capitolo tredici

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«No!» l'urlo fu straziante, riverberò tra le strade in macerie di Stohess e colpì i soldati là dove fa più male.

Mikasa era in piedi su quel bozzolo di cristallo che risplendeva al sole, la lama della spada luccicava colpita dai raggi dorati e nei suoi occhi ardevano le fiamme dell'odio, della rabbia, della frustrazione.

La lama s'infranse non appena venne a contatto con il materiale duro del cristallo, come se fosse fatta di vetro e Jeri si accasciò al suolo come se qualcuno le avesse strappato la colonna vertebrale dalla schiena, lasciandola lì, inerme.

Ma Mikasa non voleva sentire ragioni, cambiò la lama e ci provò di nuovo, un altro colpo inutile che non aveva procurato nemmeno un graffio al bozzolo.

«No, ti prego!» dolore, dolore fisico e acuto, l'aveva attraversata come se Ackerman avesse trafitto lei con la sua spada.

«Jeri, che ti succede?» Connie si avvicinò insieme a Sasha e l'aiutò a rimettersi in piedi, preoccupato.

«Le farai del male!» urlò la ragazza con i capelli biondi, guardando Mikasa che aveva finito le lame.

La corvina le rivolse uno sguardo indecifrabile, sembrava sul punto di urlare in preda alla rabbia.

Dopo tutto quello che avevano fatto, dopo tutti i soldati caduti in battaglia, dopo tutta la distruzione che Annie ed Eren avevano causato, come una crisalide, la bionda si era rifugiata nel suo bozzolo impenetrabile.

Inaccettabile.

Jeri si liberò dalla presa di Springer e si gettò sul cristallo, ai piedi di Mikasa, per impedirle di colpire ancora l'involucro lucente che proteggeva Annie.

«Questo non te lo permetto» minacciò con la voce di un animale ferito che sta proteggendo il fragile frutto del suo ventre.

«Dopo tutto quello che é successo? L'hai visto con i tuoi occhi!» esclamò la corvina, Jeri la ignorò e si strinse a quel cristallo come se fosse la sua unica salvezza.

«Ti prego, Annie, esci da lì» sussurrò, i soldati attorno a lei ammutolirono «Non ne abbiamo neanche potuto parlare, si risolverà tutto. Io risolverò tutto. Ti prego, Annie...»

Era troppo per tutti, Eren pianse in silenzio, provato nel corpo e nell'anima, persino Armin ingoiò il groppo che gli si era formato in gola, Mikasa tremò.

«Non ne abbiamo neanche potuto parlare» ripeté con la voce sempre più flebile.

Alle sue spalle Reiner e Berthold sussultarono.

Le lacrime caddero sulla superficie irregolare del bozzolo, il volto di Annie sembrava però stranamente rilassato.

Sento... non sento niente, Annie.

Jeri si rifiutò di rivolgere la parola a Mikasa per giorni e non parlò quasi con nessuno. Ackerman non lo disse mai, ma soffrì molto in quel periodo. Si sentiva come se Jeri l'avesse lasciata sola.

⚔️

«Non credevo sapessi disegnare» Jean per poco non cadde dalla sedia per lo spavento nel sentire quella voce sottile alle sue spalle ed il calore del suo respiro dietro l'orecchio sinistro.

Girò repentinamente il foglio a faccia in giù e si voltò a guardare Jeri con il cuore che batteva a mille.

«Io...» provò a dire, ma era troppo in imbarazzo per formulare una frase di senso compiuto. «Posso vedere?» gli chiese la ragazza, indicando il foglio sul quale, poco prima, stava disegnando.

𝐒𝐀𝐋𝐕𝐀𝐓𝐈𝐎𝐍, jean kirschtein Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora