36 - Equilibrio

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Sanem

Come abbia fatto a girargli le spalle e ad andarmene non lo so neanche io, la Sanem che ero, quella che si era innamorata perdutamente del suo albatros ancora prima di sapere chi fosse, era una sognatrice ingenua che ha dovuto attraversa l'inferno della delusione più cocente per diventare colei  che ora ha trovato la forza di dirgli chiaramente che niente del nostro rapporto è sopravvissuto dopo la sua partenza.

Salgo in fretta le scale e mi fermo qualche istante prima di varcare la porta del salotto cercando di ricompormi,sono sconvolta ma questa è una serata speciale per mia sorella e per la mia famiglia e solo questo deve avere importanza per me in questo momento. Prendo un respiro profondo, squadro le spalle e rientro risoluta per poggiare il vassoio sul tavolino basso del salotto e tornare a sedermi vicino a Layla.

Quando Can rientra nella stanza evito accuratamente di guardare nella sua direzione anche se, per tutta la serata,  sono consapevole che il suo sguardo non mi abbandona per un solo istante. Lo sento come se fosse un tocco costante sulla pelle, ma faccio violenza su me stessa per cercare di rimanere impassibile e apparentemente indifferente.

Tutto si svolge come da tradizione, il caffè offerto agli ospiti, il divertimento generale davanti all'espressione disgustata dello sposo al primo sorso del suo caffè salato, poi la richiesta ufficiale da parte di Aziz e mio padre che, orgoglioso, concede la mano della sua figlia maggiore. In quel momento, per un solo istante, i nostri sguardi si sono incrociati,  entrambi consapevoli che questo momento lo avevamo sognato per noi tanto tempo prima, un'eternità prima, quando ancora potevo permettermi di credere nelle favole e nel  lieto fine.

Con una stretta al cuore  distolgo lo sguardo, consapevole che è inutile pensare a qualcosa che è stato assurdo anche solo immaginare. Ci sarà sempre un viaggio per  l'albatros, è insito nella sua natura ed è stato ingenuo ed inutile da parte mia  credere che potesse fermarsi per sempre qui a Istanbul accanto me.
Mi ci è voluto del  tempo e tante lacrime versate, ma sono infine arrivata a capire che sono stata una povera illusa sin dall'inizio a credere che sarebbe cambiato per me. Sono certa che , appena terminata la campagna per la HXC Cosmetics, sarà di nuovo pronto a partire per chissà quale angolo sperduto di mondo, perchè quella è la sua indole ed un richiamo al quale non può in alcun modo resistere.

Mi riscuoto da questi pensieri, inopportuni in questo momento, per vivere l'eccitazione del taglio del nastro rosso che unisce gli anelli di fidanzamento al dito della coppia da parte di Aziz. Ho le lacrime agli occhi e stringo le spalle di mia madre emozionata quanto e più di me nel vedere la nostra Layla guardare radiosa l'uomo che ama.
Questa serata è gioia immensa  e supplizio allo stesso tempo, sono felice di viverla con la mia famiglia ma è anche un'agonia continua avere Can così vicino, in casa mia , e non poter evitare di pensare a  quel che avrebbe potuto essere.

Baci, abbracci, lacrime, congratulazioni,  il nostro salotto diventa un caotico scambio di sorrisi, pacche sulle spalle e lacrime di commozione. Per un attimo ci sfioriamo nello spazio angusto tra tavolino e divano mentre ci alziamo entrambi dal nostro posto per andare a  congratularci con i futuri sposi. Fissa lo sguardo fermo nel mio ed ancora una volta sento il suo respiro caldo tra i capelli mentre sussurra nel mio orecchio - Sappiamo entrambi che  abbiamo sognato che avremmo vissuto questo momento un giorno, voglio solo che tu sappia che io ancora lo sogno Sanem  e farò tutto quello che è in mio potere perchè  diventi realtà, stanne certa -
Allah Allah, questa serata sembra non finire mai, le prove a cui mi sta sottoponendo sembrano essere interminabili ed io comincio a vacillare sotto i colpi di parole che sento rimanere impresse nella mia mente e nel mio cuore nonostante continui a ripetere a me stessa che sono solo vuote e senza significato.

Solo molto dopo potrò tornare a respirare, mi sembra di aver trattenuto il fiato l'intera serata e, quando ormai iniziavo a credere  che fosse finita , mi da il colpo di grazia girandosi verso di me alla fine delle scale nascondendomi alla vista di tutti gli altri già sull'uscio della porta pronti ai saluti di commiato.
Prende la mia mano e la porta alle labbra guardandomi con quel suo sguardo profondo che cerca di dire qualcosa che io non sono ormai più disposta ad ascoltare,  posa  un bacio gentile sulla mia guancia dicendo semplicemente - Görüşürüz Sanem, görüşürüz  a presto - Avrei voluto replicare che sto per partire e che probabilmente avremo occasione di rivederci in futuro giusto al matrimonio di Emre e Layla, ma questa volta è lui ad allontanarsi repentino lasciandomi senza parole con uno di quei suoi sorrisi che da sempre mi fanno tremare le ginocchia.

Ho pensato a  lungo a quel sorriso quella notte ed il giorno dopo, durante il viaggio di ritorno ad Ankara, è stato un fine settimana memorabile per la mia famiglia ma estremamente snervante per me ed il mio animo inquieto.
Averlo avuto così vicino mi ha destabilizzata, il suo tocco, essere tornata per qualche istante tra le sue braccia durante il ballo, le sue parole sussurrate tra i capelli come faceva quando eravamo qualcosa di speciale l'uno per l'altra, tutto è stato troppo da gestire per un cuore abbandonato che ancora sanguina.
Non è stato facile affrontare e lasciare andare il ricordo di quello che è stato, mi ci vogliono giorni per tornare a trovare quell'equilibrio tanto duramente guadagnato dopo mesi di angoscia e delusione.
Riesco a trovare di nuovo la mia stabilità solo grazie alla pace del luogo magico in cui ho deciso di vivere, trascorro ogni minuto libero della giornata sulla spiaggia in riva al lago cercando di ritrovare il controllo  grazie al silenzio e la pace di quel luogo.

Anche se ormai le serate cominciano a diventare sempre più fredde rimango immobile fino a che il sole non sparisce dietro le colline, sull'altra sponda del lago,  contando  una ad una le stelle man mano che si accendono nel cielo notturno.
Mi infonde  pace questo luogo, mi aiuta a ritrovare me stessa e  l'equilibrio che è andato perduto da quando sono tornata a Istanbul e l'ho rivisto.

Faccio lunghe passeggiate sulla spiaggia durante le quali mi sembra di poter tornare a respirare come solo  sugli  scogli davanti al Bosforo riuscivo normalmente a fare, questo posto è ancora più pacifico visto che le sue acque difficilmente sono mosse e i venti freddi, a cui sono abituata a Istanbul, qui non riescono a soffiare come normalmente  fanno in riva al mare in questo periodo.

Durante una di queste passeggiate mi sono imbattuta una sera  in una donna minuta che stava tirando in secca  da sola la sua barca  con enorme fatica. Non ho potuto fare a meno di affrettarmi ad aiutarla ed in breve, unendo le nostre forze,  siamo riuscite nell'intento. Le sue parole di ringraziamento e il suo sguardo caldo e accogliente mi hanno conquistata dal primo istante.
E' una donna piccola dal sorriso contagioso ed il cuore grande Mihriban, è bastato poco perchè mi ritrovassi a chiacchierare con lei come se ci conoscessimo da una vita.

Da quella sera è quasi diventato un rito quotidiano, al tramonto, dopo aver trascorso ore seduta sulla riva a guardare il cielo cambiare colore, mi avvio per la mia consueta passeggiata e lei è sempre lì ad aspettarmi per il  nostro piacevole incontro  serale. Parliamo di tutto e di niente, è bello avere qualcuno con cui scambiare qualche chiacchiera che non sia solo di lavoro come mi succede per gran parte della giornata. 

Da quando sono ad Ankara solo con Dilara ho approfondito la conoscenza e sto cominciando a sentire che possa diventare una cara amica, con lei è facile parlare quanto con questa donna che sembra conoscermi da sempre o forse riesce a capirmi perchè mi sembra molto simile a me.
Con il passare dei giorni il piacere di stare insieme non poteva più ridursi alle chiacchierate al tramonto e ben presto sono iniziati i frequenti  inviti a cena   da me o  da lei.

Pian piano le nostre storie sono venute fuori ed abbiamo capito  perchè ci sentiamo anime così affini, siamo entrambe donne che sono sopravvissute alla perdita del grande amore della nostra vita, un amore che ci ha segnate entrambe,  quasi  distrutte in realtà.

Mi ha raccontato come quell'amore giovanile abbia  segnato  profondamente lei e la sua esistenza per più di trenta anni,  poichè dopo di lui non c'è stato più spazio per nessun altro nel suo cuore. Immagino che sia quello che aspetti anche me, sento nel profondo di non poter amare ancora come ho amato il mio albatros, Can è stato  la personificazione dell'uomo dei miei sogni di bambina e non credo che mai nessuno potrà farmi provare ciò che lui mi ha fatto sentire sin dal primo nostro magico incontro al buio  del teatro.

E' con lei che, per la prima volta da mesi, ammetto quel che sento veramente, il peso di dovere essere forte a tutti i costi, dover continuare con la mia vita e con la mia carriera pur avendo sul cuore il peso costante dell'assenza di chi, in fin dei conti, sappiamo essere essenziale per la nostra esistenza.
Lei può capirmi, convive con questa sensazione da decenni anche se con il tempo ha imparato a trovare gioia e soddisfazione nelle piccole cose della vita come sto imparando a fare io, sia anche solo la meraviglia di un tramonto infuocato sul lago.

E' grazie al lago, ai cieli tersi e a questa donna così singolare che sto tornando a ritrovare me e il mio equilibrio, quella forza che necessariamente deve sostenermi se voglio dare un senso ad ogni giorno della mia vita senza di lui.






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