"Oh, perché sei cosi triste?
Lacrime nei tuoi occhi..
Vieni e vieni da me ora!
Non vergognarti di piangere
lascia che ti guardi dentro
perché io ho vissuto anche
la parte oscura."
(The Pretenders)Hope's pov.
Nove ore. Mancavano solo nove ore al matrimonio e io non avevo ancora chiuso occhio.
La casa era tornata di nuovo vuota e silenziosa ed io e le mie nonne ci eravamo occupate di mettere a posto mentre mamma era salita sù per un bagno caldo.
Adesso cercavo di addormentarmi provando a scordare che tra poche ore sarebbero arrivate estetista e parrucchieri per prepararci e, più tardi, i fotografi che avrebbero sistemato il giardino per le foto.
Mi rigiravo nel letto continuamente per annullare il peso dell'ansia che mi levava la pace.
Forse era per il caldo che non dormivo... ma chi prendevo in giro? Era solamente la mia testa che si riempiva di pensieri che mi levavano il sonno. E poi.. faceva freddo.
Misi il cuscino verticalmente e lo strinsi a me per trovare un pò di conforto ma qualcosa riuscì a mantenermi ancora sveglia.
Era mamma che piangeva e singhiozzava a bassa voce, ma io avevo l'udito molto affinato.
Mi misi seduta cercando di capire cosa diceva tra un lamento e un altro ma sembravano, appunto, solo lamenti. Perchè piangeva? Lei e Tom sembravano così felici e perfetti l'uno per l'altro.
Sbuffai notando che era passata un'altra mezz'ora e cercai di addormentarmi ignorando la vocina dentro di me che mi diceva di andare a controllare cosa stesse succedendo. Era già tardi e non potevo permettermi di avere le borse sotto agli occhi ma più mamma piangeva, più stringevo le lenzuola per mandare via l'amarezza che mi trasmetteva. Ma non servì a molto.
Silenziosamente mi tirai su e, lasciando la porta della mia camera aperta, feci tutto il corridoio scalza e arrivai davanti alla porta che stava nascondendo quelle lacrime.
Appoggiai la fronte sul legno freddo e ispirai piano mentre sentivo arrivarmi, dritto al petto, tutti i colpi che mi davano le sue lacrime, e non ne capivo il perchè. Quante cose erano cambiate, probabilmente due mesi fa mi sarei messa le cuffiette alle orecchie e avrei imprecato finquando la musica non avesse superato il volume della mia stessa voce.
Appoggiai una mano sulla porta e lentamente la feci scorrere fin sulla maniglia che, per non spaventare mamma, tirai giù piano.
Appena la aprì lei smise di piangere e prese a guardarmi imbarazzata e con aria interrogativa, non potevo biasimarla, anche io non capivo che mi stava prendendo.
"Dovresti dormire." Dissi con una voce roca. Sollevai l'interruttore della luce e mi chiusi la porta alle spalle.
Lei si asciugò le lacrime con i palmi delle mani e si sistemò meglio le lenzuola sulle gambe.
"Mi dispiace per averti svegliata."
Mi avvicinai al letto restando in piedi e fissandola negli occhi rossi e gonfi.
Aveva indossato una canotta lunga di seta bianca e aveva lasciato cadere le sue lunghe ciocche bionde sulle spalle.
I suoi occhi, come ogni volta che piangeva, erano diventati assai più chiari, sembravano accumulare bacini di lacrime.
La guardai come facevo da bambina, incantata e desiderosa della sua rara bellezza, delicata e profondamente penetrante. Era una donna che difficilmente non guardavi, anche se solo per pochi secondi.
Da bambina guardavo la sua angelica bellezza e poi guardavo me, scura come la notte, e desideravo rinascere così che i suoi geni si mescolassero diversamente a quelli di babbo.
Ero nuovamente in trance e se n'era accorta infatti aveva aggrottato le sue perfette sopracciglia.
"Perchè piangevi?" Le chiesi.
Lei sospirò e mi fece spazio affianco a lei nel lettone ma io mi sedetti difronte a lei, non mi andava di accorciare le distanze che comunque c'erano.
Appena vide il mio comportamento, abbassò gli occhi e fece un paio di cenni col capo che volevano dire "Ok, come vuoi."
Riaprì il fazzoletto che aveva accattorciato in una mano e si soffiò il naso che subito si tinse di rosso.
"Ho paura." Disse accennando ad un piccolo sorriso per smorzare la solennità di quel silenzio.
"..succede a tutte le spose. E a me è successo..di nuovo." Disse facendo una breve risata mentre i suoi occhi luccicavano ancora per le lacrime. "Eppure non dovrei..Tom è così ..giusto." Si asciugò le lacrime e tornò a parlare. "Ma a te non importa.." disse scuotendo il capo verso il basso mentre una lacrima scendeva velocemente giù.
"E se invece mi importasse?"
Alla mia risposta fece scattare subito gli occhi nei miei per capire se la mia era infame ironia. Ma non lo era.
Abbassò lo sguardo e tornò a guardare le lenzuola.
Tirai un pesante respiro e mi alzai dal letto e, sotto al suo sguardo confuso e amareggiato, uscì dalla camera lasciando la porta aperta e andai a cercare in bagno una spazzola.
Appena tornai in camera lo sguardo di mamma era rimasto confuso come prima.
Chiusi la porta e salì a gattoni sul letto posizionandomi proprio davanti a lei.
Le passai la spazzola che lei afferrò, insicura sul da farsi, e slegai i capelli che caddero morbidissimi sul lenzuolo, poi le diedi le spalle preparando la mia mente al suo tocco.
"Sicura?" Mi chiese con un fil di voce.
La guardai nello specchio dell'armadio che avevo davanti a me e mi tirai le gambe per sedermi all'indiana.
Lei infilò tre dita tra i miei capelli e le fece scivolare giù piano, come faceva quando ero bambina, dopo aver pianto per papà.
Riconobbi quelle che erano le setole della spazzola accarezzarmi piano i capelli.
Mi stava rilassando, proprio come da bambina, e rilassava sopratutto lei.
"Tom è giusto." Dissi alla fine, se doveva avere un altro marito, ora più che mai preferivo fosse lui.
"E se...io non fossi giusta?"
"Bhe, questo dipende da te... come dipendeva da te pure con papà." Quelle parole vennero fuori da sole e non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo perchè un pò le sentivo vere, ma un pò le sentivo fuori luogo. Lei si fermò e tirò via la spazzola dai capelli, lentamente, metabolizzando le mie parole.
"Io e te non torneremo mai più come prima." Alzai gli occhi e la vidi guardare la spazzola che stava facendo vibrare nella mano. "..vero?" Disse riposandola sul comodino mentre le sue labbra si piegavano in una triste linea.
Mi girai davanti a lei ora, mostrandole i miei occhi, il mio dolore, mostrandole, senza nemmeno più un briciolo di orgoglio personale, le lacrime che stavo accumulando.
Guardai giù e poi di nuovo lei notando i suoi occhi piangere.
Mi sporsi per prendere la spazzola e la rimisi tra le sue mani stringendole attorno al manico.
Lei tornò a guardarmi e, partendo dalla fronte, tirò la spazzola giù spostando tutti i miei capelli su di un lato. E poi lo rifece ancora e, presa dalla delicatezza dei suoi movimenti, chiusi gli occhi realizzando nuovamente che questo mi mancava, lei mi mancava.
Sentivo il profumo della sua crema preferita che applicava ogni notte prima di andare a letto. Diceva che la aiutava a dormire serena.
Le piaceva tutto quello che profumava, sopratutto i libri e da lei avevo preso la strana abitudine di annusarli.
"Va a dormire adesso, è tardi." Posò la spazzola sul comodino e mi rivolse un caldo sorriso.
"Da domani in poi lui dormirà qui..." dissi fissando il posto libero e andando verso la porta.
"Bhe, tecnicamente, tra sette giorni." Disse sorridendo imbarazzata.
"Buonanotte tesoro." Si stese e tirò le lenzuola fin sopra il naso, come facevo io.
Abbassai l'interruttore guardando il vestito da sposa appeso alla portiera dell'armadio. Rimasi a pensare giusto qualche secondo e, fermando ogni mio pensiero, andai lentamente vicino al letto di mamma che si piegò sotto al mio peso.
Mamma si girò e mi guardó ancora più confusa di prima mentre io ormai mi resi conto di non essere più padrona di me stessa.
Gattonando andai verso il cuscino di papà e mi ficcai sotto le lenzuola ignorando lo sguardo di mamma e dandole le spalle. Poi parlai.
"Buona notte rompiscatole."
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Hope - La speranza non conosce la paura || Selena Gomez & Bruno Mars (REVISIONE)
Romance"Le gocce d'acqua picchiettavano sul vetro delle finestre, come le sue dita sul tavolo della cucina. Il suono del caffè che saliva, ad un tratto non era più rassicurante come una volta. Era soltanto uno dei già troppi rumori nella sua testa. >, pe...