{Quarantaquattresimo Capitolo}

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Hope's pov.
Non so descrivere in alcun modo i giorni seguenti; forse furono brutti o forse per certi versi vivibili per davvero.
Will non si fece sentire, a volte sentivo mamma parlare con lui la notte, quando era sicuro non avessi ascoltato nulla. Ovviamente, si sbagliava.
Ero tornata a chiudermi nella mia camera, la stessa che adesso pareva ai miei occhi macabra e gelosa come un carceriere col suo prigioniero.
Fisicamente neppure stavo tanto bene, il mio corpo era pieno di lividi e tagli che ancora scottavano sulla mia pelle violacea. Incurante del mio aspetto, ero andata al fastfood dove lavoravo, ero lì per riparare in qualche modo al danno enorme che avevo arrecato ai miei padroni.
Quando entrai mi accolsero anime fatte di cenere, ormai solo quello restava della gioia precedente.
Nessuno parlò, neppure io. Restammo immobili a fissarci, io e i proprietari, che stavano rassettando tutto, ed il "tutto" era solo polvere, vetro e materiale umido, cibo che ormai era volato ovunque.
In quel momento pensai che tutto quello che toccavo finiva in mille pezzi, presto o tardi.
Raccolsi il coraggio a due mani quando vidi Alex posare per terra i sacchi dell'immondizia per poi sedersi al bancone, o meglio, a quello che di questo restava.
"Mi... mi dispiace per quello che è successo. È solo colpa mia."
il signor Lynn se ne andò in cucina a pulire, ed io mi sentii troppo sporca, più di quel posto.
"Vorrei aiutare in qualche modo."
"Vattene... per favore." Disse la signora Lynn, assentendo col capo, per invitarmi ad uscire; nonostante fosse ancora dolce, i suoi occhi s'erano spenti, e pigramente si trascinavano senza luccichio o emozione alcuna.
"Stai lontana da noi. Te ne prego. Non venire più qui, lo stesso per quel ragazzo scuro, stateci lontani." Disse per poi andarsene a sedere ad un tavolo lontano, dove c'erano ancora delle schegge di vetro che, piangendo, ella spostò piano con la mano, come a ricordare quel piano di legno quando era ancora nella sua forma migliore.
Guardai una volta ancora Alex, che gettò il suo sguardo per terra, come a far sì che esso potesse fuggire via da quel posto.
Prima di andarmene, raccolsi dalla mia borsa tutti i miei risparmi, insieme alle paghe accumulate minuziosamente, in attesa dell'iscrizione ad un college che sembrava essere tornata irraggiungibile.
Posai tutto sul bancone e me ne andai, senza voltarmi o guardare di sottecchi la loro reazione, non mi interessava, o almeno questo mi obbligavo a pensare.

Più tardi tornai a casa, non avevo ripulito la mia coscenza, e questo era più che ovvio, eppure non so spiegarmi come in qualche modo riuscii a sentirmi... meno pesante.
Ora più che mai avrei voluto ascoltare la voce di Will, raccontar lui tutto quello che avevo passato, ma non potevo e avevo chiesto il silenzio di mia madre e di Tom in merito all'intera vicenda; questo tempo di distanza faceva bene a lui, anche se disgregava me.

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"Non credo tua madre accetterà questa relazione." Disse Tom sorridendo.

Mamma non c'era, era a lavoro, in compenso potevo godere della compagnia del mio sogno proibito, che per altro aveva fatto l'abbonamento a Netflix solo per me.

"Come l'hai saputo?"
"Lo so adesso!" Disse beffandosi di me.
Cosa? ..mascalzone di un vecchio.
"Tu..non puoi fare questi giochetti con me." Dissi con tono autoritario. Padre e figlio, odiosamente uguali.
Will, solo Cristo e Satana sapevano dove si era cacciato, però mi sentivo un pò serena, più scorrevano le ore, più dormivo, più il dolore pareva farsi lontano. Non che non pensassi a lui, solo che lo stavo aspettando con impazienza, e il mio sentimento per lui stava rimpiazzando il dolore, anche se questo tornava ogni qualvolta pensassi alle parole che gli avrei dovuto dire quando avesse fatto ritorno.

"Da quanto tempo va avanti?"
"Dipende. Da quanto tempo te ne sei accorto?" Chiesi a Tom.
"Da prima del matrimonio. Inverità, lo sospettavo soltanto, ma poi vi ho visti ballare sul pontile...e lì ho capito tutto."
La mia smorfia di sorpresa scomparve a quel ricordo, troppo amaro direi.
Mi lasciai andare sullo schienale del divano e chiusi gli occhi per pensare.
"In realtà questa relazione non è mai iniziata..non inizierà mai."
Restai a meditare, perchè aspettavo una persona che sapevo non potesse mai essere il mio ragazzo? Will aveva ragione, il mio amore per lui stava diventando egoismo, infatti pensavo solo al mio di cuore, solo al mio di sentimento.
"È per questo che Will è fuggito in Minnesota."
Minnesota?
"Non importa più ormai, stare lontani non può farci che bene. E poi, se pure in qualche modo si aggiustasse la situazione, mia madre non permetterebbe mai il nostro rapporto."
Tom sembrò pensarci su, poi emise un grosso sospiro e andò a tirare fuori i popcorn dal microonde, mentre a me passò la fame.

Hope - La speranza non conosce la paura || Selena Gomez & Bruno Mars (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora