando»

Arlert si voltò lentamente, dinanzi si trovò Springer, Jean, Sasha, Mikasa, Jeri ed Eren nella sua forma da gigante, immobili, dritti nella loro postura tipicamente militare.

Guardavano Armin con lo stesso rispetto che riservavano al Comandante Erwin, in silenzio, attendendo i suoi ordini.

Il biondo chiuse per un secondo gli occhi celesti e ripercorse mentalmente la conversazione avuta con Berthold, poi li riaprì e disse «Jean, puoi prendere tu il mio posto?»

«Cosa?» domandò Kirschtein, sbigottito. «Io non so proprio che cosa fare, ci troviamo in questo guaio perché non ho saputo valutare Berthold. Jean, tu sei molto più portato di me»

Jean incassò quelle parole come una ginocchiata allo stomaco, tant'è che si piegò leggermente in avanti, poi si voltò verso Jeri, che aveva rivolto il suo sguardo verde giada su di lui.

Forse lei sarebbe stata più capace... no. Jeri era brava a far eseguire gli ordini e a fare in modo che nessuno finisse ammazzato, ma se c'era qualcuno in grado di ideare un piano per contrastare il Colossale, quello era Armin Arlert.

«Dirigiamoci al fiume, salite tutti su Eren, così risparmieremo gas» disse poi il biondo ed i soldati obbedirono aggrappandosi alle spalle del titano, intanto Jean continuava a parlare.

«Eren, quando sarà il momento giusto, dovrai attirare l'attenzione di Berthold, ma per adesso dovrai rimanere nascosto. Jeri, invece voglio che tu ti occupi degli altri, fai in modo che non muoia nessuno, intesi? Ehi, Armin» richiamò il compagno.

Il ragazzo dagli occhi azzurri si voltò a guardarlo. «Posso analizzare la situazione, ma purtroppo non ho in mente nessuna strategia per risolverla, alla fine dovrò fare affidamento su di te»

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«Urla, Eren, non permettiamo a Berthold di avvicinarsi alle Mura» la voce dei giganti sarebbe stata impossibile da descrivere a chi non l'aveva mai udita, sembrava un coro di tante voci molto diverse tra loro, ma perfettamente sincronizzate.

L'urlo di Jaeger si propagò nell'aria, accompagnata dai passi del Colossale che facevano tremare la terra sotto i loro piedi.

Berthold voltò di poco il capo, guardò il gigante, ma poi tornò subito nella posizione iniziale e riprese la sua lenta marcia verso le Mura.

«No, quel bastardo ci sta ignorando!» esclamò Jean, non era un piano infallibile, anzi, Kirschtein vi riponeva poche speranze, ma tentare non costava nulla in fondo.

«E ora cosa facciamo, Jean? Se continua così─» «Lo so, Connie. Ehi, Eren! Blocca le gambe di quello spilungone!»

«Il vapore ustionante del Colossale può neutralizzare i nostri dispositivi, un attacco diretto è impensabile. Per quanto ne sappiamo i suoi unici punti deboli sono la lentezza nei movimenti e l'erosione provocata dalla prolungata espulsione del calore» constatò Jeri, mettere in tavola tutte le conoscenze che possedevano le sembrava un buon modo per giungere ad una soluzione, sempre se ne esisteva una.

A tutto c'è rimedio, tranne che alla morte, le parole di Rea le rimbombarono nelle orecchie ancora una volta, vorrei tanto credere che sia così, mamma, pensò.

«Mikasa, voglio che tu ti tenga pronta ad intervenire in qualunque momento in difesa della squadra, sei la sola in grado di farlo» le disse Foster, la corvina diede un cenno d'assenso.

«Ora! Disperdetevi!» esclamò Kirschtein, poi i soldati si librarono in aria separandosi da Jaeger, il quale si gettò su una gamba del titano.

«Eren riesce a spingerlo!» fece Sasha, ma non vi era nemmeno una vena d'entusiasmo nella sua voce.

«Dai, coraggio Eren! Abbatti il colossale!» urlò Connie.

Jeri osservava la scena, il corpo teso fino all'inverosimile, poi accadde.

Eren non stava spingendo il colossale, questo stava solo piegando il ginocchio per calciarlo lontano, infatti, a discapito della sua lentezza nel movimento, scaraventò il titano sulle Mura con un gesto secco della gamba.

«Eren!» esclamò Ackerman.

Sento il tuo terrore, Mikasa.

«Non si muove» disse la corvina quasi in un sussurro, Jeri le afferrò un braccio. «Eren è ancora vivo, adesso dobbiamo pensare a fermare il Colossale» e, per una volta, l'altra l'ascoltò senza obiettare.

Mi fido di te, Jeri non deludermi, pensò.

«Eren si è esposto con troppa foga» constatò Jean, d'altronde l'ordine l'aveva dato lui. «Non avevamo un piano, è ovvio che sia finita così» gli disse Foster, avrebbe avuto tutto il tempo di rimuginare sui suoi errori più tardi.

Il biondo colse il messaggio, infatti immediatamente dopo i suoi occhi color miele corsero velocemente alla figura del gigante, cercando nascosto da qualche parte il modo di contrattaccare.

«Dobbiamo trovare un modo per ribaltare la situazione, altrimenti sarà la fine per questa operazione, per le nostre vite e per tutto il genere umano. No, Berthold, non rimarremo con le mani in mano a farci massacrare! Attacchiamo ora!»

I soldati si librarono in aria con il dispositivo di manovra tridimensionale. «Io, Connie e Sasha lo distrarremo, Jean, Mikasa, voi colpitelo con le lance fulmine!» fece Jeri allontanandosi dai due compagni con Springer e Blouse.

Le dispiaceva affidare l'incarico più pericoloso a Mikasa e Jean, ma, se l'avesse fatto lei, con ogni probabilità non sarebbe riuscita a portarlo a termine.

«Ricevuto!» esclamò Sasha, della formazione si occupava Foster, d'altronde il suo compito era fare in modo che nessuno morisse.

Tuttavia, prima che Kirschtein ed Ackerman potessero mandare a segno le lance fulmine, il Colossale emise il suo vapore ustionante, sbalzandoli via, atterrarono sui tetti vicini.

«State tutti bene?» «Sì, niente ferite gravi» il calore li aveva investiti in pieno, Mikasa e Jean erano stati colpiti dalle schegge delle lance fulmine, ma, a parte qualche taglio superficiale, non erano stati danneggiati.

No, se doveva proteggerli non potevano lanciarsi in un attacco frontale. «Armin, dimmi che in mente hai qualche strategia» disse Foster, guardando il biondo.

Poi la figura del Gigante Corazzato emerse attraverso il fumo.

E per la prima volta da quando era nata, Jeri aveva davvero paura di non farcela, eppure era sorprendentemente calma.

È questa la sensazione che si prova quando si è sul punto di morire? Si chiese, guardando Reiner avanzare, sentendo i suoi passi scuotere la terra dalle sue viscere al ritmo dei battiti del suo cuore.

Sembrava che, da un momento all'altro, il terreno potesse aprirsi sotto i loro piedi ed inghiottirli, facendoli precipitare dritti all'inferno.

Mikasa la guardò, un brivido la scosse da capo a piedi.

Sento la tua paura, Jeri.

Ma quando una forte sensazione di calore si irradiò dal centro del suo petto, distendendo i muscoli e placando le fitte allo stomaco, comprese.

No, non è paura. La morte non è l'opposto della vita, ma una sua parte integrante, un'inesorabile epilogo dell'esistenza umana, che gli uomini siano in grado o meno di accettarlo, é del tutto irrilevante.

⚔️

AUTHOR'S NOTE,
cercare di infilare Jeri in queste scene è proprio impossibile, ho cercato di fare quello che potevo, ma mi piace lasciare spazio soprattutto agli altri, questo perché sappiamo che Jeri è un bravo leader, ma non proprio un soldato eccezionale, però è tosta, cavolo è sopravvissuta fin ora. Non vedo l'ora di passare al timeskip, ho in mente delle cosette super carine ispirate anche a vari headcanon/tiktok che ho visto in rete, quindi stay tuned (anche se credo che almeno altri tre/quattro capitoli alla terza stagione li devo dedicare, non so quanti di preciso, dipende dalle scene che voglio inserire)

Adelaide xx

𝐒𝐀𝐋𝐕𝐀𝐓𝐈𝐎𝐍, jean kirschtein Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora