capitolo nove

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«E va bene» sospirò Armin, capendo ormai che, parlando con una cavalletta, avrebbe ricevuto una partecipazione maggiore alla conversazione «Jeri, mi stai ascoltando?»

«Mh?» la ragazza alzò la testa, i capelli biondi lasciati sciolti le sfioravano a stento le spalle, i ciuffi davanti, più corti, le ricadevano sul viso dai tratti dolci e regolari.

«Niente, lasciamo perdere» disse sconfitto il ragazzo. «Scusa, non volevo mancarti di rispetto, ero solo sovrappensiero» spiegò Jeri.

Armin le sorrise, facendole capire che non faceva nulla e non si era offeso.

La ragazza si era incantata, persa chissà dove con la mente, strofinava da almeno venti minuti il ripiano di una libreria.

Il Capitano Levi aveva intimato loro di tirare a lucido tutte le stanze del quartier generale e le reclute si erano divise il lavoro.

Dopo gli allenamenti di Shadis ormai anche trascinare il corpo di un gigante su per una montagna sarebbe sembrato facile.

Foster si era lamentata una dozzina di volte di "non essere una cameriera, ma un soldato", ma poi aveva smesso e si era messa a pulire come tutti.

Armin sollevò due secchi con l'acqua ormai insudiciata e si allontanò per svuotarli e riempirli nuovamente di acqua e sapone.

«Ti capita spesso?» le chiese Jean, che stava disperatamente cercando di scostare gli escrementi di un uccello non ben identificato dal davanzale della finestra.

«Che cosa?» «Di dissociarti così. Non vedi e non senti niente finché non torni alla realtà» «A volte»

Dissociarsi. Sua madre si abbassava le spalline del vestito ed offriva i capezzoli da succhiare ad un uomo che non era suo padre.

«Puó essere pericoloso, nel caso in cui dovesse succederti durante un combattimento» «Non mi succede durante i combattimenti, sta' tranquillo. Ho ben altro per la testa in quei momenti»

«Sembravi davvero persa, però. A cosa stavi pensando? Se posso chiedere» «Pensavo a Trost, ai giganti»

Ovviamente, si disse Jean, che domanda stupida. Chi non rivive continuamente quelle immagini nella sua testa?

«Mi chiedevo se... se loro se ne rendano conto, i giganti intendo. Mi chiedevo se riescano a sentire e a comprendere le urla della gente che divorano. Se... siano in grado di comprendere il male che causano oppure no» la risposta di Jeri lo spiazzó.

«Mentre ero con Mikasa ed Annie e vi stavamo cercando abbiamo abbattuto quanti più giganti possibili, ma in fondo eravamo solo noi tre, non potevamo di certo farli fuori tutti. Vedevo i miei compagni venire divorati e pensavo come può un essere vivente essere così spietato. Sappiamo che non hanno bisogno di nutrirsi per sopravvivere, dunque perché?»

«Perché sono demoni, Foster. Creature orrende che uccidono gli esseri umani per il solo gusto di farlo»

«Ma se ci fosse qualcos'altro sotto? O se non ne fossero coscienti? Potremmo davvero condannarli per una colpa che non sanno di aver commesso?»

«Ma che diamine stai blaterando?» le chiese sorpreso Jean. Si stava dimostrando compassionevole verso i giganti?

«Dico solo che anche gli esseri umani uccidono gli uomini solo per il gusto di farlo. In fondo non siamo tanto diversi da loro, meriteremmo lo stesso trattamento. Io odio tutti i giganti, Kirschtein, ma anche tutti gli uomini. Anzi, gli uomini sono perfettamente consapevoli di ciò che fanno e deliberatamente scelgono di sottrarre la vita ad altri uomini. Mi chiedo solo se siamo davvero noi i buoni e loro i cattivi» detto questo smisero di parlare.

𝐒𝐀𝐋𝐕𝐀𝐓𝐈𝐎𝐍, jean kirschtein Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora