45 - Confronto

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Can

Ancora quell'Hakan Demir, ancora lui.
Guido per le strade deserte nelle ore che precedono l'alba imprecando contro quell'uomo che, prima ad Istanbul ed ora qui ad Ankara, vedo costantemente girare intorno a Sanem senza che io possa fare o dire nulla per impedirlo perchè ho rinunciato ad ogni diritto su di lei quando, mesi prima, le ho urlato contro che era finita e  che lei non era più nessuno di speciale per me.

Accidenti a te Can Divit!
L'hai fatta veramente grossa questa volta e non sarà facile porvi rimedio, ma non voglio neanche prendere in considerazione l'eventualità che sia troppo tardi e che l'abbia davvero persa per sempre, mi è intollerabile anche solo pensarlo.

Arrivo al bazar che l'orizzonte comincia appena a schiarirsi dei primi raggi del nuovo giorno, prendo la tracolla con la mia attrezzatura e mi dirigo verso il set sperando di avere modo di avvicinarla prima dell'inizio delle riprese. Mi guardo attorno mentre cammino  per il bazar semivuoto a quell'ora del mattino quando, con un colpo al cuore, la riconosco.E' seduta al tavolino di un bar ed ancora una volta è con lui, ancora una volta è con quell'Hakan Demir ed ancora una volta sento l'impulso impellente di andarla a reclamare davanti a quell'uomo e al mondo come mia, solamente mia e di nessun altro.
Ma so di non poterlo fare a causa della mia fuga da qualcosa che era tanto grande da spaventarmi,  solo per capire poi che, proprio perchè così grande, è  qualcosa impossibile da dimenticare e lasciare andare.
La vedo alzarsi e il suo sguardo incrocia il mio, rimaniamo fermi istanti interminabili poi non poi non posso far altro che abbassare il mio mentre mi allontano impotente per  dirigermi verso il set. Ci vuole un po' prima che riesca a riprendere a respirare normalmente, riacquistare il controllo di me stesso e della rabbia che provo, ma  non contro quell'uomo che non posso biasimare se trova Sanem irresistibile quando  io stesso sono incapace di resisterle, ma per come sono riuscito a rovinare tutto ciò che avevamo.

La vedo arrivare poco dopo e darsi da fare per predisporre tutto per il servizio fotografico della mattina, io faccio lo stesso preparando la mia attrezzatura fotografica senza mai però perderla di vista. Quando ormai tutto è pronto ed è il momento di iniziare, sento il bisogno di dirle quello che provo, nonostante la batosta che ho ricevuto quella mattina  sento la necessità di farle sapere quel che rappresenta per me.
Mi dirigo verso di lei e le dico semplicemente  - Günaydın sevgilim, buongiorno cara.
Ogni giorno in cui posso posare gli occhi su di te è un giorno che vale la pena di essere vissuto, buon lavoro -
E' la verità, è stato terribile trascorre mesi e mesi, prima nei Balcani e poi dopo la sua partenza per Ankara, senza avere la possibilità non solo di parlarle,  ma almeno di posare lo sguardo su di lei, poter osservare il modo dolce con il quale si pone verso chiunque o quel suo sorriso capace di farmi innamorare di lei ogni volta  ancor di più.

Non le lascio il tempo di replicare che mi vado a posizionare per iniziare con le riprese, mi giro a guardare verso di lei poco dopo e la colgo  a fissarmi  intenta,  le sorrido felice di avere un barlume di speranza che qualcosa da cui ripartire ci sia ancora da parte sua.

Le ore passano in fretta sul set, la macchina ben oleata dell'organizzazione di Sanem permette che tutto fili liscio e ben presto è ora di pranzo ed abbiamo finito la prima parte delle riprese della giornata.
Alzo lo sguardo solo per vedere Hakan Demir e Dilara chiacchierare con Sanem poco lontano da  dove mi trovo. Ancora lui, ancora una volta mi sarà impossibile chiederle di venire a pranzo con me visto che sicuramente, con la scusa del lavoro, il tizio la porterà via per la pausa pranzo. Dilara che mi viene incontro salutandomi e chiedendo delle riprese mi riporta alla realtà, le rispondo evasivo con la testa persa dietro a immagini di quello che vorrei fare a quel bellimbusto che gironzola costantemente intorno alla donna che amo.

Mi muovo verso l'angolo dove ho lasciato le custodie delle macchine fotografiche e degli obiettivi che ho usato durante la mattina e  Dilara mi segue chiacchierando animatamente. Quando ho finito di riporre tutto e mi giro verso di lei mi prende alla sprovvista posando una mano sulla mia guancia e proponendomi di vederci da lei in serata  per approfondire la nostra conoscenza. Non mi aspettavo una richiesta del genere da parte sua, ma non ho alcun dubbio, le prendo la mano e la allontano delicatamente dicendole che amo solo una donna, una soltanto,  è il centro della mia vita e nessun'altra potrà esistere se non lei.
Non ne comprendo il motivo ma la vedo sorridere ed annuire mentre mi saluta e si allontana senza più degnarmi di uno sguardo, è decisamente singolare quella ragazza.
Mi auguro comunque che  non sia rimasta male per il mio rifiuto, l'ho traovata  istintivamente simpatica sin dal primo momento in cui le ho parlato e mi dispiacerebbe aver rovinato tutto con lei.

Il viaggio dell'albatrosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora