51 - Incontri inaspettati

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Can

Appena rientrato dalla mia corsa mattutina in riva al lago faccio una doccia  per poi scendere in cucina a prepararmi un tè e mangiare qualcosa. Rientrando ho visto le finestre aperte al piano terra della porzione di bifamiliare accanto alla mia, a quanto pare Sanem si è svegliata presto stamattina, mi chiedo cosa stia facendo in questo momento. Ad un certo punto, come in risposta ai miei pensieri, sento qualcosa arrivare dall'abitazione adiacente, apro la finestra della cucina e sento distintamente nell'aria le note della "Primavera" di Antonio Vivaldi. Sorrido compiaciuto, non sapevo che l'animo gentile di Sanem fosse appassionato  di musica classica come da sempre lo sono io.
Riesce a sorprendermi e a rapirmi sempre, non c'è niente da  fare, non c'è aspetto di questa ragazza che io non arrivi ad amare e adorare.
Faccio colazione in compagnia di Vivaldi e, in qualche modo, anche della mia Sanem che sento vicina anche solo per il  fatto di condividere con lei l'ascolto di un brano di un genere musicale che ho sempre amato, mi sembra come se in questo momento mi stia  facendo il  regalo di compleanno più prezioso.

Sono totalmente rapito dal brano successivo, "La gazza ladra " di Gioacchino Rossini,  quando sento bussare alla porta di casa.
Chi può essere? Non conosco nessuno qui.
Apro la porta e rimango letteralmente  a bocca aperta quando vedo chi mi sta aspettando dall'altra parte.

- Günaydın buongiorno,doğum günün kutlu olsun oğul buon compleanno figliolo -

Scuoto la testa incredulo, non posso credere di trovarmi alla porta di casa mia  ad Ankara mio padre,  ma mi basta un istante per realizzare: oggi è il mio compleanno ed ha voluto essere con me.
Lo abbraccio forte commosso per questo pensiero, lui da sempre è per me  il punto fermo, la certezza della mia vita, l'unica famiglia che abbia mai avuto siamo stati io e lui.
In una frazione di secondo realizzo che Sanem potrebbe vederci se uscisse di casa in questo momento, lo tiro con decisione fino a farlo entrare in casa  e chiudo la porta. Lo vedo  guardarmi  stupito e facendogli strada verso il tavolo della cucina comincio a spiegargli la situazione e come, per ora, Sanem non sappia chi sia il suo nuovo vicino di casa.

Sanem

Ho preparato due borek,  uno da portare a Mihriban per il nostro pranzo insieme di oggi ed uno da regalare ai nuovi  vicini in segno di benvenuto.
Sforno le due teglie e le metto a raffreddare sul davanzale della finestra mentre sento la porta della villetta a fianco chiudersi con un tonfo secco. Mi affaccio per vedere se per caso sono usciti in giardino,  ma non vedo nessuno, evidentemente devono essere rientrati proprio in questo momento. Bene, prima di andare a pranzo da Mihriban suonerò alla porta accanto per lasciare quello che ho preparato per loro in segno di benvenuto.
Ho finito durante la mattinata, mentre facevo cuocere  i borek  in forno, il lavoro che mi ero prefissata di smaltire entro oggi, spengo il pc per muovermi verso il piano di sopra per fare una doccia veloce e cambiarmi per  uscire.
Finisco di arricciare i capelli in morbide onde mentre guardo allo specchio con occhio critico l'abito rosso con le stampe floreali che ho scelto per questo pranzo informale, mi lascia le spalle scoperte ma questo fine ottobre si sta rivelando inaspettatamente mite e penso che starò bene, porterò uno scialle per coprirmi più tardi se dovessi sentire freddo.
Sono pronta, un velo di rossetto e via di corsa scendo le scale per andare dai vicini prima di andare da Mihriban. Entro in cucina e come prima cosa vado a cercare un vassoio su cui trasferire il borek una volta tolto dalla teglia da forno ma, quando mi giro verso la finestra per prenderlo, mi trovo davanti una scena inaspettata.
Un bel micio tigrato, spuntato da chissà dove, sta gradendo decisamente il ripieno di vitello di uno dei borek che ho preparato e continua a farlo imperterrito senza essere minimamente disturbato dalla mia presenza.
Urlo un - Nooooo- incredulo ma ormai è fatta, corro verso la finestra e a quel punto il ladro a quattro zampe fugge via sparendo in un istante per lasciare ben poco del contenuto originario della teglia dietro di sè.
Sospiro  mentre getto il poco rimasto dritto dritto nella pattumiera, non posso presentarmi da Mihriban a mani vuote, il benvenuto ai vicini dovrà essere rimandato ancora una volta purtroppo. Sistemo nel vassoio l'altro, che per fortuna è sopravvissuto alle razzie feline, lo copro con della carta trasparente per poi  afferrare uno scialle e lasciare casa con l'intenzione di fare un giro un po' più ampio per arrivare da Mihriban passando per la spiaggia e godermi una  passeggiata in questa bella giornata soleggiata di fine autunno.

Il viaggio dell'albatrosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora