capitolo cinquantuno

283 31 82
                                    

«Anche facendo riposare i cavalli per andare alla massima velocità ci vorranno almeno cinque ore prima di raggiungere il porto. Dobbiamo contare sull'aiuto degli Azumabito» disse il Comandante Hange tra un boccone di stufato e l'altro «Kyomi aveva detto che al porto sarebbe stato allestito un idrovolante per osservare la Marcia dei Colossali. Sfruttando quel mezzo potremmo avvicinarci al Fondatore»

«Come pensavo, gli Azumabito stavano tramando alle nostre spalle» biascicò Magath trangugiando un pezzo di carne di cinghiale.

«Il problema é capire dove si trova il Fondatore» proseguì Zoë, ignorando le parole del Generale marleyano «Se voleremo alla cieca esauriremo subito il carburante»

«Giusto, dobbiamo capire i suoi movimenti. Ci serve qualche indizio» constatò Theo, dando ragione ad Hange «Motivo per cui abbiamo preso anche lei» disse, voltandosi verso Yelena, seduta in disparte nella penombra.

La donna alzò il capo e puntò le sue iridi color ambra sul Generale. «Dove si sta dirigendo Jaeger?» le domandò minaccioso il marleyano.

«Non ne ho idea» rispose telegrafica Yelena «E anche se lo sapessi, perché dovrei risponderti?»

«Sei tu che hai istruito Jaeger sul continente, lui già sapeva che percorso far seguire ai Colossali. Sono sicuro che tu possa dirci qualcosa a riguardo» le fece notare Magath.

«Marleyano di merda» mormorò la donna tra le labbra. «Eh?» «Ti sto chiedendo perché dovrei collaborare con un marleyano di merda come te» ripeté, stavolta scandendo bene le parole.

«Perché la tua vita é nelle nostre mani» constatò atona Annie. «É inutile, tanto vuole morire» disse Jean portandosi una cucchiaiata di stufato alle bocca.

«Ma non stavi combattendo per la tua madrepatria? Non vuoi impedire che venga rasa al suolo?» le chiese Connie.

«Non credo che le importi, perché anche lei é una marleyana di merda» soffiò il Generale Magath.

Un verso di stupore si levò tra i soldati, Yelena una marleyana? Non aveva per niente senso.

«A Liberio mi hai fregata per bene, Yelena» la voce del Gigante Cargo sovrastò il brusio dei militari che si stavano chiedendo come mai la donna avesse mentito riguardo ad una cosa così importante «perciò ho indagato meticolosamente sul tuo passato e sono rimasta sorpresa. Ti sei inventata di provenire da un piccolo Paese annesso a Marley, quando in realtà sei nata in una comunissima famiglia marleyana. Da quando hai incontrato Zeke, delusa da Marley, ti sei inventata questa favola, quella di realizzare il miracolo di salvare il mondo assieme al tuo principe azzurro. Ti sei immedesimata in un personaggio costruito sulle menzogne per entrare a far parte della storia dell'umanità. Ammiro la tua ingordigia»

Tutto tacque, a rompere quel silenzio vi era solo lo scoppiettio del fuoco che, muto testimone, custodiva tutti i loro discorsi tra le fiamme, scortandoli, nascosti dal fumo, fino in cielo.

«Pft» Yelena sbuffò una risata «Vi credete migliori di me? In cosa pensate di essere diversi?» domandò retoricamente accarezzando il muso del Gigante Cargo.

Pieck é una bellissima donna, ma quel titano é davvero inguardabile, pensò Jeri che aveva seguito circa la metà della conversazione.

«Salvare il mondo. Ci possono essere parole più soavi in grado di attrarre le persone? Vi state lasciando andare alla palpitazione di poter salvare miliardi di vite, ingoiando tutto l'astio provato fino a questo momento, é così che apparite ai miei occhi» continuò.

In un moto egoistico della sua coscienza Jeri avrebbe persino pensato di lasciar fare Eren. Non c'è un mondo che può odiarti se là fuori il mondo é andato distrutto.

𝐒𝐀𝐋𝐕𝐀𝐓𝐈𝐎𝐍, jean kirschtein Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora