50 - 29 ottobre

2K 108 36
                                    

Sanem

Entro in casa sapendo di avere uno stupido sorriso stampato sul volto.

 Quei fiori di campo che amo tanto, il biglietto ed il significativo messaggio con le parole del nostro autore preferito senza contare tutto quello che ha detto e fatto  oggi.
Ogni parola, ogni sguardo, ogni sorriso non hanno fatto altro che minare dalle fondamenta le difese che sto cercando strenuamente di mantenere alzate contro di lui, per impedirgli di toccare ancora il mio cuore.

Devo ammettere che è sempre più difficile rimanere indifferente e non lasciarsi andare a questa sorta di assedio che ha deciso di mettere in atto nei miei confronti, dover posare per lui oggi è stato estenuante, avere il suo sguardo addosso tutto il giorno mi ha scosso profondamente,  non posso negarlo.

Per fortuna domani è il 29 ottobre, festa della Repubblica in Turchia, quindi tutte le attività si fermano per un giorno e così faranno anche le riprese della campagna pubblicitaria per la  Zarafet. Domani finalmente avrò un giorno di riposo, di cui ho un estremo bisogno, ma soprattutto  una tregua da lui, dalle sue parole, i suoi sguardi e la sua vicinanza che in questi giorni, da quanto si è presentato inaspettatamente in agenzia, mi hanno messa a dura prova.

Domani, 29 ottobre, è la festa della Repubblica e ... non posso non pensare ad un altro 29 ottobre, ad un anno fa, una festa di compleanno e una proposta di matrimonio inaspettata.
Mi dico che ripensare a questo  dovrebbe riportarmi con i piedi per terra, ricordare che aveva preso l'impegno più grande con me, che mi aveva promesso amore eterno per poi andarsene chissà dove senza alcuna esitazione, dovrebbe farmi capire che non posso fidarmi di lui.
Eppure non riesco a non pensare che domani è il suo compleanno e sarà qui ad Ankara, da solo, lontano da parenti e amici, in una città in cui non conosce nessuno se non me.
Ah Sanem, possibile che tu non riesca ad andare oltre e dimenticarlo?  Stupida che sei!

Scuoto la testa sconsolata mentre salgo in camera mia per una doccia veloce prima di crollare distrutta sul letto, ho portato con me un piatto di frutta che mangio distrattamente mentre parlo al telefono prima con mia sorella e poi con i miei.
Sono tutti elettrizzati perchè manca meno di un mese al matrimonio di  Emre e Layla ed i preparativi sono in pieno svolgimento. Mi sarebbe piaciuto vivere questo momento accanto a mia sorella, ma il lavoro è lavoro ed ora la mia vita è qui, ad Ankara, cercherò di tornare ad Istanbul qualche giorno prima del matrimonio in modo da vivere con lei e mia madre gli ultimi preparativi e la notte dell'hennè.
Chiamo anche Ayhan per metterci d'accordo su quanto bisogna acquistare in previsione di quella sera in quanto ci siamo offerte noi di organizzare l'evento in un delizioso locale che si affaccia sul Bosforo.

Spengo infine  la luce sperando che la stanchezza abbia la meglio su quella tensione di cui sono stata preda tutto il giorno, ma ancora una volta il sonno fatica ad arrivare, sento il segnale di  una notifica quando ormai è quasi mezzanotte ed io non faccio altro che girarmi a rigirarmi nel letto da più di un'ora. Controllo il telefono e sorrido di fronte all'invito a pranzo di Mihriban per il giorno dopo, un pranzo senza tante pretese, mi scrive,  con i suoi simpatici vicini di casa Murat e Nehir.

Per un attimo il  pensiero torna a lui, al  compleanno che probabilmente trascorrerà in solitudine ed il mio stupido cuore  si stringe per il dispiacere, ma presto la mia parte razionale mi ricorda che chissà quanti compleanni avrà vissuto da solo durante i suoi viaggi in giro per il mondo, questo non sarà nè il primo nè l'ultimo penso pragmatica. Le mando un messaggio per accettare con piacere il suo invito e in qualche modo il pensiero della giornata libera e della bella compagnia che mi aspetta l'indomani mi aiuta a prendere finalmente sonno, l'ultimo pensiero prima di addormentarmi è che forse l'indomani potrei approfittare del tempo libero per preparare un borek da portare in dono ai vini di casa per dare loro il benvenuto.
E' tradizione radicata nel mondo in cui sono cresciuta, un obbligo  che va rispettato sempre ed ovunque mi ha sempre detto mia madre. Ho del lavoro da sbrigare, non so se ne avrò il tempo, penso un attimo prima di cadere in un sonno stranamente profondo come da tempo non mi capitava.

Il viaggio dell'albatrosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora