capitolo uno

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«Dobbiamo trovare Annie, maledizione perché quella ragazza deve sempre fare di testa sua?» Jeri borbottò tra i denti, Mikasa era dietro di lei, la seguiva con il dispositivo di manovra tridimensionale.

La bionda si fermò sul ramo di un albero, cercare Annie a tentoni le avrebbe solo fatto sprecare gas inutilmente, doveva ragionare.

Mikasa la raggiunse poco dopo.

«Foster, ti assegno un'unità più ridotta, ma sei in squadra con Ackerman e Leonhart, credo che le doti eccellenti delle tue compagne possano compensare il numero inferiore di reclute» Shadis aveva sbraitato come suo solito.

Jeri si era sempre chiesta come mai l'istruttore del centroquattresimo Corpo di Addestramento Reclute dovesse pronunciare ogni parola urlando.

Cos'aveva da urlare proprio non lo sapeva.

Le dava sui nervi quel suo tono sempre aggressivo, lei d'altronde aveva un'indole introversa e pacata, per questo, pensò, Shadis le aveva assegnato Ackerman e Leonhart, che avevano dimostrato la stessa attitudine.

«Vuole mettermi al comando di un'unità, signore?» aveva domandato Jeri, anche se si trattava solo di un addestramento, essere scelti come comandanti anche in quel frangente era un grande onore.

«É esatto Foster, non credo ci sia un soldato in grado di coordinare Ackerman e Leonhart e di sfruttare le loro potenzialità al massimo come te» rispose.

Avrebbe avuto il comando di un'unità composta da soli tre elementi, mentre Jean Kirschtein e Reiner Braun si sarebbero occupati del resto delle reclute della divisione Sud.

Sarebbe stata una bella sfida vincere con soli due soldati, ma se i due soldati erano Ackerman e Leonhart, allora non aveva nulla da temere.

«E va bene, facciamolo» si era detta.

L'addestramento consisteva nel recidere degli enormi cuscini in pelle posti sulla nuca di sagomati in legno che stavano a rappresentare i giganti.

Un unico taglio netto, un metro di lunghezza per dieci centimetri di larghezza, l'unico modo per uccidere i giganti.

Le reclute della divisione Nord tenevano il punteggio, che variava a seconda dell'esemplare "abbattuto", se un classe quattro, sette o quindici metri.

Stavano andando bene, ma poi Annie si era dileguata, preferendo fare di testa sua.

Shadis l'aveva avvertita sulla mancanza dello spirito di squadra nella bionda.

Annie Leonhart. Sorprendentemente abile nelle manovre d'attacco, ma troppo precipitosa, necessita di qualcuno che la guidi, risulta d'intralcio nelle dinamiche di gruppo e tende ad agire in autonomia anche quando non le é consentito.

«Unità Kirschtein!» poco lontano una delle reclute della divisione Nord aveva assegnato un punto alla squadra di Jean.

«Dannazione, di questo passo ci supereranno» constatò Jeri.

Mikasa, di fianco a lei, aveva fatto spallucce.

«Ma certo, tu sei la migliore del corso, perdere la sfida non ti danneggerebbe in alcun modo, ma si dà il caso che io sia al comando di questa unità ed il successo ─ o l'insuccesso ─ dell'operazione, che sia merito mio o meno, é una mia responsabilità» disse la bionda, più a se stessa che alla compagna.

Mikasa, di fianco a lei, era rimasta in silenzio.

Mikasa Ackerman. É di gran lunga la migliore in ogni corso, non abbiamo mai avuto un cadetto con il suo talento, fisicamente forte e mentalmente elastica, tuttavia non é ancora in grado di sfruttare al meglio il suo potenziale e di collaborare correttamente in un gruppo.

«Unità Foster!» sentirono riecheggiare in lontananza, doveva trattarsi per forza di Annie.

Non dissero nulla, Mikasa capì al volo la prossima mossa di Jeri e partirono in direzione della voce che aveva assegnato il punto alla loro squadra.

Presero una via trasversale tra gli alberi e si pararono davanti ad Annie, che le guardò sorpresa.

«Ah, eccovi» disse con tono annoiato, quasi come se aver ritrovato le sue compagne di squadra fosse stata una seccatura, e forse era esattamente così che la pensava.

Jeri la guardò severa con gli occhi verde giada. «Non provarci mai più. Rispondi solo ed esclusivamente dei miei ordini. Agisci di nuovo contro l'interesse della squadra e farò rapporto a Shadis» poi ripartì.

Annie la seguì senza aggiungere altro, Mikasa stava dietro di loro.

Jeri Foster. É pigra e non possiede spiccate doti né fisiche né mentali, se la cava mediocremente in tutto, anche se sfiora l'eccellenza nei corsi che evidentemente più l'attirano. Ha un'incredibile predisposizione alla leadership ed il suo carattere ermetico la rendono rispettabile ed autoritaria.

«Unità Kirschtein!» «Unità Braun!» «Unità Braun!» «Unità Foster!» «Unità Kirschtein!» «Unità Foster!» «Unità Foster!»

«La squadra di Foster, Ackerman e Leonhart ha totalizzato cento punti, una vittoria schiacciante» commentò Shadis.

Anche dopo il piccolo imprevisto dovuto ad Annie, erano rimaste comunque fortemente in vantaggio.

«Avrei dovuto ascoltarti» sussurrò la ragazza con gli occhi azzurri. «Come?» domandò Jeri, convinta di non aver sentito bene.

Ma Annie non replicò, rimase a guardare fisso davanti a sé.

Mikasa le sorrise, soddisfatta della vittoria, sorrideva anche con gli occhi grigi dal taglio orientale, era bella. Indubbiamente bella, di una bellezza diversa da quella di Jeri, ma pur sempre tale da togliere il fiato.

Anche Leonhart accennò un sorriso, la loro non era un'amicizia, nessuna delle tre ne cercava una, troppo introverse e amanti della solitudine, eppure c'era una strana intesa tra loro.

«Pft, ovvio che abbia vinto Foster, contro Ackerman e Leonhart non avevamo chances» commentò Jean Kirschtein atterrando alle loro spalle dopo aver usato il dispositivo di manovra tridimensionale.

«Invidioso?» chiese retorica Jeri, inarcando un sopracciglio biondo e facendo schioccare la lingua sul palato.

Jean alzò gli occhi al cielo, ma accolse di buon grado la sconfitta.

In fondo lo sapeva che no, se avesse avuto lui in squadra Mikasa o Annie la sua vittoria non sarebbe stata così scontata.

Ackerman e Leonhart erano due cavalli purosangue, forti, veloci, intelligenti, ma indomabili e Foster era un maestoso cavaliere che, tutt'uno col suo destriero, avanzava implacabile.

Era questa l'immagine che Jeri Foster proiettava di sé all'esterno.

Tristemente sapeva però che un cavaliere senza cavallo non vale un soldo.

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AUTHOR'S NOTE,
ecco qui ecco qui. Ci siamo, ho scritto il primo capitolo. Dunque ci ho pensato a lungo e sono giunta alla conclusione che sì, Jeri é un drago se ha gli elementi giusti. Non é un personaggio particolarmente abile in qualcosa che non sia impartire ordini, rendetevi conto che da sola davanti ai giganti non durerebbe dieci minuti, ma sa perfettamente come coordinare i soldati, soprattutto se questi soldati sono Annie e Mikasa, capirete perché. E cavolo, ditemi se Jeri vi sembra l'eroina di turno perché cambio tutto, eh! Non voglio che sia così, Jeri é una falsa amica, é antipatica in realtà, anche piuttosto egocentrica, quindi sì fatemi sapere che ne pensate

Adelaide xx

𝐒𝐀𝐋𝐕𝐀𝐓𝐈𝐎𝐍, jean kirschtein Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora