{Diciottesimo Capitolo}

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"Quando ci scontriamo, volano scintille,
quando mi guardi negli occhi
mi togli il fiato.
Tu sei il tuono e io sono il lampo."

(Selena Gomez)

Will

Erano le dieci del mattino, io e Jan avevamo dato una mano a caricare il furgone della ditta di trasporti e adesso stavamo andando da Hope. Jan non sapeva ancora un bel niente di quello che era successo due sere prima e non volevo dirglielo. Affrettava le conclusioni e a me dava fastidio sopratutto se si trattava di situazioni delicate e Hope lo era. Non facevo che pensare a lei, è strano come il cuore ad un certo punto cominci a crearsi una vita propria, niente mente solo sentimento. Le piacevo, ne ero certo, altrimenti non si sarebbe avvicinata a me, per gli altri un bacio sulla guancia può significare poco ma per me significava che a poco a poco mi stava aprendo il suo cuore. Mi stava lasciando un pò di spazio nel suo mondo tortuoso.

Mentre pensavo mi lasciai scappare un sorrisetto che provocò lo sguardo perplesso dell'autista grassone che guidava il camion e alla mia destra c'era Jan, rapito dai suoi pensieri. Quei pensieri si chiamavano Alessandra..la ragazza che aveva visto al parco.

Decisi di rompere quel silenzio dandogli una gomitata nel fianco. Jan si piegò urlandomi parole da censura mentre ridendo gli appoggiai una mano sulla schiena, era divertente vederlo contorcersi.

"A cosa pensi vecchio mio?" Dissi con tono ironico mentre si stava massaggiando la parte dolorante.

"Penso a come devo spaccarti quella faccia da negro del c***o che hai." Disse lamentandosi per il dolore.

"Hey.. trattieni l'ira che c'è in te fratello e trasformala in qualcosa di positivo." Dissi chiudendo gli occhi e respirando profondamente con un fantastico sorriso beffardo.

"Hai ragione..fratello!" Disse con un sorrisetto maligno, dovevo preoccuparmi?..Nah!

Girammo l'angolo e finalmente arrivammo sulla strada che portava da Hope. Era una lunga stradina con case nuove ad entrambi i lati. Tutte ordinate con i loro garage e i loro giardinetti puliti e accuratamente sistemati. Di sicuro quelle case avevano anche quei bellissimi variatori per le luci. Lì non c'era nulla fuori posto e il paesaggio era abbellito da splendidi alberi che si trovavano ai bordi della strada, proprio davanti ai giardinetti delle case. Tra tante case scorsi una casa nera dallo stile moderno con gli infissi bianchi ed un portone grosso nero con due vetri ai lati ed uno grande sopra la porta. Era la mia prossima casa col suo grosso balcone che dava sulla strada. Sopra c'erano molte finestre tra cui quella di camera mia ed una in alto che illuminava la soffitta. Dal grosso balcone bianco si intravadevano delle tende rosa. Strano per una come Hope. Forse Nicole non le ha permesso di metterle nere.

Il furgone si fermò e mentre l'autista scese notai che nel giardinetto c'era ancora a terra il giornale che il postino lasciava quotidianamente al mattino. Se era ancora lì voleva dire che in casa non c'era nessuno. Mi sporsi sul cruscotto e vi poggiai i gomiti sopra appoggiandomi le mani sugli occhi, Hope me ne aveva combinata una davvero grossa. Di sicuro non volendomi in casa aveva pensato di uscire così da costringermi a rimandare la roba a casa e naturalmente l'autista non ci avrebbe dato un pò del suo tempo, era un tipo nervoso da quanto avevo visto e costantemente arrabbiato.

Mentre provavo a immaginare il modo meno dannoso per sfondare la porta sentì qualcuno bussare al campanello. Jan.

Quindi alzai la testa guardando fuori dal finestrino e uscì una Hope in pigiama e pantofolone. Indossava una vestaglia che toccava il pavimento visto che era scivolata giù da una spalla scoprendo il pigiama rosa, aveva il trucco sciolto intorno agli occhi e i capelli spettinati eppure, era ancora bella, e anche adorabile.

Hope - La speranza non conosce la paura || Selena Gomez & Bruno Mars (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora