57 - Fuori dalla realtà

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Sanem

Cosa mi sta succedendo non riesco a comprenderlo, o forse semplicemente non voglio analizzare ciò che sto vivendo.
Sono uscita  a cena questa sera con Can con tutta l'intenzione di resistergli e non cedere alle sue lusinghe. La prospettiva del trasferimento a Smirne, per pubblicare il mio libro,non ha fatto altro che rafforzare la mia convinzione di dovergli stare lontana il più possibile durante questi pochi giorni che restano fino alla sua partenza da Ankara.
Ho aperto quindi la porta di casa con la ferma intenzione di trascorrere una bella serata, senza  farmi tuttavia influenzare dal suo fascino e dai suoi tentativi di seduzione.
Trovarmelo davanti, bello ed elegante come mai l'avevo visto prima, realizzare  che ha organizzato per noi   il più romantico  degli scenari e poi  sentire tra i capelli le sue parole sussurrate, essere stretta di nuovo tra quelle braccia. Quel che mi ha fatto vivere stasera ha sconvolto completamentee ogni mio proposito di rimanere fredda e distaccata.

Non ho idea di cosa mi abbia preso, so solo che il mio corpo e la mia essenza sembrano desiderarlo più di quanto la sola razionalità sia in grado di tenere a bada i miei istinti più profondi. Non ho mai sperimentato niente di simile prima, non ho mai provato brividi così intensi, percezioni  capaci di scuotere il mio essere  e minare tutte  le mie convinzioni più radicate.

Ho perso ogni contatto con la realtà e con il raziocinio che mi dovrebbe guidare in questo momento, so che dovrei ritrarmi dal suo abbraccio, lasciare quelle labbra che mi stanno facendo impazzire,  allontanarmi e dirgli categorica che non c'è più speranza per noi ormai.
Il mio cuore e l' istinto traditore, che neanche sapevo di possedere, mi impediscono tuttavia di farlo. Sento il taxi ben presto fermarsi e Can allontanarsi da me solo per prendere la mia mano ed aiutarmi a scendere.
Lo vedo chinarsi brevemente sul finestrino per pagare la corsa e poi guidarmi verso il cancello di casa mia mentre   mi sento totalmente incapace di reagire.
Non riesco a ragionare e le mie mani non riescono a smettere di tremare  mentre prendo le chiavi di casa e gliele porgo come in trance.
Apre la porta, la richiude con un movimento dell'anca e  non perde tempo riprendendomi immeditamente tra le braccia e ricominciando a baciarmi in un modo capace  di dissolvere ogni mio pensiero  razionale.

Quasi non mi rendo conto di essere presa  in braccio e portata su per le scale e  fino alla mia camera dove Can si lascia cadere sul letto facendomi sdraiare completamente sopra il suo corpo imponente ed eccitato.
Interrompe il bacio per fissarmi negli occhi in una muta domanda,  lasciandomi il tempo di  fare la mia scelta.
So perfettamente cosa sta succedendo, non sono ubriaca se non di sensazioni e desideri sconosciuti che, sono consapevole, potrò sperimentare solo con l'unico uomo che potrà mai  possedere il mio cuore ed allora, con una risoluzione nuova e inaspettata, decido  che è giusto e naturale donarglil anche il mio corpo. Non voglio e non posso pensare di rinunciare a questo, a ciò che sta succedendo in questo momento e che potrebbe essere tutto quello che avrò di lui per il resto della mia vita.

Non voglio pensare, non ora.
Come ha detto lui poco prima, voglio solo SENTIRE.
Il suo calore, la sua forza, la sua passione, il suo sapore. 
Gli prendo il viso tra le mani mentre sento che sta trattenendo il fiato in attesa di un mio segnale, lo guardo negli occhi cercando di comunicargli ciò che sto provando  in questo momento e poi li chiudo baciandolo con tutto il trasporto che la mia inesperienza mi permette di esprimere. Questa voluta cecità  amplifica l'intensità di ogni tocco, l'impatto di quell' odore che è solo suo, della morbidezza delle sue labbra e  della compattezza del suo corpo forte che, in un unico movimento, ribalta le nostre posizioni e si porta  sopra di me.

Tutto diventa indistinto intorno a noi, esistono solo quelle mani e quelle labbra carezzevoli che esplorano esigenti e ardenti allo stesso tempo.
Non voglio privarmi di niente, non voglio avere limiti o inibizioni, comincio io stessa l'esplorazione del suo corpo dapprima esitante, quasi timorosa di non essere all'altezza delle sue aspettative, ma quando percepisco il suo respiro farsi affannoso e i suoi gemiti di piacere rispondere ad ogni   mio tocco,  acquisto coraggio.

Non capisco cosa mi stia succedendo, ma  i miei timidi approcci diventano via via più esigenti,  quasi disperati nella frenesia di sentirlo sempre più vicino, bramosa di sentire la sua pelle contro la mia.
Non esiste più un presente, un passato o un futuro, non esiste più niente che non siano i nostri corpi che si cercano e si riconoscono  come se fossero fatti per essere uno. Quando lo diventano veramene mi sembra di morire e rinascere in una dimensione nuova fatta solo di piacere e di un sentimento di appartenenza orgogliosa a quell'uomo che, per me, sarà sempre l'unico e il solo.
Lo stringo forte quasi a volermi dissolvere e diventare parte di lui così come lui è, e sarà sempre, parte di me. Sussurro il suo nome mentre sento lui pronuncire piano il mio finchè, nel momento dell'estasi,   sento le sue parole sospirate  tra i miei capelli "Seni çok seviyorum, ti amo tanto Sanem".
Fatico a registrarne il senso perchè il mondo improvvisamente  sembra fermarsi per un istante per poi esplodere in un caleidoscopio di sensazioni ed emozioni sconosciute.
E' qualcosa di incredibile, una lacrima solitaria sfugge da sotto le palpebre ancora ostinatamente chiuse e  sento il tocco leggero di Can  seguirla con un  dito lungo la guancia.
- Shhhh, che succede aşkım amore mio? Mai e poi mai vorrei vederti piangere -
Scuoto la testa sorridendo, continuando a tenere gli occhi chiusi e faticando a esprimere a parole  la miriade di sensazioni  appena vissute.
  - E' stato semplicemente troppo Can, troppo emozionante, troppo coinvolgente, troppo...-
Lo sento accarezzarmi piano la guancia posando un bacio leggero sulla mia fronte mentre mi stringe a sè.
- Non è stato troppo Sanem, è stato solo giusto e perfetto, qualcosa che neanche io  avevo mai sperimentato perchè mai prima ho amato una donna come ora so di amare te -
Appoggio il capo nell'incavo della sua spalla, la guancia sul suo petto esattamente su quel tatuaggio dell'albatross che è stato inciso sulla sua pelle quale  segno premonitore  della nostra unione, già prima che ci conoscessimo.
Non voglio pensare ora, sento di voler  solo continuare a sentire la meraviglia di quel che abbiamo appena vissuto, la gioia di essere tra le sue braccia come ho sognato sin da quando il mio albatros, nient'altro che una figura indistinta al buio di un teatro, mi aveva fatto innamorare pazzamente con  un bacio rubato.
Respiro profondamente il suo profumo e quello dei nostri corpi allacciati, mi sembra di sognare e non voglio risvegliarmi mai più.
Ci addormentiamo stretti in un  abbraccio sognante e più volte, durante la notte, ci cerchiamo l'un l'altra nel dormiveglia  brucianti di una  passione che sembra essere inesauribile in entrambi.
Una notte magica che vivo con l'intensità di chi sta sperimentando qualcosa di  unico,   istanti fuori dal tempo e dalla realtà che con i primi raggi del sole, sono consapevole,  verrà a bussare alla porta con il suo inesorabile carico di razionalità.



Il viaggio dell'albatrosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora