60 - Tempo e spazio

1.9K 121 28
                                    

Can

La bacio cercando di mettere nel tocco delle mie labbra sulle sue tutto l'amore che provo per  la donna del mio cuore, l'unica che  ha saputo toccarlo e farlo battere al ritmo di un amore potente.
Vorrei che capisse quanto l'adoro, quanto è speciale per me,  vorrei amarla con tutta la tenerezza di cui sono capace, anche fosse solo con un semplice  sfiorarsi di labbra. Sento che risponde al mio tocco con la stessa intensità e  con lo stesso pazzo trasporto.
- Pensa a questo, a ciò che abbiamo e che possiamo ancora avere Sanem-

Annuisce mentre si  affretta a scendere per raggiungere i ragazzi della troupe e cominciare la sua giornata lavorativa.
Tempo e spazio, questo mi ha chiesto ed è quello che devo assicurarle in un momento cruciale della nostra storia quando so che non è facile per lei tornare a fidarsi di me.
Comincio a preparare la mia attrezzatura per gli scatti della mattina mentre non posso impedirmi di cercarla continuamente con lo sguardo, ora più che mai.
Dopo l'intensa unione di corpi ed anime che abbiamo condiviso questa notte, la sento  ancora più mia e percepisco il nostro legame  con un' intensità mai sperimentata prima.
Vedo arrivare sul set Hakan e Dilara che si fermano a parlare con i ragazzi della troupe, Sanem chiama in disparte Hakan per immergersi con lui  in una fitta discussione, le facce serie sembra che stiano parlando di qualcosa di molto  importante, alla fine lui annuisce sorridendo e l'abbraccia.
Non so perchè ma sento una stretta al cuore, una paura sottile che  stiano discutendo di argomenti cruciali per il futuro di Sanem, e di conseguenza anche il mio, senza che  io abbia alcuna idea di cosa sia.
Sanem si allontana  tornando al suo lavoro e poco dopo   Hakan e Dilara vengono verso di me, ho la netta impressione che cerchi di evitare il  mio sguardo mentre cerco il suo sperando che possa fornirmi un indizio circa ciò di cui ha discusso con  Sanem, ma cambia volutamente  discorso informandomi che stanno per partire per un viaggio di lavoro e che torneranno tra un paio di giorni. Mi rassicura salutandomi che posso comunque chiamarli per qualsiasi problema dovesse sopravvenire durante le riprese. Li guardo andare via pensieroso, so che Sanem gli deve aver detto qualcosa ma devo pazientare, non mi farò guidare mai più dall'irrequietezza, devo darle fiducia e aspettare che sia pronta a dirmi ciò che pensa.

Iniziamo con gli scatti e per tutta la  mattina  non c'è un solo istante in cui  trovi modo di  avvicinarmi a lei e forse è meglio così, sono consapevole di non doverla pressare, l'ho promesso e questa volta glielo devo, starò al mio posto aspettando che sia lei a dettare il passo.

Alla fine della mattinata, quando interrompiamo le riprese per la pausa pranzo,  è lei infatti a venire da me.  
- Ti va di andare a mangiare qualcosa? -

Le sorrido felice - Certo, aspetta che sistemo la mia attrezzatura ed arrivo - Mi muovo in fretta impaziente di essere presto da le, quando la raggiungo noto  il suo sguardo evitare  il mio ed ho paura tremenda di cosa questo possa significare per me e per noi.
Camminiamo per un po' in silenzio lungo i marciapiedi affollati, Sanem tiene lo sguardo fermo davanti a sè e sembra non aver bisogno di parlare, le cammino accanto con le mani nelle tasche dei pantaloni rispettando il suo silenzio.
Si ferma davanti all'ingresso di una semplice osteria guardandomi interrogativa- Che ne dici? - Accetto con piacere, sono i locali che preferisco in assoluto, di solito è in posti come questo che si gustano i piatti più semplici e gustosi. Entriamo e ci accomodiamo ad un tavolo dove un cameriere ci raggiunge per prendere le nostre ordinazioni per poi lasciarci soli.
La guardo aspettando trepidante una sua mossa e  riesce ancora una volta a stupirmi.
Allunga una mano attraverso il tavolo e intreccia le sue dita alle mie mentre alza finalmente lo sguardo su di me - Can, vorrei che per i due giorni in cui rimarrai qui ad Ankara facessimo quello che mi hai proposto la sera del nostro picnic sul lago, accantoniamo quel che è stato, comportiamoci semplicemente come un uomo e una donna che vogliono  conoscersi meglio e trascorrere del tempo insieme, in questo momento sento che  è quello di cui ho più  bisogno -

La studio  cercando di decifrare le sua espressione, vorrei correggerla sul fatto che rimarrò qui ad Ankara solo per altri due giorni, ma ho paura che dicendole che non ho nessuna intenzione di lasciarla si possa sentire pressata ancora una volta dalla  mia insistenza. Non voglio imporle niente,  non desidero altro che si lasci amare da me e perchè ciò avvenga devo permettere che sia lei a decidere il passo e la direzione verso cui procedere.

Annuisco - Tamam, va bene faremo ciò che tu vorrai Sanem, te l'ho promesso questa mattina e così sarà - La vedo rilassare le spalle ed aprirsi in uno di quei suoi sorrisi che amo tanto.

-Bene, allora cominciamo con l'operazione "conoscersi meglio", raccontami qualcosa di te che non mi hai mai detto. Qualsiasi cosa, passioni, ricordi, aneddoti, qualsiasi cosa -

Mentre il cameriere arriva per servirci comincio a raccontarle di come ho conosciuto Metin, il primo giorno di università, quando ci siamo letteralmente scontrati  per i viali dell'ateneo mentre lui correva verso la facoltà di giurisprudenza ed io verso quella di fotografia e da lì l'inizio di una bellissima amicizia.
Il tempo passa senza che me ne renda conto, finiamo ben presto il nostro pranzo ed io non ho fatto altro che parlare. E' ora di tornare sul set e, mentre pago il conto, le dico - Hai fatto parlare me tutto il tempo, stasera tieniti libera per cena  e sarà il tuo turno di raccontarti nell'ambito dell'operazione "conoscersi meglio" tamam, va bene? -

Sorride annuendo - Aziz è ripartito o è ancora qui ad Ankara? -
- L'ho sentito questa mattina, durante il cambio d'abito delle modelle, mi ha detto che per ora ha deciso di rimanere un po' qui, ha bisogno di riposare mi ha detto. Vogliamo scommettere su chi sia stato a fargli venire improvvisamente l'estremo bisogno di riposare?-

Sorridiamo entrambi ben sapendo che l'incontro tra Aziz e Mihriban ha significato tanto per entrambi e potrebbe essere un nuovo inizio per loro.

Torniamo sul set in un clima rilassato, ci mettiamo al lavoro per ore ed ore scambiandoci ogni tanto qualche sguardo furtivo in cui mi sembra di rivivere quei primi momenti insieme alla Fikri Harika, quando ci eravamo dichiarati il nostro amore ma volevamo ancora tenerlo nascosto a tutti in agenzia.

Finiti gli scatti la troupe sistema il set  e pian piano cominciano a lasciare il set, intercetto per un attimo Sanem mentre sta spostando gli stand degli abiti che serviranno per le riprese dell'indomani  - Ti aspetto alla macchina, va bene? -  Alza uno sguardo strano su di me -  Devo fermarmi qui ad Ankara per alcune commissioni, torno più tardi in taxi  se non ti spiace - Capisco dal tono e dalla sua espressione che ha bisogno del  famoso spazio di cui abbiamo parlato in mattina  e so di non dover insistere. - Tamam va bene, ci vediamo alle 20,30 a casa mia? Ti sorprenderò con qualcosa di speciale, vedrai -
Annuisce sorridendo e si allontana mentre la seguo con  uno  sguardo pensieroso ripetendo a me stesso "Sakin ol Can, calmati,  un passo alla volta".
Lascio il set per andare a comperare l'occorrente per il menù messicano che ho in mente per stasera: tortillas, chili di carne e fagioli, fajitas e margarita magari con l'aggiunta di un po' d'acqua per Sanem perchè non  si ubriachi visto quanto poco regge l'alcool, penso tra me sorridendo.
Sono ottimista, voglio credere che le cose stanno andando per il meglio, anche se c'è ancora strada da percorrere, sono convinto di essere nella giusta direzione.
Mentre torno verso casa chiamo mio padre per sentire che programmi ha per la serata e scopro che ha invitato Mihriban ad uno spettacolo all'Ankara Opera House e poi a cena,  mi confida eccitato che hanno condiviso da sempre l'amore per l'opera. E' una gioia sentirlo vitale e allegro come da tempo non era, anzi, credo di non aver mai sentito nella sua voce questa sfumatura di esultanza. Probabilmente non è mai stato veramente felice in passato se non quando era accanto a Mihriban.
Questo pensiero non fa che rafforzare la mia determinazione nel dare tutto me stesso per riconquistare la donna che amo e senza la quale so di non poter vivere. La storia tra mio padre e Mihriban è emblematica di come le incomprensioni possano cambiare completamente il corso dell'esistenza di chi, pur amandosi profondamente,  non riesce a lottare per  custodire gelosamente un  sentimento che  può essere sperimentato una sola volta nella vita e con l'unica persona che è destinata a noi.





Il viaggio dell'albatrosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora