Hope's pov.
"Le storie non finiscono finché non abbiamo chiuso tutti i conti, finché non ci abbiamo messo un punto con la testa o con il cuore."
(Sánchez Clara)
Sottolineavo quelle righe con una matita meditando, come sempre, su quel libro o meglio, sulla parte della mia vita per la quale valeva quella frase. Mamma me lo regalò qualche anno prima del divorzio spiegandomi che mi avrebbe dato un'altra visione del mondo e delle persone, non avevo mai letto questa frase, nè la storia dei due anziani che mi avrebbe, forse, evitato tantissimi problemi.
Ero stesa di pancia sul mio letto a leggere e ogni tanto la palla di vetro, poggiata sulla scrivania di fronte al mio letto, raccoglieva tutta la mia attenzione sopratutto quel foglietto che avevo conservato. Ero rimasta a fissarlo per molto tempo, non so perchè, forse per poter godere della bellezza della sua grafia che sembrava tanto mascolina quanto delicata, proprio come lui.
Ancora una volta mi trovavo a fare i conti con la mia doppia anima, una era contenta di questo lato deciso di Will, l'altra divorava il sentimento lasciando la ragione a lavorare iperattiva per avvertirmi delle conseguenze che questo avrebbe causato. Eppure, rileggendo queste righe del libro, capivo che non avevo messo nessun punto a questa storia. Quell'odioso ragazzo era diverso da tutto quello che la vita mi aveva sempre mostrato, mi faceva perdere la testa e il cuore ma allo stesso tempo mi spaventava. Tirava fuori la parte di me che mi ostinavo a celare, quella protettiva, quella piena di sentimenti e emozioni, quella che faceva a pugni con l'altra che viveva di solo istinto diluito con cattiveria e menefreghismo.
Mi alzai raccogliendo le stampelle da terra e, mettendomi il libro sotto al mento, mi trascinai fino alla porta della camera di Will e vi entrai, profumava già di lui.
Mi chiusi la porta dietro per evitare le domande di mamma e, avvicinandomi al letto, ci feci cadere il libro sù che rimase aperto. Mi avvicinai piano alla tastiera che, come la prima volta, non emise alcun suono al mio tocco, così, ridendo per il ricordo scaturito, infilai la presa molto lentamente per evitare di scivolare e cadere, mi avvicinai alla tastiera e cominciai a premerne alcuni tasti che liberarono note prive di senso, non capisco come faceva quel ragazzo a farne uscire canzoni. Per quanto mi avesse sempre affascinato, ritenevo la musica un'arte complicata e non alla mia portata. Spensi tutto e mi avvicinai al letto sul quale letteralmente mi lanciai lasciando i miei capelli liberi di scompigliarsi quanto volevano. Le lenzuola profumavano della sua colonia che sentivo viaggiare nei miei polmoni e tutto intorno alla camera quei mobili di legno creavano un'aria accogliente. Mi stesi mollando il libro sul comodino e abbracciai un cuscino mentre sull'altro finirono sparse diverse grosse e lunghe ciocche brune. Tutto profumava della sua colonia e questo non risvegliò in me altro che dolore, dolore che il mio corpo rilasciò mutato in acqua salata che scivolava velocemente lungo le mie guance. Mi addormentai col viso bagnato stringendo quel cuscino, che misi verticalmente, come se fosse un morbido pupazzo.
Al mio risveglio mi trascinai con le stampelle giù dalle scale con tutta la lentezza possibile, avevo voglia di qualcosa di fresco da mandar giù visto il caldo afoso che mi aveva strappata al mio sonnellino.
Arrivata giù vidi mamma raccogliere le chiavi di casa e dell'auto. Indossava un pantalone nero stretto con una canotta bianca e una camicia classica nera le quali maniche erano strette e lasciavano i sottili e pallidi avambracci scoperti.
"Dove stai andando?" Chiesi curiosa ma mantenendo il tono pigro di chi si era appena svegliato da un ottimo pisolino.
"Esco."
"Questo lo vedo, ti ho chiesto dove." Lei si posizionò davanti ad uno specchio per sistemarsi l'elegante e scompigliata crocchia in cui aveva racchiuso i capelli.
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Hope - La speranza non conosce la paura || Selena Gomez & Bruno Mars (REVISIONE)
Romance"Le gocce d'acqua picchiettavano sul vetro delle finestre, come le sue dita sul tavolo della cucina. Il suono del caffè che saliva, ad un tratto non era più rassicurante come una volta. Era soltanto uno dei già troppi rumori nella sua testa. >, pe...