"Resisto sotto la pioggia
sapendo che è davvero finita,
ti prego non lasciarmi solo
inondato da tutto questo dolore,
sapendo che non ti abbraccerò più
come ho fatto prima della tempesta."
(Nick Jonas ft. Miley Cyrus)Hope's pov.
Luglio era arrivato come un mese bastardo, figlio delle mancate nozze del sole con la stagione estiva. Era, invece, figlio della torrenziale pioggia che aveva allagato le strade di questa cittadina. E come i giorni prima di questo, pioveva di nuovo, come se il mio stesso dolore avesse concepito questa grigia stagione, il cui animo pareva simile a quello di una donna capricciosa.
Mi trovavo nel bar di città a sorseggiare un tè caldo in cui avevo disciolto della Tachipirina per il mal di gola appena venutomi. Condividevo il tavolo con Ethel che, come aveva fatto negli ultimi giorni trascorsi a casa mia, stava abbozzando una chissà quale meravigliosa poesia che, forse, più tardi mi avrebbe letto. Avevo conosciuto meglio questa donna, degna di essere chiamata tale. Suo marito era zoppo dalla nascita e, per chissà quale scherzo del destino, Jenny, figlia di sua sorella, era nata con la stessa problematica. Oltre a Jenny, secondogenita, vi era la prima figlia Alessandra che era nata sana ed era la nipote con cui aveva stretto un maggior rapporto e alla quale dedicava parecchio spazio in quel suo vecchio taccuino. Ethel promise che mi avrebbe fatto fare presto loro conoscenza, anche se l'idea non mi entusiasmava, erano mie coetanee e questo era un problema."Come sono andati gli esercizi, ieri?" Chiese Ethel, lasciando cadere sul tavolo la penna, ormai scarica, per prenderne una nuova dalla sua borsetta.
"Erano noiosi, come sempre."
"Eppure...vedo delle migliorie." Distolsi lo sguardo dal vetro della finestra ormai appannato dal calore del locale che faceva da contrasto col freddo di fuori. I suoi occhi mi scaldarono il cuore, come sempre.
"Si, ho recuperato altro equilibrio. Ma..non è come prima. Adesso non posso correre." Dissi abbassando lo sguardo sulla mia tazza, ormai vuota.
"Bhe, adesso deve passare un pò di tempo. Ringrazia il cielo per essere guarita così in fretta."
"Lo so... ma mamma si sposa a giorni e io non so se riuscirò ad indossare i tacchi."
Lei mi guardò comprensiva e tornò a cancellare e riscrivere parole sul quel foglio pasticciato.
"Manca l'ispirazione?" Chiesi. Non ero una scrittrice ma non mi ci volle molto per capirlo.
"Vuoi che te la legga?"
Mi misi a sedere più composta e le feci un cenno col capo per acconsentire.
"Hai mischiato il veleno col mio sangue, hai ucciso le farfalle nel mio stomaco, ne sto digerendo i luridi resti; hai cambiato il mio profumo in un odioso odore d'alchool, i miei pensieri mutano in incubi e mi hai insegnato a sgozzare le anime altrui con le sole parole.
Mi hai reso disgraziata e hai rapito la mia ingenuità vestendomi della tua violenza e delle tue bugie.." Improvvisamente si fermò e prese ad osservarmi mentre il mio cuore si stava stringendo sempre di più e lo stomaco era in subbuglio.
I miei occhi non potevano non trasmettere quello che provavo, Ethel scriveva di me ed ero sicura che questa non fu la prima volta.
Adesso ero stupita e mi sentivo nuda. Aveva catturato la verità che mi era difficile pronunciare e che avevo affidato solo ai miei pensieri.
"Non è divertente..." le dissi spostando la tazza dall'altro lato del tavolo per calmare questa sensazione di fastidio che non avevo mai sentito prima, non con Ethy.
"Nessuno ha detto che lo è." Tolse il tappo alla penna e la puntò sul foglio. "Avanti, continua."
"Non mi va. E non dovrebbe farlo nemmeno lei, Ethy." Dissi notando che il mio tono di voce era salito.
"Mi dai ancora del "lei"? Avanti.." disse mentre tirai fuori un pesante respiro. Mi chiedeva, sotto un'altra forma, di mostrarmi, o meglio, di mostrare gli effetti di questo amore malato.
Non avevo mai scritto ma non mi era difficile mettere su carta quel fiume di cattive parole che scorreva di continuo nella mia mente, imputrendo i miei, già afflitti, pensieri.
Presi il taccuino e, voltando pagina, continuai la poesia.
"Adesso sono nero mischiato a rosso, rosso come questa spoglia e infima passione, rosso come i tuoi occhi quando mi vestivi da te consumando ciò che restava di me."
E un lampo spaccò il cielo facendo suonare tutti gli antifurti delle auto circostanti.
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Hope - La speranza non conosce la paura || Selena Gomez & Bruno Mars (REVISIONE)
Romance"Le gocce d'acqua picchiettavano sul vetro delle finestre, come le sue dita sul tavolo della cucina. Il suono del caffè che saliva, ad un tratto non era più rassicurante come una volta. Era soltanto uno dei già troppi rumori nella sua testa. >, pe...