capitolo sei

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Jean impartiva ordini a destra e a manca, la sua voce, tendenzialmente pacata, era animata dal fervore della battaglia.

«Mikasa!» Sento il tuo dolore, Mikasa.

Jeri si sentiva così male che le risultava difficile utilizzare il dispositivo di manovra tridimensionale.

«É come pensavo, non ragiona lucidamente, sta sprecando troppo gas per il movimento tridimensionale, finirà per esaurirlo in pochi secondi» Armin, che aveva seguito lei e Connie Springer nell'operazione di recupero Ackerman, aveva dato voce ai suoi pensieri.

Jeri la guardò preoccupata e poco dopo le sue preoccupazioni si trasformarono in una dura realtà.

Mikasa esaurì il gas e cadde rovinosamente al suolo, come la spilla di Jeri.

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In quanti? In quanti erano morti per aver obbedito al suo segnale? Troppi per poter essere contati.

Jean si prese la testa tra le mani, i sensi di colpa lo stavano divorando vivo. Che cos'ho fatto?

Aveva letteralmente infilato i suoi compagni dritti nelle gole dei titani, tutto per colpa di un impeto di eroismo che l'aveva reso tutto un fremito poco prima, su quel tetto.

Che il fantasma di Jaeger si fosse impossessato di lui?

Certo che Eren doveva proprio dargli noie anche se non c'era.

«Dannato» mormorò.

«Jean» gli aveva detto Marco in quella folle corsa contro il tempo «É soltanto grazie a te se siamo ancora vivi. Beh é la verità, e comunque te l'avevo già detto, ricordi? Tu sei nato per comandare»

Illudersi che fosse un brutto sogno, ormai era impossibile, in fondo era facile da comprendere, che contro esseri così giganteschi non é possibile vincere.

Li avevano trovati. Certo, era stupido credere che non se ne fossero accorti e quei codardi della squadra di approvigionamento avevano detto che alcuni classe quattro metri avevano preso possesso dell'armeria.

Era davvero la fine? Fanculo.

Fanculo gli sforzi per rientrare tra i primi dieci della graduatoria, fanculo gli allenamenti, fanculo il suo voler diventare un soldato.

Si stava pentendo di tutto.

Ma doveva continuare a resistere. Se combatti forse potrai salvarti, ma se resti immobile allora morirai. Combatti!

Afferrò l'impugnatura della lama, ma accadde tutto troppo in fretta. I due giganti che aveva sfondato un muro del quartier generale vennero scagliati via da un altro titano... diverso.

Il rumore dei vetri infranti lo distrasse Mikasa e Jeri erano tornate, apparentemente incolumi, con loro c'erano anche Connie ed Armin.

«Mikasa, allora stai bene» disse Jean, la ragazza alzò lo sguardo su di lui, ma non rispose.

Jeri si passò una mano sugli occhi, sembrava a pezzi, Ackerman le aveva dato parecchio filo da torcere quel giorno.

«Ragazzi, quello è un gigante anomalo! A quanto pare gli piace uccidere gli altri giganti e non dimostra alcun interesse per noi»

Un gigante che ne uccide un altro? Non si era mai sentita una cosa simile.

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𝐒𝐀𝐋𝐕𝐀𝐓𝐈𝐎𝐍, jean kirschtein Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora