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"È che mi manca mio fratello... Ho iniziato il mio ultimo anno di scuola e per la prima volta non ho la persona su cui ho sempre contato"

Non avevo mentito, o almeno non del tutto.
Mingyu mi mancava moltissimo, specialmente da quando Jisung aveva trovato la sua dolce metà.

"Non posso dire che ti capisca perché non mi sono mai trovato nella situazione..."

Rivolsi lo sguardo verso il suo viso che piano piano, si stava colorando di un rosa delicato.

"Confortante"
"Non ho finito... Non mi sono mai trovato nella tua situazione... Ma"

Inclinai la testa, incollando gli occhi alle sue guance.
Erano diventate davvero rosse, sembravano due ciliege.

"Se vuoi... Puoi... Contare su di me... Voglio dire ci sarò se... Avrai bisogno di... Lo so, lo so che hai la coppia tutta smancerie e... Anche l'americano della porta accanto... Però... Insomma sono meglio io di loro ecco"

Trattenni a stento una sana risata e terminai il cappuccino poi, lo osservai.

"Accetto questo tentativo di rincuorarmi e ignorerò l'ultima parte"
"La più importante"

Ci guardammo ed entrambi dopo aver sorriso, sghignazzammo.
Lui aveva compreso che io avessi afferrato il senso di quelle sue parole e io, che l'avevo fatto sul serio, finsi di non essermi accorta che la solita stretta allo stomaco era tornata a tormentarmi.

Quindi dietro questo essere tsundere si nasconde veramente un cuore tenero.
Sono fregata.

Mi alzai e mi scrollai l'erba dal fondoschiena.

"Bene Seungmin, ti saluto"
"Dove vai???"

Mi domandò lui, alzandosi a sua volta.

"Beh, per colpa di qualcuno non posso più correre per oggi, perciò, credo che me ne tornerò a casa"

Aggiustai il marsupio e con un gesto veloce, lo feci scivolare da sotto l'ombelico alla schiena.
Ero pronta per avviarmi quando la sua mano si piazzò sul mio polso, bloccandomi oltre che ogni movimento, il respiro.

"Aspetta"

Deglutì a fatica ed evitando come la peste il suo sguardo, la mia voce tremolante gli rispose.

"Che- che c'è?"
"Mi sento in colpa. Per la cosa della scarpa intendo... Hai balbettato???"
"Sì, mi capita quando qualcuno mi trattiene per il polso"

Subito mollò la presa e come me, si concentrò su qualsiasi altro soggetto non fosse la persona di fronte a lui.

"Comunque non ti preoccupare, il cappuccino che mi hai offerto non era malaccio"
"Chissene frega del cappuccino"

Disse d'un tratto.
Il tono che usò fu piuttosto serio e deciso, tanto che mi irrigidì leggermente.

"Andiamo a cena"

Cosa cazzo ha detto?

Strabuzzai gli occhi, incredula.
Forse non ho sentito bene.

"Cosa hai-"
"Andiamo da te, mangiamo qualcosa d'asporto e pagherò io"

Un po' più che delusa, rifiutai l'offerta e scesi piano la collinetta su cui eravamo seduti.

"Perché no??? Lavo anche i piatti se vuoi!"

Mi gridò lui, rimasto impalato ancora sotto la quercia.

Non sarebbe stato un appuntamento a lume di candela, ma sarebbe stata una situazione carina, io e lui ad ingozzarci, a ridere e scherzare...
Perché gli ho detto di no?
Ma soprattutto, perché mi viene da piangere???
Che cavolo, sono proprio una stupida!

Con la manica della felpa mi tamponai le lacrime che minacciavano di scendere e, respirando profondamente, provai a calmarmi.

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"Ahhhh l'amour!"
"E quel che è peggio, è che mi manchi tantissimo Gyu"

Quella sera, con l'umore distrutto e la stima per me stessa sotto i piedi, decisi di chiamare l'unico che avrebbe potuto tirarmi su di morale, sebbene fosse a milioni di kilometri di distanza.

"Piccina, lo capisco, appena ho un attimo libero, torno da te, nel frattempo cerca di non impazzire"
"Ci proverò..."
"Tks, però... Ti deve piacere parecchio questo tizio nuovo se è riuscito in così poco a raggiungere Joshua, è da tanto che tu gli sbavi dietro"
"Mingyu!! Non gli sbavo dietro!"

Mi morsi il labbro per non ridere e allungai le gambe fino ad appoggiare i piedi sul tavolino al centro del salotto.
Di colpo mi tornò alla mente la scena di qualche settimana fa: Seungmin che con premura raccoglie i cocci di vetro dal mio pavimento.
Ovviamente arrossì, ma per fortuna Mingyu dall'altra parte del mondo non sarebbe mai venuto a scoprirlo.

"Come vuoi tu, ma non mi avevi raccontato che con Joshua le cose erano migliorate?"
"Sì, infatti"
"E allora come mai adesso ti piace anche..."

Intuendo non ricordasse il suo nome, feci in modo di farlo io.

"Seungmin"
"Grazie. Ecco, come mai?"
"Al cuor non si comanda... Credo"
"Vero, ben detto. Sono partito da soltanto un mese, ma mi sembri cresciuta così tanto... Sto invecchiando troppo in fretta"
"Non fare il sentimentale adesso! Dovresti consolarmi, non autocommiserarti sullo scorrere del tempo"

Risi, pensando che in effetti, anche a me, questo mese che avevo trascorso lontano da lui, pareva un'eternità.

"Hai ragione... Comunque non ti abbattere, sei bella, giovane, un po' trasandata, ma quello possiamo sempre migliorarlo... Sappi che il mondo è lì per te Soy, quando meno te lo aspetti la dea bendata ti sorriderà e sarà allora che ripenserai a questo momento e dirai: Quel bel figo di mio fratello aveva ragione...!"
"Che diavolo vai farneticando Mingyu???"
"Questa era bella! Dovrei appuntarmela da qualche parte! Ti saluto Soy, la musica mi chiama!"
"D'accord- Hey!!!!"

Mingyu come un fulmine, riattaccò senza nemmeno aspettare il mio saluto.
Se non altro a lui, l'America, non l'ha cambiato poi troppo.

Mentre mi risedetti composta sul divano, notai il calendario.
Devo portare fuori la spazzatura!
Meno male mi ci è caduto l'occhio, non avrei resistito una settimana con quella roba in casa.

Aprì il cestino e chiusi per bene, con un nodo stretto, il sacco dell'immondizia.
Riportai al suo posto la fascia dei capelli dopo che mi era crollata sulla fronte, feci un super risvolto ai pantaloni del pigiama per evitare di vederli strusciare sull'asfalto ed uscì.
Una volta in strada, lo appoggiai accanto a quello dei vicini e sfregai le mani l'una contro l'altra, soddisfatta di aver fatto in tempo.

"Soy! È destino che ci incontriamo sempre agli orari più strani della sera non trovi?"

Destino? DESTINO?

Hong Joshua, la mia cotta da quando non riesco più a ricordare, mi aveva appena vista,   vestita -se così si può dire- come la peggio spacciatrice di Seoul -di nuovo-, gettare un sacco nero pieno di monnezza in fondo alla via.

La dea bendata eh Mingyu?
A questo punto non è più sfiga casuale, quella stronza deve odiarmi oltre ogni immaginazione!

Cleaning with you ~ Kim SeungminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora